Riccardo Scamarcio, attore di fama internazionale, produttore e sceneggiatore, sarà protagonista della prossima puntata di “Hot Ones”, il programma condotto da Alessandro Cattelan disponibile in esclusiva su RaiPlay da venerdì 14 marzo.
Il format, che ha riscosso un enorme successo negli Stati Uniti dove è giunto alla venticinquesima edizione, prevede un’intervista decisamente “piccante”: il conduttore e i suoi ospiti mangiano alette di pollo (o alternative vegetariane/vegane) condite con salse progressivamente sempre più “hot”, che aiutano ad abbattere ogni ritrosia e diffidenza, generando reazioni spesso divertenti e sempre imprevedibili.
Dagli anni scolastici a Hollywood
Durante l’intervista, Scamarcio si apre parlando della sua adolescenza e del suo rapporto con la scuola: “Ero un ragazzino irrequieto, non ce la facevo a stare fermo 5 ore al banco di scuola. È chiaro che l’irrequietezza del ragazzino era un eccesso di energia che crescendo si è trasformata in un’energia utile a fare il mestiere dell’attore. Ho imparato a essere più disciplinato.”
L’attore pugliese condivide poi un incredibile aneddoto sul set di “Modì, Tre giorni sulle ali della follia“, il film diretto da Johnny Depp con Al Pacino: “È stata un’esperienza pazzesca. Abbiamo girato il film a Budapest e poi ci siamo trasferiti a Los Angeles. Un giorno dovevamo fare delle prove ma Johnny Depp non si è presentato perché si era messo a riscrivere la scena. Allora Al Pacino mi ha invitato a casa e ho passato il pomeriggio con lui, lui si è raccontato e io gli ho fatto qualche domanda.”
L’incontro con il leggendario attore americano ha lasciato un segno profondo in Scamarcio: “Una persona molto generosa e semplice come la sua casa che a tratti è anche umile. Mi sembrava tutto così strano, neanche nei miei più incredibili sogni avrei potuto immaginare che mi potesse capitare una cosa del genere. Ancora oggi ogni tanto ci sentiamo.”
Il David mancato e la popolarità
Con la sua consueta schiettezza, Scamarcio affronta anche il tema dei riconoscimenti, rivelando una curiosa lacuna nella sua collezione di premi: “Chiaramente ricevere un premio o un riconoscimento fa molto piacere. Ne ho ricevuto qualcuno anche io anche se il David, il premio più importante in Italia, non mi è mai stato ancora conferito. Credo per una coincidenza. Insomma, lo hanno vinto tutti… com’è possibile che io ancora no?” dice ridendo.
Quando Cattelan gli ricorda la celebre frase di Meryl Streep secondo cui aver ricevuto dieci nomination è più importante che aver vinto un Oscar, l’attore risponde con ironia: “Allora così siamo messi bene. Sono nominato spesso! Sono stato nominato prima come miglior produttore che come attore protagonista, una cosa un po’ anomala. Ma sono stato molto felice di aver ricevuto quella nomination. Mi sarebbe piaciuto però vincerne una da attore.”
Riflettendo sulla popolarità che lo ha travolto in giovane età, Scamarcio confessa: “All’inizio quando diventi popolare e la gente ti ferma per strada, è incredibile. Da una parte dicevo che era una figata poi dall’altra essere travolti dalla popolarità soprattutto quando si è giovani ha anche ripercussioni sugli altri, che cambiano. Per la mia famiglia all’epoca è stata una bella botta perché indirettamente anche loro si sono sentiti al centro della questione.”
Il successo precoce ha portato anche a momenti di tensione familiare: “Avevo 24 anni e negli anni successivi ho avuto anche momenti di scontro con loro perché rivendicavo il diritto di essere figlio. Si dà per scontato che essere famosi e avere successo faccia stare sempre bene; invece, si creano forti pressioni e se sei molto giovane, come ero io all’epoca, può diventare difficile.”
Vita privata e relazioni
Parlando della sua vita sentimentale e della convivenza con una compagna che condivide la sua professione, Scamarcio rivela alcuni segreti: “C’è uno scambio di opinioni e confronto… ma non ci diciamo mai se giriamo un film che all’altro non piace, perché poi sarebbe una crudeltà. Su questo è meglio mentire!”
La distanza è una sfida costante nelle relazioni tra attori: “Facendo poi un lavoro per cui si è sempre in giro, per stare insieme devi amarti molto, l’uno va a trovare l’altro quando è lontano, in qualche modo lo rincorre. Quando giriamo infatti siamo fuori dalle sei alle dieci settimane, anche se questo dipende molto dai film; le possibilità di evadere dalla relazione diventano quasi la normalità, ma se uno sta insieme e la relazione dura significa che c’è qualcosa di più importante che non si mette in discussione.”
I cattivi e la passione per il calcio
Scamarcio confessa di amare interpretare personaggi complessi e controversi: “Per fare bene un personaggio cattivo devi entrare pienamente in empatia con quel personaggio cercando di non giudicarlo, perché come tutte le persone anche lui ha mille sfaccettature che non lo rendono solo o sempre cattivo. A me piace fare personaggi cattivi e anche un po’ borderline, come nel film Pericle e il Nero, dove interpretavo il protagonista, un personaggio al limite, un antieroe.”
Quando la conversazione si sposta sulla sua passione calcistica, i suoi occhi si illuminano parlando della Fidelis Andria: “È una sofferenza! Siamo terzi in serie D, ma siamo stati anche primi. Ogni tanto vado a vederla però stando fuori una domenica sì e una no vedo le partite della mia squadra del cuore. Quando avevo 15 o 16 anni l’Andria era in serie B, andavamo a fare le trasferte… Venezia, Firenze, abbiamo battuto il Napoli, abbiamo giocato in coppa Italia contro la Juventus di Roberto Baggio, di Trapattoni. Poesia pura! Insomma una squadra di una cittadina di provincia che gioca al delle Alpi o all’Olimpico…”
Il prossimo film e la ricerca del capolavoro
Sull’attesa di un capolavoro nella sua carriera, Scamarcio riflette: “È un allineamento astrale. Per fare un film capolavoro servono tanti elementi che devono confluire: la sceneggiatura, gli interpreti principali e secondari, il regista, gli autori… devono tutti essere mossi da una necessità importante personale e intima. E poi il produttore deve essere in grado di accompagnare questo viaggio e sorreggere la nave e gli interpreti devono essere all’altezza. Non è semplice!”
Infine, l’attore presenta il suo ultimo lavoro, “La storia di Amanda e di come mi ha rovinato la vita“, in uscita il 20 marzo: “Il mio personaggio è indolente. Suo padre è un eroe che ha salvato dei bambini in un incendio ma che poi è morto, lui invece è un insegnante un po’ dimesso che pensa di essere anche un po’ vigliacco.”
“Hot Ones” è una produzione Palomar, a Mediawan Company, in collaborazione con Rai Contenuti Digitali e Transmediali, e si preannuncia come un appuntamento imperdibile per chi desidera scoprire un lato inedito e spontaneo di Riccardo Scamarcio, tra confessioni piccanti e reazioni imprevedibili alle salse sempre più infuocate.