Polemiche Sanremo

10 canzoni di Sanremo che hanno scatenato polemiche

di 25 Gennaio 2025

Il Festival di Sanremo è sempre stato al centro di accesi dibattiti sulla musica e i valori sociali.

Nel corso degli anni, infatti, numerose polemiche ne hanno segnato la sua storia. Dalla denuncia ambientale de “Il ragazzo della via Gluck” di Celentano nel 1966, fino a “Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro nel 2018, le canzoni del Festival hanno spesso affrontato temi scottanti, generando dibattiti sulla società italiana.

Ecco 10 performance che hanno scatenato le maggiori controversie nella storia di Sanremo.

Il Ragazzo della Via Gluck (1966) – La Controversa Denuncia di Celentano

Celentano a Sanremo - ANTONINO BONOMO / IPA
Celentano a Sanremo – ANTONINO BONOMO / IPA

Nel febbraio 1966, Adriano Celentano presentò sul palco dell’Ariston una canzone destinata a diventare simbolo di protesta ambientale. “Il ragazzo della via Gluck” rappresentò una svolta significativa nella storia del Festival di Sanremo, portando per la prima volta il tema dell’urbanizzazione selvaggia sotto i riflettori nazionali.

La critica all’urbanizzazione selvaggia

La canzone nacque dalla personale esperienza di Celentano, nato al numero 14 di via Gluck, dove trascorse la sua infanzia tra prati e spazi verdi. Il testo denunciava la trasformazione della periferia milanese, dove il cemento aveva sostituito i campi e gli spazi naturali. “Case su case, catrame e cemento” divenne il grido d’allarme contro la speculazione edilizia che stava trasformando Milano negli anni Sessanta.

Le reazioni del pubblico e della stampa

Inizialmente, la giuria di Sanremo bocciò la canzone, provocando una protesta dei membri del Clan che arrivò fino all’invasione del Casinò. Tuttavia, il pubblico reagì diversamente: il disco raggiunse il secondo posto nelle classifiche di vendita, diventando uno dei brani più venduti dell’anno. La stampa si divise: alcuni criticarono l’approccio antimoderno, mentre altri apprezzarono il coraggio di affrontare tematiche sociali così complesse.

L’impatto sociale della canzone

“Il ragazzo della via Gluck” si rivelò precursore di un movimento ambientalista che sarebbe emerso solo anni dopo. Pertanto, la canzone non fu solo una nostalgica ballata, ma una vera denuncia sociale in un’epoca in cui l’ecologia non era ancora argomento di discussione pubblica. Inoltre, il brano venne tradotto in diverse lingue, tra cui inglese, tedesco, serbo, svedese e norvegese, amplificando il suo messaggio oltre i confini nazionali.

L’impatto della canzone continua ancora oggi: nel 2013, il Comune di Milano propose un vincolo paesaggistico per via Gluck, sebbene Celentano stesso si oppose, definendola “una delle vie più brutte d’Italia”. Successivamente, associazioni come “Amici della Martesana Greco” e Legambiente hanno promosso iniziative per la riqualificazione della zona.

Vita Spericolata (1983) – Lo Scandalo di Vasco

Sul palco dell’Ariston nel 1983, Vasco Rossi presentò “Vita Spericolata”, una canzone destinata a diventare un simbolo di ribellione nonostante si classificò penultima nella competizione.

Vasco Rossi - Il supervissuto
10 canzoni di Sanremo che hanno scatenato polemiche

Le accuse di promuovere comportamenti pericolosi

Il brano, presentato durante un’edizione condotta da Andrea Giordana, generò immediate polemiche per il suo messaggio anticonformista. I critici accusarono Vasco di promuovere uno stile di vita pericoloso, caratterizzato da comportamenti considerati inappropriati. La canzone, infatti, parlava apertamente di una “vita maleducata” e di una esistenza che “se ne frega” delle convenzioni sociali.

La risposta di Vasco alle polemiche

Invece di piegarsi alle critiche, Vasco trasformò la sua esibizione in un atto di protesta. Durante la serata finale, abbandonò intenzionalmente il palco mentre la sua voce registrata continuava a suonare, denunciando così l’imposizione del playback agli artisti in gara. Successivamente, il cantante spiegò che era presente al Festival principalmente per “dare uno schiaffo a questo mondo imbalsamato”.

L’influenza sulla gioventù italiana

Vita Spericolata” divenne rapidamente un inno generazionale. Nonostante le critiche iniziali, il brano si trasformò in un successo straordinario, superando i confini dell’Emilia-Romagna per conquistare l’intero panorama musicale nazionale. La canzone nacque dalla sbornia di ottimismo degli anni Ottanta, dopo la disillusione dei movimenti degli anni Settanta.

Inoltre, il brano rappresentava molto più di una semplice provocazione: era un manifesto di libertà e intensità emotiva. Come spiegò lo stesso Vasco: “È una delle canzoni più fraintese della storia dell’umanità, è un inno alla vita vissuta spericolatamente, nel senso di intensamente”.

Tuttavia, l’impatto del brano generò anche preoccupazioni sociali. Alcuni osservatori notarono come il messaggio della canzone venisse talvolta interpretato come un invito a comportamenti estremi, particolarmente tra i giovani. Ma Vasco stesso chiarì che il concetto di “vita spericolata” andava inteso come un invito a vivere pienamente, accettando sfide e rischi con consapevolezza.

La Terra dei Cachi (1996) – La Satira di Elio

Elio e le storie tese
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Elio e le Storie Tese presentarono al Festival di Sanremo 1996 “La terra dei cachi”, una satira pungente che conquistò il secondo posto e il premio della critica.

Le critiche alla società italiana

Il brano affrontava temi scottanti della società italiana degli anni ’90: il pizzo, gli episodi criminali impuniti e la malasanità. La canzone mescolava abilmente riferimenti alla criminalità organizzata con elementi della cultura popolare, come la passione per il calcio e il cibo. Attraverso un testo apparentemente leggero, gli Elii denunciavano i mali endemici dell’Italia, dalla corruzione all’abusivismo.

Le reazioni del mondo politico

La performance generò immediate polemiche quando, durante la serata finale, il gruppo si presentò travestito da Rockets, band francese di rock elettronico degli anni ’70. Inoltre, la loro esibizione provocatoria includeva una versione compressa della canzone in un minuto, sfidando apertamente il regolamento del Festival.

L’impatto mediatico della performance

Il brano mantenne la prima posizione nelle classifiche temporanee fino all’ultima serata. Tuttavia, le successive indagini dei Carabinieri, ordinate dal PM milanese Giovanna Ichino, rivelarono irregolarità nel conteggio dei voti. In particolare, emerse che i voti della sede Rai di Bolzano non furono considerati, voti che avrebbero potuto garantire la vittoria alla band.

La canzone divenne rapidamente un fenomeno mediatico, trasformandosi in sigla di diverse trasmissioni televisive, tra cui “Italia sì, Italia no” su Rai 2 e “La terra dei cuochi” su Rai 1. Nonostante le controversie, “La terra dei cachi” si affermò come una delle critiche più acute alla società italiana degli anni ’90, mescolando satira e denuncia sociale in un modo mai visto prima sul palco dell’Ariston.

Ti Regalerò una Rosa (2007) – La Provocazione di Cristicchi

Vincitore del Festival di Sanremo 2007, Simone Cristicchi portò sul palco dell’Ariston “Ti regalerò una rosa“, una canzone che affrontava il delicato tema della malattia mentale.

Il tema delicato della malattia mentale

L’ispirazione nacque durante una visita al manicomio di Girifalco in Calabria, dove Cristicchi rimase profondamente colpito dal viavai dei pazienti. Successivamente, l’artista intraprese un viaggio attraverso dieci ospedali psichiatrici italiani, raccogliendo testimonianze e storie che confluirono nel testo della canzone. Il brano narrava la storia di Antonio, un uomo rinchiuso in manicomio da bambino per aver “creduto di parlare col demonio”.

Le polemiche sulla rappresentazione

Nonostante il successo, alcuni psichiatri criticarono aspramente l’opera, accusando Cristicchi di strumentalizzare il tema della disabilità mentale per ottenere visibilità. Tuttavia, l’artista ricevette sostegno proprio dai pazienti degli istituti psichiatrici. In particolare, durante una rappresentazione a Scandicci, le contestazioni generarono un effetto contrario, aumentando notevolmente la visibilità dello spettacolo.

Il dibattito sociale scatenato

Il brano vinse non solo il Festival ma anche il Premio della Critica, scatenando un ampio dibattito sulla condizione dei malati mentali in Italia. Cristicchi ricevette centinaia di lettere da famiglie con parenti affetti da disturbi psichici, che tra le lacrime chiedevano aiuto e supporto. La canzone divenne simbolo di denuncia contro lo stigma sociale legato alla malattia mentale, evidenziando le carenze del sistema assistenziale italiano.

L’impatto dell’opera si estese oltre la musica: nel novembre 2007, Sky mandò in onda “Lettere dal manicomio”, una serie di corti interpretati da attori come Gigi Proietti e Claudia Pandolfi, basati sulle epistole originali dell’ex ospedale psichiatrico di Volterra. Inoltre, Cristicchi pubblicò il libro “Centro di igiene mentale – Un cantastorie tra i matti” e il documentario “Dall’altra parte del cancello”.

Non Mi Avete Fatto Niente (2018) – La Polemica sul Plagio

Fabrizio Moro ed Ermal Meta
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Durante la prima serata del Festival di Sanremo 2018, una controversia inaspettata colpì l’esibizione di Ermal Meta e Fabrizio Moro con il brano “Non mi avete fatto niente“.

Le accuse di plagio

La polemica esplose quando emerse una somiglianza sorprendente tra il ritornello della canzone e quello di “Silenzio”, un brano presentato alle selezioni di Sanremo Giovani nel 2016 da Ambra Calvani e Gabriele De Pascali. Inoltre, entrambe le canzoni condividevano lo stesso autore, Andrea Febo, che aveva collaborato con Meta e Moro nella stesura del nuovo brano.

La sospensione temporanea

Successivamente, l’organizzazione del Festival, d’accordo con il direttore artistico Claudio Baglioni, decise di sospendere temporaneamente l’esibizione dei due artisti. Nonostante il vicedirettore di RaiUno Claudio Fasulo avesse inizialmente dichiarato che il brano possedeva i requisiti di “canzone nuova”, le indagini proseguirono per verificare eventuali violazioni del regolamento.

La risoluzione della controversia

Meta e Moro affrontarono le accuse spiegando che avevano mantenuto consapevolmente una parte della canzone originale, rielaborandola in un contesto completamente nuovo. Pertanto, il regolamento del Festival permetteva l’utilizzo di stralci di brani già editi, purché non superassero un terzo della nuova composizione.

La vicenda si concluse positivamente per i due artisti. Non solo furono riammessi alla competizione, ma “Non mi avete fatto niente” trionfò al Festival. Tuttavia, le polemiche non si placarono completamente: alcuni critici continuarono a contestare la decisione, sostenendo che la vittoria rappresentasse un precedente discutibile per future edizioni del Festival.

La controversia generò un intenso dibattito sui social media, dove i fan si schierarono a favore dei due cantanti con l’hashtag #IoStoConMetaMoro. Infine, Meta e Moro trasformarono questa esperienza in un’opportunità per rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest, dimostrando come una polemica potesse trasformarsi in un trampolino di lancio internazionale.

Rolls Royce (2019) – di Achille Lauro

10 canzoni di Sanremo che hanno scatenato polemiche
10 canzoni di Sanremo che hanno scatenato polemiche

La controversia al Festival di Sanremo 2019 raggiunse il culmine quando Striscia la Notizia sollevò dubbi sul brano “Rolls Royce” di Achille Lauro.

Le accuse di riferimenti alla droga

La trasmissione televisiva evidenziò un presunto collegamento tra il titolo della canzone e una nota pasticca di ecstasy, caratterizzata dal logo “RR”. L’accusa si basava sulla connessione con la statuetta “Spirit of Ecstasy” presente sui radiatori delle automobili Rolls Royce, da cui derivava il nome dello stupefacente. Successivamente, il ministro dell’Interno Matteo Salvini intervenne nella polemica, dichiarando: “Mi sembra che stia ammiccando, non è la macchina. Anche perché cita qualche personaggio che in passato ha abusato e non è finito bene”.

La difesa dell’artista

Achille Lauro respinse fermamente le accuse, spiegando che “Rolls Royce” rappresentava un simbolo di eleganza e status. “Il pezzo è una fotografia di tutte le icone mondiali dagli anni Cinquanta a oggi: dal mondo di Hollywood alla musica, allo stile”. Inoltre, il direttore artistico Claudio Baglioni difese l’artista, affermando: “Lui ha detto palesemente che il riferimento è al marchio di lusso, ricchezza e stile Rolls Royce”.

Il dibattito mediatico

La controversia si intensificò quando Don Mazzi criticò aspramente il servizio pubblico per aver permesso l’esibizione. Tuttavia, Morgan intervenne in difesa di Lauro, sottolineando come molte canzoni famose, incluse opere di Venditti e Battisti, contenessero riferimenti simili.

Pertanto, la polemica si trasformò in un dibattito più ampio sulla responsabilità sociale degli artisti. In un lungo post su Instagram, Lauro rivelò il suo background familiare: “Sono figlio di gente onesta, il secondo di due fratelli. Mia madre è sempre stata una persona altruista, generosa”. La controversia evidenziò la complessità del rapporto tra arte, interpretazione e responsabilità sociale nel contesto del Festival di Sanremo.

Musica Leggerissima (2021) – La Polemica sulla Classifica

Al Festival di Sanremo 2021, Colapesce e Dimartino presentarono “Musica leggerissima”, un brano che scatenò polemiche per il suo posizionamento finale nella classifica.

Le contestazioni del pubblico

La canzone si classificò al quarto posto nella graduatoria finale, nonostante fosse stata la più trasmessa dalle radio italiane durante la settimana del Festival. Inoltre, il brano dominò tutte le piattaforme di streaming, raggiungendo il primo posto nella Top50 Italia di Spotify, nella Top100 di Apple Music e nella classifica di Amazon Music.

La reazione dei Colapesce Dimartino

Di fronte alle polemiche, il duo mantenne un atteggiamento distaccato. “L’unica certezza era che non volevamo fare Musica leggerissima 2. Sarebbe stato impossibile e non ci abbiamo neanche provato”. Successivamente, gli artisti rivelarono di non aver cercato intenzionalmente il successo commerciale: “Non eravamo partiti con l’idea di fare la hit”.

L’impatto sui social media

Il brano divenne rapidamente un fenomeno virale. Numerose celebrità, tra cui Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro e Nicola Savino, condivisero la canzone nelle loro storie Instagram. Pertanto, su Twitter l’hashtag della canzone raggiunse 6.920 citazioni in una sola serata.

La viralità si manifestò attraverso meme e montaggi video che includevano scene da film cult come Pulp Fiction e serie televisive come Friends e La Tata. Il duo rispose alle accuse di plagio con ironia, esibendosi a Propaganda Live con una cover di “Se mi lasci non vale”.

Il successo inaspettato portò anche a una situazione particolare per gli artisti: “È una condizione strana, fuori c’è il mondo che parla della nostra canzone ma quello che accade lo vedo su Internet, sui social, in tv”. Nonostante le polemiche sulla classifica, “Musica leggerissima” si affermò come uno dei brani più significativi del 2021, diventando un fenomeno culturale che trascese il contesto del Festival.

La Controversia di Sangiovanni

Alla sua seconda partecipazione al Festival di Sanremo, Sangiovanni presentò “Finiscimi”, un brano che scatenò un intenso dibattito sulla salute mentale degli artisti giovani.

Le critiche al testo

Il brano venne criticato per la sua apparente semplicità e per la struttura ripetitiva. Alcuni critici sostennero che la voce di Sangiovanni fosse troppo sottile per un contesto come Sanremo. Inoltre, il testo venne giudicato superficiale nell’affrontare il tema dell’amore, nonostante contenesse versi significativi come “Fammi sentire quanto sono pessimo, quanto ti ho mancato di rispetto non dicendoti la verità”.

Le reazioni del pubblico giovane

Pertanto, i fan di Sangiovanni apprezzarono il suo stile unico, che mescolava pop, urban e trap. La canzone venne elogiata per la sua carica emotiva e per la capacità di toccare il cuore degli ascoltatori più giovani. Successivamente, l’artista rivelò di aver scritto il brano durante un periodo difficile, trasformandolo in una lettera dedicata a tutte le persone che cercano il coraggio per superare un addio.

Il dibattito generazionale

La controversia si trasformò in un dibattito più ampio sulla salute mentale degli artisti giovani. Sangiovanni dichiarò apertamente: “Non sono una persona che sta bene mentalmente, ma provo a stare meglio con la musica”. L’artista lanciò una sfida agli adulti: “Invito gli adulti a chiedersi perché noi giovani stiamo così, perché non credo che lo facciano in tanti”.

La discussione evidenziò come i giovani artisti siano spesso sottoposti a forte stress, rischiando di soffrire di ansia e depressione. “Ho perso tanto di me per fare questo mestiere”, confessò Sangiovanni, “Non ho dei genitori che possono capirmi, perché è anche difficile spiegare che cosa si prova”.

Made in Italy (2023) – Lo Scandalo Rosa Chemical

10 canzoni di Sanremo che hanno scatenato polemiche
10 canzoni di Sanremo che hanno scatenato polemiche

Le polemiche al Festival di Sanremo 2023 raggiunsero l’apice quando Rosa Chemical presentò “Made in Italy”, un brano che affrontava temi come il sesso libero e l’amore poligamo.

La performance con Fedez

Durante la serata finale, Rosa Chemical raggiunse Fedez seduto in prima fila e simulò un atto sessuale con lui. Successivamente, trascinò il rapper sul palco e, al termine dell’esibizione, lo baciò appassionatamente sulle labbra. “Mi è scattato all’improvviso”, spiegò l’artista ad Amadeus, “questo è il festival dell’amore”.

Le reazioni dei media

La performance scatenò immediate reazioni. La Procura di Imperia aprì un’inchiesta per atti osceni in luogo pubblico, in seguito a due esposti, tra cui uno dell’associazione Pro Vita e Famiglia. Nonostante le accuse, il sostituto procuratore Barbara Bresci chiese l’archiviazione, sostenendo che la performance aveva “finalità di puro spettacolo”. Inoltre, il fatto che l’esibizione fosse avvenuta alle 22:50, fuori dalla fascia protetta, contribuì alla decisione finale di archiviazione.

Il dibattito sulla moralità

La deputata di Fratelli d’Italia Maddalena Morgante sollevò il caso in Aula, esprimendo preoccupazione per la “rivoluzione fluida” al Festival. “È inaccettabile che tutto questo possa avvenire nella tv di Stato”, dichiarò, “soprattutto davanti ai tantissimi bambini che guarderanno la televisione per una serata in famiglia”.

Rosa Chemical difese la sua arte, spiegando che “Made in Italy” nasceva per eliminare gli stereotipi italiani sbagliati, mettendo in primo piano l’amore, il sesso, la libertà e l’uguaglianza. “Non è una canzone facile”, ammise l’artista, “perché non è facile dire all’Italia che esiste un altro tipo di pensiero rispetto a quello radicato nella nostra società”.

L’artista trasformò le polemiche in un’opportunità di discussione sulla libertà di espressione. “È stata tutta promo gratuita!”, commentò successivamente, “Se qualche politico ha voglia di parlare di questi temi alla Camera, che lo faccia”.

La Sad (2024) – Le Polemiche Prima del Festival

Ancor prima dell’inizio del Festival di Sanremo 2024, il gruppo pop-punk La Sad si è trovato al centro di una controversia che ha scosso il mondo della musica italiana.

Le critiche ai testi controversi

Il Codacons e l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi hanno presentato una denuncia contro la Rai, contestando i testi delle canzoni del gruppo considerati offensivi e violenti verso le donne. Pertanto, le associazioni hanno evidenziato versi come “Ma tu sei peggio della coca, sei una tr***” e “Ti scoperei solo per strapparti il cuore”. Inoltre, il gruppo è stato criticato per riferimenti espliciti all’uso di droghe nei loro videoclip e post sui social media.

La posizione di Amadeus

Il direttore artistico del Festival ha difeso fermamente la scelta del gruppo. “Sono andato a vedere sul vocabolario la parola pregiudizio: opinione preconcetta capace di far assumere atteggiamenti ingiusti”, ha dichiarato Amadeus in un video sui social network. Successivamente, ha sottolineato l’importanza di ascoltare prima la canzone e poi esprimere un giudizio.

Il dibattito sociale

La controversia ha generato un intenso dibattito sulla responsabilità sociale degli artisti. Il trio ha risposto alle accuse spiegando che molte delle loro canzoni risalgono a tre o quattro anni fa, risultato di errori superati. Tuttavia, il Codacons ha definito “un’assoluta ipocrisia” la scelta di far partecipare La Sad a Sanremo, sottolineando come “un Paese che si commuove per Giulia Cecchettin non può applaudire brani offensivi nei confronti delle donne”.

In difesa del gruppo è intervenuto anche Rosario Fiorello, che durante “Viva Rai2” ha cercato di stemperare le polemiche con ironia: “I La Sad sono ragazzi un po’ estroversi, so che Amadeus li sta tenendo a casa sua, gli sta facendo fare corsi di catechismo”. Il gruppo stesso ha respinto le accuse di sessismo e violenza, affermando: “Siamo totalmente diversi da come ci hanno ritratto. Si è voluto far notizia”.

AnnoArtistaCanzoneTipo di PolemicaEsito/Conseguenze
1966Adriano CelentanoIl Ragazzo della Via GluckDenuncia ambientale e urbanizzazioneSecondo posto in classifica vendite, tradotta in diverse lingue
1983Vasco RossiVita SpericolataAccuse di promuovere comportamenti pericolosiPenultimo posto ma diventa inno generazionale
1996Elio e le Storie TeseLa Terra dei CachiSatira sociale e performance provocatoriaSecondo posto e Premio della Critica
2007Simone CristicchiTi Regalerò una RosaRappresentazione della malattia mentaleVittoria del Festival e Premio della Critica
2018Ermal Meta e Fabrizio MoroNon Mi Avete Fatto NienteAccuse di plagioRiammessi e vittoria del Festival
2019Achille LauroRolls RoycePresunti riferimenti alla drogaDibattito mediatico e difesa dell’artista
2021Colapesce DimartinoMusica LeggerissimaContestazioni sulla classifica finaleQuarto posto ma grande successo commerciale
2022SangiovanniFiniscimiCritiche al testo e dibattito generazionaleDibattito sulla salute mentale dei giovani artisti
2023Rosa ChemicalMade in ItalyPerformance controversa con FedezInchiesta della Procura poi archiviata
2024La SadNon specificatoTesti controversi e accuse di messaggi inappropriatiDifesa di Amadeus e dibattito in corso

Conclusione

Le polemiche di Sanremo riflettono l’evoluzione della società italiana attraverso sei decenni di storia musicale. Dalla denuncia ambientale di Celentano nel 1966 alle controversie sui testi de La Sad nel 2024, ogni edizione ha generato dibattiti significativi sui temi sociali più urgenti.

Pertanto, questi momenti controversi hanno trasformato il Festival in uno specchio delle tensioni culturali italiane. Infatti, artisti come Vasco Rossi, Achille Lauro e Rosa Chemical hanno sfidato le convenzioni sociali, mentre altri come Cristicchi hanno portato all’attenzione pubblica tematiche delicate come la malattia mentale.

Successivamente, l’avvento dei social media ha amplificato queste discussioni, rendendo ogni polemica un fenomeno nazionale. Le controversie, dalle accuse di plagio alle denunce per contenuti inappropriati, dimostrano come il Festival continui a essere non solo una competizione musicale, ma anche un termometro dei cambiamenti sociali italiani. Inoltre, questi dibattiti hanno contribuito a mantenere Sanremo al centro dell’attenzione mediatica, confermandone il ruolo fondamentale nella cultura popolare italiana.

Betty Barletta

Caporedattore di Lifestyleblog.it. Adoro il mondo del Lifestyle

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