Una partita dai due volti per la Fiorentina, che torna da Atene con una sconfitta per 3-2 contro il Panathinaikos. Un avvio disastroso, una reazione veemente e poi il crollo nel secondo tempo: questo il copione di una gara che lascia ancora aperti i giochi per la qualificazione, ma che evidenzia limiti preoccupanti nella gestione della partita. Al Franchi, giovedì prossimo, servirà una prestazione ben diversa per ribaltare il risultato e continuare il cammino europeo.
Un avvio da incubo
La squadra di Palladino ha fatto esattamente il contrario di quanto richiesto dal proprio tecnico: coraggio e aggressività. Invece, nei primi 20 minuti, i viola si sono trovati sotto di due reti, complice anche una serata da dimenticare per Terracciano, tornato titolare dopo mesi di assenza.
Gli errori difensivi hanno spianato la strada ai greci:
- 5′ minuto: Swiderski segna su assist di Maksimovic, sfruttando una difesa viola disattenta.
- 19′ minuto: tiro di Djuricic, parata incerta di Terracciano e tap-in vincente di Maksimovic, lasciato colpevolmente libero.
Una partenza disastrosa, che ha subito scatenato una reazione d’orgoglio da parte della Fiorentina.
La reazione viola: illusione di rimonta
In soli quattro minuti, la squadra di Palladino ha trovato il pareggio:
- 20′ minuto: colpo di testa di Beltrán su splendido cross di Gosens.
- 23′ minuto: tiro di Fagioli, deviazione di Arao e pallone in rete.
Dal baratro alla speranza in un lampo. Tuttavia, la squadra viola non ha mantenuto la concentrazione e ha abbassato troppo il baricentro, permettendo al Panathinaikos di riprendere il controllo del gioco.
Il crollo nella ripresa
Nel secondo tempo, la Fiorentina è sparita dal campo. Al 55′ minuto, il gol decisivo porta la firma di Tété, su assist dell’inarrestabile Djuricic. Lo stesso fantasista serbo ha colpito anche un palo, sfiorando il 4-2.
I cambi di Palladino non hanno avuto l’effetto sperato:
- Gudmundsson è apparso fuori contesto e mai realmente incisivo.
- Il passaggio al 4-4-2 non ha prodotto miglioramenti.
- L’unica soluzione offensiva sono stati i lanci lunghi per Kean, combattivo ma fuori forma.
La squadra si è limitata a difendere, senza mai creare pericoli reali per Dragowski.
Il protagonista della serata: Filip Djuricic
Se il Panathinaikos ha conquistato la vittoria, gran parte del merito va a Filip Djuricic. L’ex fantasista del Sassuolo ha fatto impazzire la difesa viola, entrando in tutte e tre le azioni da gol dei greci e colpendo anche un palo nel finale. La sua qualità ed esperienza hanno fatto la differenza, dimostrando quanto sia ancora decisivo a livello internazionale.
I problemi della Fiorentina: continuità e fragilità difensiva
Il grande problema della Fiorentina rimane l’incapacità di mantenere la concentrazione per 90 minuti. Alterna momenti di brillantezza a blackout inspiegabili, un lusso che in Europa si paga a caro prezzo.
Punti critici evidenziati dalla partita:
- Difesa troppo vulnerabile: errori individuali e mancanza di coordinazione.
- Calo mentale: dopo il 2-2, la squadra si è abbassata troppo.
- Sterilità offensiva nella ripresa: nessuna reale occasione da gol.
Palladino dovrà lavorare intensamente per correggere questi difetti in vista del ritorno.
Qualificazione ancora aperta
Nonostante la sconfitta, il discorso qualificazione resta in bilico. Il Franchi, con il supporto dei tifosi, potrebbe essere l’arma in più per una rimonta possibile. Tuttavia, servirà una Fiorentina completamente diversa da quella vista ad Atene.