L’inverno 2024-2025 si preannuncia come una stagione turistica di lieve rallentamento per l’Italia, con una contrazione dei flussi turistici e una spesa che si prevede diminuisca rispetto all’anno precedente. Secondo le stime pubblicate da Demoskopika, l’Istituto di ricerca che si occupa di analisi e previsioni turistiche, il paese accoglierà circa 26,7 milioni di arrivi e 78 milioni di presenze, segnando una diminuzione rispetto ai numeri record dell’anno scorso.
Nonostante il calo, la spesa turistica è destinata a restare significativa, con una previsione di 20,5 miliardi di euro, sebbene inferiore rispetto ai 21,4 miliardi registrati nella stagione precedente. Questo scenario di stagnazione evidenzia alcune sfide per il settore turistico italiano, ma anche delle opportunità, specialmente in alcune regioni e in particolari settori.
Un mercato in lieve calo
Secondo i dati di Demoskopika, la flessione dei flussi turistici sarà pari al 1,3% per gli arrivi e 2,8% per le presenze rispetto alla stagione 2023. In particolare, la quota di turisti stranieri subirà un leggero calo, passando da circa 11 milioni di arrivi nel 2024 a una diminuzione di circa 3,6% per l’inverno 2024-2025. D’altra parte, il mercato domestico sembra mantenere una performance positiva, con una modesta crescita degli arrivi (+0,3%) che però non riuscirà a compensare la flessione nelle presenze (-0,5%).
Le destinazioni più colpite dal calo sono quelle che tradizionalmente attraggono i turisti stranieri, come le principali città d’arte e le località più famose della costa. Tuttavia, alcuni dati positivi emergono dal confronto con il 2019, quando la situazione era più stabile: per gli arrivi si registra una piccola diminuzione di 0,6%, ma le presenze segnano una crescita del 5,1% rispetto al periodo pre-pandemia, segno che la permanenza dei turisti è in aumento.
Destinazioni più attrattive e l’effetto del cambiamento climatico
L’analisi delle destinazioni turistiche italiane per l’inverno 2024-2025 rivela un forte interesse per le località alpine, grazie alla tradizione consolidata nel turismo bianco. Le regioni del Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte e Friuli Venezia Giulia continuano ad essere le più apprezzate, grazie alla qualità delle infrastrutture e alla possibilità di praticare sport invernali come sci e snowboard.
Nel Centro Italia, le regioni come Umbria e Toscana si distinguono per la loro offerta culturale e naturalistica, che attrae turisti alla ricerca di esperienze autentiche e lontane dalle mete convenzionali. Le città storiche e le bellezze naturali sono il cuore di queste destinazioni, che continuano ad attrarre un pubblico appassionato di cultura e tradizioni.
In Sud Italia, la stagione invernale non è tradizionalmente la più forte, ma alcune località sciistiche come Lorica e Gambarie d’Aspromonte potrebbero beneficiare di un turismo invernale alternativo. Le isole come Sardegna e Sicilia potrebbero migliorare la loro competitività con investimenti in infrastrutture adeguate e una promozione turistica attiva anche nei mesi fuori stagione.
Infine, il cambiamento climatico sembra avere un impatto sulle stagioni turistiche: la possibilità di un allungamento della stagione potrebbe creare nuove opportunità per il turismo all’aperto anche nei mesi tradizionalmente più freddi, aprendo le porte a nuove modalità di fruizione dei territori.
Il futuro del turismo in Italia: necessità di investimenti e innovazione
Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, ha sottolineato che la frammentazione del sistema turistico italiano limita la valorizzazione di regioni meno conosciute e ostacola lo sviluppo di nuove offerte. Secondo Rio, è necessario superare le divisioni territoriali con una governance coordinata e investire in infrastrutture, tecnologie e formazione per migliorare l’esperienza turistica nel paese.
La questione della governance turistica rimane aperta: sebbene le Regioni abbiano la competenza esclusiva in materia di turismo, la centralizzazione delle scelte potrebbe garantire una programmazione più efficace e una maggiore coesione tra i vari attori del settore.
Le sfide per la spesa turistica
Le previsioni per la spesa turistica mostrano una contrazione, con una diminuzione stimata pari al 4,4% rispetto alla scorsa stagione. La spesa pro-capite per vacanza si prevede scenderà da 791 euro nel 2024 a 767 euro nel 2025, segno che i turisti saranno più cauti nelle loro spese, scegliendo esperienze più contenute e più orientate al risparmio. Questo aspetto potrebbe influire sulle località più costose, che potrebbero dover diversificare le proprie offerte per attrarre una clientela più ampia.
Considerazioni finali
Le previsioni per la stagione invernale 2024-2025 mostrano un panorama misto per il turismo in Italia, con calo dei flussi turistici ma anche un potenziale di crescita nelle destinazioni alpine e nel Sud Italia, specialmente grazie alle opportunità offerte dal cambiamento climatico. Per affrontare le sfide future, l’Italia dovrà puntare su innovazione, cooperazione tra territori e una gestione più efficace delle risorse turistiche.