In un momento di profonda trasformazione per la Roma, emerge con forza il carattere sudamericano come possibile chiave di volta per la rinascita. Tre uomini, tre storie diverse ma unite dalla stessa garra argentina, sono chiamati a guidare la squadra verso nuovi orizzonti sotto la guida esperta di Claudio Ranieri. Paulo Dybala, Matias Soulé e Leandro Paredes rappresentano non solo tre pilastri tecnici, ma soprattutto tre personalità su cui costruire un nuovo percorso, in un momento in cui il club necessita di punti fermi per ritrovare la propria identità.
Il nuovo corso di Dybala: libertà e responsabilità
La storia di Paulo Dybala nella capitale si arricchisce di un nuovo capitolo con l’arrivo di Ranieri. Il tecnico romano ha immediatamente posto fine alle speculazioni sulla famosa clausola contrattuale con una dichiarazione che ha il sapore di una vera e propria investitura. Durante la sua presentazione a Trigoria, Ranieri ha condiviso un aneddoto significativo, raccontando di un precedente presidente che gli chiese di escludere un giocatore per questioni contrattuali, una richiesta che gli costò il posto ma che rivelò la sua integrità professionale.
“Le clausole non mi interessano”, ha dichiarato con fermezza il nuovo allenatore giallorosso, “Dybala è di un’altra categoria”. Parole che hanno definito immediatamente la centralità della Joya nel progetto tecnico, liberandolo da pressioni extra-campo che ne avevano condizionato le prestazioni nei primi mesi della stagione, inclusa la tentazione dell’offerta dell’Al-Shabab.
Il nuovo ruolo pensato per Dybala prevede una maggiore vicinanza alla porta, liberandolo da eccessivi compiti di costruzione sulla mediana. L’obiettivo è chiaro: riportare l’argentino a quei livelli che gli hanno permesso di segnare 36 reti e fornire 18 assist in 89 apparizioni con la maglia giallorossa. Un rendimento straordinario che Ranieri intende preservare e possibilmente migliorare, permettendo al fantasista di concentrarsi sulla finalizzazione e sul supporto a Dovbyk.
La metamorfosi di Soulé: dal sorriso alla consapevolezza
La parabola di Matias Soulé rappresenta forse la storia più intrigante di questa stagione romana. Arrivato in estate con l’entusiasmo e il sorriso contagioso di un ventunenne pronto a conquistare la capitale, l’ex juventino ha dovuto fare i conti con una realtà più complessa del previsto. Il cambio di modulo e un’atmosfera non proprio serena all’interno del club hanno complicato il suo inserimento, ma non hanno scalfito la sua determinazione.
Come ha sottolineato Diego Perotti in una recente intervista, Soulé continua a mostrarein campo quel coraggio che lo contraddistingue, chiedendo costantemente il pallone e non rinunciando mai alla giocata di qualità, anche nei momenti più difficili. Un atteggiamento che non è sfuggito a Ranieri, il quale ha già individuato nel giovane argentino un talento “alla Maradona e Zico”, come lui stesso ha dichiarato dopo averlo osservato nei primi allenamenti.
La risposta del giocatore non si è fatta attendere: un gol in partitella e quell’abbraccio al nuovo mister che vale più di mille parole, simbolo di una rinnovata fiducia e della voglia di dimostrare il proprio valore.
Paredes: l’esperienza al servizio della causa
Il ruolo di Leandro Paredes in questa fase di transizione assume una valenza particolare. Nonostante le sirene del Boca Juniors che risuonano sempre più forti, il centrocampista è chiamato a un compito duplice: leader in campo e punto di riferimento nello spogliatoio. La sua esperienza internazionale e la conoscenza dell’ambiente romano lo rendono una figura chiave nel processo di rinascita della squadra.
Ranieri ha già individuato in Paredes quella figura di raccordo tra campo e spogliatoio necessaria per trasmettere i suoi principi alla squadra. La sua leadership naturale sarà fondamentale per compattare il gruppo e fornire quel sostegno tecnico e morale di cui la squadra ha bisogno in questo momento delicato.
La sfida collettiva
L’obiettivo immediato è chiaro: risalire la classifica e trasformare i fischi dell’Olimpico in applausi. La garra argentina dei tre moschettieri sudamericani potrebbe rivelarsi l’ingrediente decisivo in questa missione. Ranieri ha costruito un piano preciso per ciascuno di loro, consapevole che solo attraverso l’esaltazione delle individualità si può arrivare a un gioco corale efficace.
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