Il cinema e il teatro italiano piangono la scomparsa di Angelo Longoni, regista, sceneggiatore e drammaturgo di grande sensibilità, morto a Roma all’età di 68 anni dopo una lunga malattia. La notizia, diffusasi rapidamente sui social, ha suscitato numerosi messaggi di cordoglio da parte di colleghi e amici del mondo dello spettacolo. “Ci ha lasciati un gentiluomo”, ha scritto il regista Stefano Reali in un commovente post su Facebook.
Una vita dedicata all’arte
Nato a Milano il 19 ottobre 1956, Longoni si era diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, formandosi come attore sotto la guida dell’insegnante Mario Gonzalez del Conservatorio di Parigi. La sua carriera, iniziata come attore, si è sviluppata in molteplici direzioni: dalla regia teatrale a quella cinematografica e televisiva, dalla scrittura di testi teatrali alla pubblicazione di romanzi e racconti.
Nel corso della sua carriera, Longoni ha anche dedicato tempo all’insegnamento, condividendo la sua conoscenza in ambiti come:
- Recitazione
- Drammaturgia
- Sceneggiatura
- Regia
Fondatore del CENDIC (Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Contemporanea) e della società “Wake Up produzioni”, dedicata al cinema, al teatro e alla formazione, Longoni lascia un’eredità artistica significativa insieme alla moglie, l’attrice e regista Eleonora Ivone, e alle tre figlie Margherita, Stella e Beatrice.
I successi che hanno segnato un’epoca
Il talento di Angelo Longoni si è manifestato con particolare evidenza nelle sue opere teatrali della fine degli anni ’80, che hanno ottenuto un notevole successo:
- “Naja” – Un’opera che racconta la storia di cinque militari di leva consegnati in caserma per punizione durante una domenica d’estate, esplorando disagi e conflitti. Questo spettacolo, vincitore del Premio Riccione Ater, è stato successivamente adattato in un film nel 1997 con un cast di eccezione che includeva Stefano Accorsi, Lorenzo Amato, Enrico Lo Verso, Francesco Siciliano e Adelmo Togliani.
- “Uomini senza donne” – Interpretato dalla coppia Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, questo spettacolo ha vinto il Premio Fondi La Pastora nel 1988 ed è stato poi trasformato in film nel 1996, sempre con Gassman e Tognazzi come protagonisti.
I successi di Longoni non si sono limitati al teatro. Nel mondo cinematografico, ha diretto film come “Facciamo fiesta” (1997), nuovamente con Gassman e Tognazzi, e “Non aver paura” (2006) con Laura Morante e Alessio Boni. Quest’ultimo attore è stato diretto da Longoni anche nella mini serie tv “Caravaggio” (2007), un’opera che ha riscosso ampi consensi di pubblico e critica.
Dal teatro alla televisione
La carriera di Longoni ha avuto inizio nel 1982, quando si è diplomato alla Civica Scuola d’Arte drammatica del Piccolo Teatro e ha debuttato come autore e regista teatrale con “Necronomicon” e “L’Età dell’Oro” (1983). Nello stesso anno, ha esordito come autore e sceneggiatore della serie televisiva di Raidue “Atelier” diretta da Vito Molinari.
Nel 1993, ha diretto il film “Caccia alle mosche”, tratto da una sua sceneggiatura finalista del Premio Franco Solinas e del Premio Rai Tre, e dal suo omonimo romanzo pubblicato da Mondadori. Il film ha fatto vincere alla protagonista Giulia Fossà la Grolla d’oro come miglior attrice.
Dopo il grande successo di “Caravaggio”, Longoni si è dedicato principalmente alla fiction televisiva, dirigendo produzioni come:
- “Un amore di strega” (2009) con Alessia Marcuzzi, Anna Galiena e Pietro Sermonti
- “Le segretarie del sesto piano” (2009) con Claudia Gerini e Micaela Ramazzotti
- “Tiberio Mitri: il campione e la miss” (2011) con Luca Argentero e Martina Stella
Tra i suoi lavori più recenti, si ricorda il film “Maldamore” con un cast stellare che includeva Luca Zingaretti, Ambra Angiolini, Luisa Ranieri e Alessio Boni.
Un’eredità artistica importante
Ciò che distingueva Angelo Longoni era la sua capacità di raccontare le contraddizioni, le fragilità e le bellezze nascoste dell’animo umano, con particolare attenzione alle storie di “uomini veri”. La sua sensibilità artistica gli ha permesso di esplorare temi profondi e complessi, offrendo al pubblico uno sguardo autentico sulla condizione umana.
I riconoscimenti ricevuti dalle sue opere testimoniano il valore del suo contributo alla cultura italiana contemporanea. “Naja”, ad esempio, ha ottenuto numerosi premi, tra cui:
- Premio Maschera d’Argento di Sipario (1989)
- Quattro Biglietti d’Oro Agis Taormina Arte (1989)
- Premio internazionale Teen Agers per il Teatro (1989)
- Premio Torre per l’impegno civile (1990)
Inoltre, l’opera ha rappresentato l’Italia al Festival Internazionale del Teatro di Caracas ed è stata tradotta in francese e tedesco, con una versione radiofonica trasmessa dall’emittente France Culture.
La versatilità di Longoni come artista si è manifestata anche nel suo debutto come attore nel film “Laura non c’è” (1998), diretto da Antonio Bonifacio, dimostrando la sua capacità di esprimersi attraverso diverse forme artistiche.
La recente scomparsa di Angelo Longoni lascia un vuoto nel panorama culturale italiano, ma la sua eredità artistica continuerà a vivere attraverso le sue opere, che hanno saputo toccare le corde più profonde dell’animo umano e raccontare storie che risuonano ancora oggi nel cuore del pubblico.