Claudio Ranieri
Claudio Ranieri – LiveMedia/Luigi Canu

Ranieri rinuncia: la scelta che scuote la nazionale italiana

di 10 Giugno 2025

La decisione di Claudio Ranieri di rifiutare la panchina della nazionale italiana ha sorpreso il mondo del calcio, lasciando la FIGC senza il candidato principale per sostituire Luciano Spalletti. Una rinuncia che apre scenari inaspettati per il futuro degli azzurri e riaccende il dibattito sulla crisi del calcio italiano.

Le ragioni del “no” di Ranieri alla nazionale

Il tecnico romano ha comunicato la sua decisione attraverso una dichiarazione all’ANSA: “Ringrazio il presidente Gravina per l’opportunità, un grande onore, ma ho riflettuto ed ho deciso di restare a disposizione della Roma nel mio nuovo incarico in modo totale”.

La fedeltà alla Roma come priorità assoluta

Ranieri ha sottolineato che “I Friedkin mi hanno dato il loro pieno supporto e appoggio per qualsiasi decisione avessi preso riguardo alla Nazionale, ma la decisione è solo mia”. La scelta di Sir Claudio sembra essere motivata dalla volontà di onorare l’impegno preso con il club giallorosso nel suo nuovo ruolo di senior advisor.

Claudio Ranieri (depositphotos)
Claudio Ranieri (depositphotos)

Il problema del doppio ruolo

Una delle complicazioni che potrebbero aver influenzato la decisione riguarda l’articolo 40 del Regolamento del settore tecnico, che stabilisce che “Gli allenatori responsabili delle squadre nazionali della Figc non possono tesserarsi né svolgere attività per società, neppure con mansioni diverse”. Questo avrebbe reso problematico mantenere contemporaneamente il ruolo di consulente della Roma e quello di commissario tecnico.

L’impatto della rinuncia sulla FIGC

La decisione di Ranieri rappresenta un duro colpo per la federazione, che puntava sul carisma e l’esperienza dell’allenatore romano per risollevare le sorti di una nazionale in profonda crisi. Come riportato dal Fatto Quotidiano, “l’ennesima figuraccia per chi è al timone del calcio italiano” evidenzia la difficoltà della FIGC nel gestire questa delicata fase di transizione.

Una nazionale allo sbando

La situazione attuale della nazionale italiana è critica: dopo la pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia nelle qualificazioni mondiali, l’Italia si trova in una posizione precaria nella corsa verso i Mondiali 2026. La qualificazione diretta appare sempre più difficile, aumentando la pressione sulla scelta del nuovo commissario tecnico.

I possibili scenari futuri

Con il rifiuto di Ranieri, la FIGC deve ora rivedere completamente i propri piani. Diversi nomi circolano come possibili alternative, ognuno con caratteristiche e scenari differenti.

Stefano Pioli: il piano B che perde quota

Inizialmente considerato la principale alternativa a Ranieri, Stefano Pioli “difficilmente sarà il sostituto di Spalletti sulla panchina della Nazionale” secondo le ultime indiscrezioni. L’ex tecnico del Milan è attualmente sotto contratto con l’Al Nassr e nelle mire della Fiorentina per sostituire Palladino.

I campioni del mondo 2006: una soluzione nostalgica?

La FIGC sta valutando i profili di tre “eroi” del Mondiale 2006: Gennaro Gattuso (attualmente in pole position), Daniele De Rossi e Fabio Cannavaro. Questi nomi rappresenterebbero una scelta dal forte valore simbolico, richiamando l’ultimo grande successo del calcio italiano ai Mondiali.

Gennaro Gattuso: il favorito del momento

Secondo le ultime indiscrezioni, “starebbe avanzando Gennaro Gattuso” come principale candidato. L’ex centrocampista del Milan porta con sé l’esperienza da allenatore e il carisma da leader, qualità che potrebbero essere decisive in un momento così delicato.

Daniele De Rossi: l’esperienza in nazionale

De Rossi “ha già collaborato con la nazionale italiana nello staff di Roberto Mancini” e “ha accompagnato la squadra azzurra nella vittoria degli Europei”, conoscendo molti dei giocatori dell’attuale rosa azzurra.

Il possibile ritorno di Mancini

Non è da escludere un clamoroso ritorno di Roberto Mancini, che “ha fatto intendere di essere disposto a ritornare sui suoi passi, qualora arrivasse una chiamata dalla Federazione”. L’ex CT che ha portato l’Italia alla vittoria degli Europei 2021 rappresenterebbe una soluzione di continuità, nonostante i rapporti tesi con la dirigenza federale.

Le conseguenze per il futuro della nazionale

La pressione dei tempi

La FIGC “si prenderà qualche giorno per decidere cosa fare: la Federazione è rimasta spiazzata dalla decisione di Claudio Ranieri”. Tuttavia, il tempo stringe: la nazionale deve prepararsi per le prossime partite di qualificazione mondiale, dove ogni punto sarà decisivo.

L’urgenza di una scelta ponderata

La situazione richiede un equilibrio delicato tra l’urgenza di nominare un nuovo tecnico e la necessità di non commettere errori che potrebbero compromettere ulteriormente il percorso verso i Mondiali 2026. La scelta dovrà tenere conto di:

  • Esperienza internazionale del candidato
  • Capacità di gestire la pressione mediatica e federale
  • Conoscenza del calcio italiano e dei suoi protagonisti
  • Carisma necessario per ricompattare un gruppo in crisi

L’impatto sui tifosi e sull’opinione pubblica

La rinuncia di Ranieri ha deluso profondamente i tifosi azzurri, che vedevano nel tecnico romano la figura ideale per risollevare le sorti della nazionale. Questa decisione alimenta ulteriormente il malcontento verso la gestione federale e aumenta la pressione su Gravina per una scelta che possa riconciliare la nazionale con i suoi sostenitori.

Conclusioni: una nazionale a un bivio

La decisione di Ranieri di privilegiare l’impegno con la Roma rispetto alla nazionale rappresenta un momento simbolico per il calcio italiano. Da un lato evidenzia le difficoltà strutturali della FIGC nel presentare un progetto convincente, dall’altro apre scenari inediti che potrebbero ridisegnare il futuro degli azzurri.

La scelta del nuovo commissario tecnico sarà cruciale non solo per le qualificazioni mondiali, ma per ridare credibilità e speranza a un movimento che ha perso la propria bussola. Che si tratti di puntare su un nome di esperienza internazionale come Pioli, su un simbolo del calcio italiano come i campioni del 2006, o su un clamoroso ritorno di Mancini, la FIGC dovrà dimostrare di aver imparato dai propri errori.

Il tempo delle mezze misure è finito: l’Italia ha bisogno di una guida forte e di un progetto chiaro per tornare a competere ai massimi livelli internazionali.

Marco Mattei

Dalla Puglia con furore. Appassionato di calcio e sport, ma anche di tutto il mondo del Lifestyle.

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