Tammy Abraham (depositphotos)
Tammy Abraham (depositphotos)

Milan, Camarda e Abraham: la vittoria che rilancia la corsa in Champions

di 12 Dicembre 2024

Il Milan torna a sorridere in Europa grazie alla quarta vittoria consecutiva nella fase a gironi, frutto di un successo sofferto e arrivato sul filo di lana. La serata di San Siro, contraddistinta da un gioco a tratti confusionario e da una lunga lista di infortuni, si è decisa proprio nei minuti finali, quando un’incornata del giovane Francesco Camarda, classe 2008, ha propiziato la rete decisiva di Tammy Abraham. Un gol fondamentale per restare agganciati al sogno di ottenere uno degli otto posti che contano in Champions League. Un risultato che, pur non fugando i molti dubbi sul piano di gioco, permette ai rossoneri di respirare e di tenere acceso il lumicino della speranza.

Una mossa della disperazione e l’intuizione Camarda

L’ingresso di Camarda, gettato nella mischia da Paulo Fonseca sul finire del match, non era certo il primo piano tattico del tecnico portoghese. Il giovane attaccante è stato inserito quasi come estrema soluzione, vista la difficoltà del Milan a trovare varchi nella difesa della Stella Rossa. Eppure, proprio questo giovanissimo talento, abituato ancora alle categorie inferiori, ha messo lo zampino in un’azione chiave: il suo colpo di testa, deviato sulla traversa dal portiere Gutea, ha creato la seconda palla utile per Abraham, libero di insaccare il gol del sorpasso. Una rete pesantissima, che trasforma la serata di sofferenza in un trionfo liberatorio.

Emergenza infortuni e fatica a centrocampo

Se la gioia del risultato è indiscutibile, lo stesso non si può dire della prestazione. Il Milan, ancora una volta, ha messo in mostra tutte le sue difficoltà strutturali. La mancanza di una chiara identità tattica, la fragilità nel mantenere il controllo del centrocampo e la difficoltà di gestire il pallone con lucidità sono emerse nitidamente. L’infermeria, già affollata per l’assenza di Pulisic, si è ulteriormente riempita nella prima mezz’ora, con le uscite forzate di Ruben Loftus-Cheek e Alvaro Morata. Due pedine fondamentali, soprattutto l’ex Chelsea, chiamato a dare equilibrio in mezzo al campo.

Ora, con Yunus Musah costretto agli straordinari, Youssouf Fofana e Tijjani Reijnders stanchi e visibilmente affaticati, il centrocampo rossonero rischia di andare in riserva. La coperta è corta e gli esperimenti di Fonseca non sembrano garantire stabilità. Il tecnico dovrà inventarsi soluzioni alternative, sperando che i nuovi guai muscolari non compromettano ulteriormente le rotazioni.

Avvio illusorio e pericoli inattesi

La gara era partita su buoni presupposti, con il Milan apparentemente determinato a far pesare il divario tecnico. Già in avvio Rafael Leao aveva tentato di sbloccare il risultato, ma la sua conclusione, seppur insidiosa, è stata neutralizzata da un attento Gutea. Tuttavia, quella fiammata iniziale si è rivelata un’illusione: i rossoneri, con il passare dei minuti, hanno perso lucidità, trasformando il dominio atteso in un miscuglio di frenesia e imprecisioni. Errori in appoggio, passaggi sbagliati e uno scarso movimento senza palla hanno permesso alla Stella Rossa di prendere coraggio.

I serbi non hanno rinunciato a contrattaccare e, in un paio di situazioni, hanno addirittura sfiorato il colpo grosso. Emblematica l’occasione capitata al talentino Maksimovic, 17 anni appena, capace di sorprendere una difesa milanista imbambolata. La sua girata di rimbalzo ha centrato la traversa, facendo tremare San Siro e ricordando ai rossoneri che, senza attenzione, anche l’avversario meno quotato può far male.

La scossa firmata Abraham

L’uscita anticipata di Loftus-Cheek e Morata ha costretto Fonseca a rivedere in corsa l’assetto tattico. Dentro Samuel Chukwueze, poco ispirato, e soprattutto Abraham, attaccante di peso pronto a caricarsi l’offensiva sulle spalle. È proprio l’inglese a dare la scossa, smuovendo una squadra apparsa impantanata. A quel punto, il Milan ritrova un minimo di energia. Fofana, uno dei pochi in grado di mantenere lucidità, lancia in profondità un pallone su cui Abraham si avventa come un rapace: controllo aereo da applausi, conclusione immediata e palla che si insacca sotto la traversa. San Siro esplode, il Milan passa in vantaggio. Una giocata tanto bella quanto necessaria, perché senza la qualità del numero 10 rossonero la gara stava prendendo una piega pericolosa.

Ripresa tra blackout e paura

Avanti di un gol all’intervallo, i rossoneri avrebbero dovuto amministrare con calma e autorità. Invece, l’inizio del secondo tempo ha riportato alla luce i limiti noti. I rossoneri sono rientrati in campo confusi, concedendo spazi e iniziative a una Stella Rossa pronta a colpire. Mimovic ha impegnato Maignan, mentre la gestione del pallone si è fatta imbarazzante, con errori in serie che hanno frustrato anche i tifosi più pazienti.

Abraham, eroe del primo tempo, ha avuto la palla del raddoppio, ma ha sprecato l’occasione calciando addosso a Djiga da pochi passi. Un errore che ha pesato, perché la squadra di Fonseca ha continuato a sbandare e, approfittando dell’ennesima insicurezza del centrocampo, la Stella Rossa ha pareggiato. Radonjic, entrato per dare brio sulla trequarti, ha strappato il pallone a un Musah inspiegabilmente passivo, e senza alcun contrasto si è coordinato per un tiro preciso che ha trafitto Maignan. Tutto da rifare, San Siro gelato.

Il lampo di Camarda e la rete decisiva

Con la tensione alle stelle e i fischi pronti a esplodere, Fonseca ha tentato la carta della disperazione inserendo il giovanissimo Camarda. Un gesto di coraggio, se non di pura necessità. Il ragazzo ha subito mostrato energia e concentrazione, cercando di dare profondità e di tenere in apprensione la retroguardia serba. Il momento chiave si è materializzato a pochi minuti dal fischio finale: su un cross teso, Camarda si è avventato di testa. Gutea, reattivo, ha deviato quel pallone sulla traversa, ma la sfera è tornata in campo e Abraham, come un falco, ne ha approfittato per insaccare il gol della vittoria.

Una rete che salva il Milan da una serata storta, che regala tre punti fondamentali nella corsa alla qualificazione e che, soprattutto, consegna un momento indimenticabile a un 16enne pronto a diventare un nuovo volto del calcio italiano. Un talento da coltivare e da proteggere, soprattutto in un momento in cui la squadra ha bisogno di freschezza e soluzioni dal basso.

Punti chiave della serata:

  • Emergenza totale: Troppi infortuni e scelte obbligate, soprattutto a centrocampo.
  • Frenesia e disordine: Gioco disordinato, difficoltà nel controllo del ritmo.
  • Gioventù decisiva: Camarda e il suo colpo di testa fondamentale.
  • Abraham leader offensivo: Due gol pesanti, un punto di riferimento in attacco.
  • Difetti strutturali irrisolti: Nonostante la vittoria, i problemi tattici restano.

Fonte immagine: https://depositphotos.com/it/

Marco Mattei

Dalla Puglia con furore. Appassionato di calcio e sport, ma anche di tutto il mondo del Lifestyle.

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