Il Festival di Sanremo ha visto numerosi sanremo conduttori susseguirsi sul palco dal 1951, con Pippo Baudo che detiene il record assoluto di 13 edizioni alla guida della manifestazione, seguito da Mike Bongiorno con 12 conduzioni.
Nel corso degli anni, infatti, il Festival ha attraversato profonde trasformazioni, dal suo debutto al Casinò di Sanremo fino al trasferimento definitivo al Teatro Ariston nel 1977. Inoltre, nonostante la sua lunga storia, solo quattro donne hanno avuto il ruolo di conduttrici principali: Loretta Goggi, Raffaella Carrà, Simona Ventura e Antonella Clerici.
Questa manifestazione, diventata un vero fenomeno culturale italiano dal 1955 con l’avvento delle trasmissioni televisive, ha vissuto momenti indimenticabili che hanno segnato la storia dello spettacolo italiano. In questo articolo, ripercorreremo le tappe fondamentali dei presentatori che hanno fatto la storia del Festival, rivelando retroscena mai raccontati e momenti che hanno definito un’epoca.
L’Era Pionieristica dei Primi Conduttori del Festival (1951-1970)
Inizialmente, nel 1951, Nunzio Filogamo inaugurò l’era dei conduttori del Festival di Sanremo dal Salone delle feste del Casinò. Il suo celebre saluto “Cari amici vicini e lontani” divenne rapidamente un marchio distintivo delle prime quattro edizioni consecutive.
Durante questo periodo, Filogamo gestì un formato completamente diverso dall’attuale, con il pubblico seduto ai tavolini mentre cenava, spesso disinteressandosi delle esibizioni musicali. Successivamente, nel 1953, il format subì la prima importante modifica: furono eliminati i tavolini e l’accesso venne limitato solo agli ospiti muniti di invito.
In particolare, nel 1963 iniziò l’era di Mike Bongiorno, che segnò una svolta significativa nella storia del Festival. Durante le sue prime cinque edizioni consecutive (1963-1967), Bongiorno introdusse numerose innovazioni nel format televisivo. La sua conduzione si distinse per la capacità di gestire il crescente successo mediatico della manifestazione, affiancato da figure come Edy Campagnoli e Giuliana Lojodice.
Il periodo di Bongiorno coincise con importanti cambiamenti nel format del Festival. Nel 1964, venne introdotta la partecipazione di cantanti stranieri, tra cui Paul Anka e Gene Pitney, con l’obiettivo di arricchire la musica leggera italiana ed espandere il mercato oltre i confini nazionali. Inoltre, questa fase si concluse drammaticamente nel 1967 con il tragico evento del suicidio di Luigi Tenco.
Le innovazioni nel format proseguirono costantemente. Nel 1974, venne introdotta una significativa modifica strutturale: i 28 interpreti in gara furono divisi in due gruppi distinti, 14 “Big” già qualificati per la finale e 14 “aspiranti” che si contendevano gli ultimi 4 posti disponibili.
Il Periodo d’Oro dei Grandi Presentatori (1970-1990)
Gli anni ’80 segnarono una svolta decisiva nella storia del Festival, particolarmente con l’arrivo di Pippo Baudo nel 1984. Durante la sua prima era di conduzione (1984-1987), Baudo riportò credibilità alla manifestazione, introducendo cronaca e attualità sul palcoscenico dell’Ariston.
L’era di Pippo Baudo e le sue rivoluzioni
Nel 1984, Baudo rivoluzionò il format istituendo una competizione separata per le “Nuove proposte italiane”, categoria che vide emergere talenti come Eros Ramazzotti. Successivamente, la sua direzione artistica portò innovazioni significative, come l’introduzione di eliminazioni per i giovani artisti, mentre i “Campioni” mantenevano il posto garantito fino alla finale.
Le prime conduzioni femminili
Un momento storico si verificò nel 1986 quando Loretta Goggi divenne la prima donna a condurre il Festival come presentatrice principale. La sua presenza segnò un cambiamento epocale, aprendo la strada ad altre conduttrici negli anni successivi. Durante la sua conduzione, inoltre, gli artisti tornarono a cantare dal vivo, seppur su base preregistrata.
Le sperimentazioni di format
Nel corso degli anni ’80, il Festival sperimentò diverse innovazioni. Nel 1980, Claudio Cecchetto, Roberto Benigni e Olimpia Carlisi trasformarono il ruolo del presentatore da “mero officiante” a “protagonista del racconto”. Particolarmente significativo fu il 1990, quando tornarono sia l’orchestra dal vivo sia le giurie popolari per tutti i cantanti in gara.
Durante questo periodo, nonostante il rilancio, molti grandi nomi della scena musicale degli anni ’70 mantennero le distanze dalla competizione, preferendo partecipare come ospiti o autori. In particolare, il Festival vide la partecipazione più attiva di artisti degli anni ’60 e primi ’70, come Iva Zanicchi e Peppino di Capri, oltre a cantanti emergenti come Loredana Bertè e Anna Oxa.
La Modernizzazione del Festival (1990-2010)
Durante gli anni ’90, il Festival di Sanremo attraversò una fase di profonda modernizzazione. Nel 1990, la manifestazione si trasferì temporaneamente al Palafiori di Valle Armea, segnando il primo Festival fuori dall’Ariston dal 1977.
L’evoluzione dello stile di conduzione
La conduzione subì una trasformazione significativa con l’introduzione di nuovi format. Infatti, nel 1999, il Festival iniziò ad aprirsi al circuito della “musica indipendente“, una scelta che portò benefici reciproci: la manifestazione recuperò autorevolezza mentre gli artisti indipendenti ottennero maggiore visibilità commerciale.
Il ritorno dei grandi nomi
Successivamente, nel 2007, la manifestazione visse un momento di rinascita con il ritorno di Pippo Baudo alla conduzione. La sua presenza coincise con la vittoria di Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa” tra i Campioni e di Fabrizio Moro con “Pensa” tra i giovani. Inoltre, questo periodo vide l’emergere di nuovi talenti come Dolcenera, Sergio Cammariere e Arisa, vincitrice di SanremoLab 2008.
L’impatto dei social media
A partire dal 2012, il Festival abbracciò definitivamente l’era digitale con l’introduzione dei commenti live su Twitter e Facebook. Questa innovazione tecnologica aprì la strada a una nuova dimensione interattiva della manifestazione, permettendo al pubblico di partecipare attivamente attraverso i social media. La trasformazione digitale si rivelò particolarmente significativa per avvicinare le generazioni più giovani al Festival, creando un ponte tra la tradizione televisiva e le nuove forme di comunicazione digitale.
L’Era Contemporanea dei Conduttori (2010-Oggi)
Nel 2020, una nuova era del Festival di Sanremo iniziò con l’arrivo di Amadeus come conduttore e direttore artistico. La sua gestione ha portato risultati straordinari, culminando nell’edizione 2024 con uno share del 66%.
Le nuove dinamiche televisive
L’edizione 2021 segnò un momento storico: per la prima volta il Festival si svolse senza pubblico all’Ariston a causa della pandemia di COVID-19. Tuttavia, questa sfida si trasformò in opportunità quando i Måneskin, vincitori con “Zitti e buoni”, raggiunsero un successo internazionale senza precedenti.
L’interazione con il pubblico
Infatti, il Festival ha abbracciato pienamente l’era digitale. Le piattaforme come RaiPlay hanno registrato numeri record, rendendo la manifestazione il programma più seguito sulla piattaforma. Inoltre, l’interazione attraverso social media come Instagram e TikTok ha contribuito a ringiovanire significativamente l’audience.
Le sfide della diretta moderna
Per il 2025, Carlo Conti torna alla conduzione del Festival dopo otto anni. La nuova edizione vedrà una conduzione corale con dieci presentatori distribuiti nelle cinque serate. Successivamente, Alessandro Cattelan guiderà il ritorno del DopoFestival, mentre il PrimaFestival sarà affidato a Bianca Guaccero e Gabriele Corsi.
La manifestazione continua a evolversi: l’edizione 2025 presenterà trenta artisti in gara, confermando la formula che ha contribuito al successo degli ultimi anni. Il Festival mantiene il suo ruolo centrale nella cultura italiana, bilanciando tradizione e innovazione attraverso nuove forme di engagement digitale e una programmazione che abbraccia diverse generazioni di spettatori.
Conclusione
Settant’anni di storia del Festival di Sanremo testimoniano una straordinaria evoluzione dello spettacolo italiano. Dalle prime edizioni al Casinò con Nunzio Filogamo fino alle moderne conduzioni di Amadeus, questa manifestazione si è costantemente rinnovata, mantenendo intatto il suo fascino.
Certamente, figure storiche come Pippo Baudo e Mike Bongiorno hanno plasmato l’identità del Festival, mentre pioniere come Loretta Goggi hanno aperto nuove strade per le conduttrici femminili. Successivamente, l’era digitale ha trasformato radicalmente il modo di vivere Sanremo, rendendo la manifestazione un evento multipiattaforma che unisce televisione tradizionale e social media.
L’edizione 2025, sotto la guida di Carlo Conti, promette di consolidare questo percorso di innovazione. Attraverso una formula che combina tradizione e modernità, il Festival continua a rappresentare non solo un concorso canoro, ma un autentico specchio della società italiana, capace di coinvolgere pubblico di tutte le età.
Dunque, il Festival di Sanremo resta un punto fermo nel panorama culturale italiano, dimostrando come la tradizione possa evolversi senza perdere la propria essenza. Questa capacità di rinnovarsi, mantenendo salde le proprie radici, rappresenta il vero segreto del suo successo duraturo.