Quando si parla degli ascolti record del Festival di Sanremo negli ultimi anni, il pensiero corre immediatamente alla gestione di Amadeus, che ha saputo trasformare il festival in un evento sempre più popolare e seguito da un pubblico trasversale.
Tuttavia, per comprendere a pieno il successo attuale della kermesse ligure, non si può dimenticare il lavoro svolto dieci anni fa da Carlo Conti, il primo vero innovatore del format moderno della manifestazione.
L’inizio della svolta: il Sanremo di Carlo Conti nel 2015
Dopo la gestione di Fabio Fazio, caratterizzata da un’impronta più autoriale e sofisticata, nel 2015 il festival è stato affidato per la prima volta a Carlo Conti, che ha portato con sé una nuova visione della kermesse, mirata ad attrarre una platea più ampia e variegata.
Il Sanremo 2015 ha segnato un cambio di passo significativo, ottenendo un 48,57% di share medio, il miglior risultato dal 2006 fino a quel momento. Un dato che oggi, alla luce del grande successo dell’era Amadeus, assume ancora più valore.
Numeri che parlano chiaro
Analizzando i dati Auditel, l’edizione 2015 del Festival ha registrato ascolti molto positivi:
- Prima serata (10 febbraio 2015): 11.767.000 spettatori e 49,63% di share;
- Seconda serata (11 febbraio 2015): 10.091.000 spettatori e 41,70% di share;
- Terza serata (12 febbraio 2015): 10.586.000 spettatori e 49,51% di share;
- Quarta serata (13 febbraio 2015): 9.857.000 spettatori e 47,82% di share;
- Finale (14 febbraio 2015): 11.843.000 spettatori e 54,21% di share.
La media totale del Festival si è attestata su 10.829.000 spettatori con il 48,57% di share, segnando una crescita rispetto all’edizione 2014, che si era fermata a 8.735.000 spettatori e il 39,26% di share.
Un Sanremo giovane e pop
Uno degli obiettivi principali di Carlo Conti nel 2015 è stato svecchiare il Festival, rendendolo più appetibile per le nuove generazioni. Questo si è tradotto in scelte musicali mirate, con una forte presenza di artisti provenienti dai talent show, una strategia che ha dato i suoi frutti, conquistando il pubblico tra i 15 e i 24 anni, che ha garantito uno share medio del 50%.
Questo cambio di rotta è stato determinante nel creare una nuova identità per Sanremo, una strada che negli anni successivi è stata percorsa e amplificata da Amadeus, ma che ha trovato il suo punto di partenza proprio nella visione di Conti.
Il peso delle scelte musicali
Oltre agli ascolti, il Festival 2015 ha rappresentato una svolta musicale. Carlo Conti ha capito l’importanza di coinvolgere artisti giovani e volti noti del panorama pop e mainstream, puntando su una lineup capace di intercettare sia il pubblico storico del Festival che quello più giovane e digitale.
Questa intuizione ha dato i suoi frutti negli anni successivi, con artisti lanciati proprio dal Festival che hanno poi consolidato il loro successo nel mercato discografico.
Da Conti ad Amadeus: una continuità vincente
Se oggi il Festival di Sanremo è l’evento televisivo più seguito in Italia, gran parte del merito va sicuramente ad Amadeus, che ha saputo costruire un format irresistibile e allineato ai tempi moderni. Tuttavia, è impossibile non riconoscere il ruolo chiave avuto da Carlo Conti nel 2015, con scelte che hanno di fatto gettato le basi per il modello attuale.
A dieci anni di distanza, Conti torna al timone del Festival con una nuova sfida: riuscirà a innovare ancora una volta e a confermare la tendenza al rialzo degli ascolti?
Il pubblico attende con curiosità il suo ritorno, consapevole che, proprio dieci anni fa, fu lui a riportare Sanremo al centro dell’attenzione mediatica.