Il celebre psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha partecipato alla trasmissione radiofonica “Che rimanga tra noi”, condotta da Alessio Moriggi e Francesca Pierri su Radio Cusano Campus e in radiovisione su Cusano Italia TV, per chiarire la sua posizione riguardo al dibattuto progetto di educazione affettiva nelle scuole italiane. Crepet ha approfittato dell’occasione per mettere a tacere alcune voci e delineare il suo punto di vista sull’argomento.
In risposta a recenti notizie che lo indicavano come coordinatore del progetto di educazione sentimentale promosso dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, Crepet ha voluto smentire fermamente il proprio coinvolgimento ufficiale, affermando: “Io non coordino nessun progetto, perché il progetto non esiste”. Con queste parole, lo psichiatra ha chiarito che non c’è al momento alcun incarico né alcun progetto formale in essere, nonostante il dialogo aperto con il Ministro.
Crepet ha poi aggiunto alcuni dettagli riguardo all’incontro con Valditara: “Ovviamente ho parlato con il Ministro, che ringrazio per avere pensato a me come eventuale figura di riferimento. Riguardo a una commissione, la Commissione non c’è. È un’idea. Di che cosa si debba occupare la Commissione non lo so. Lo vengo a sapere dai giornali”. Questo commento evidenzia l’assenza di una proposta concreta e di una struttura organizzata per il progetto, chiarendo che, al momento, si tratta di un’idea ancora in fase embrionale.
Il punto di vista di Crepet sull’educazione sentimentale nelle scuole
Crepet, pur mostrando interesse per il tema, ha espresso dubbi sulla reale efficacia dell’educazione sentimentale come materia scolastica: “L’orario di educazione sentimentale non lo considero un metodo né opportuno né efficace. Quindi per me l’argomento si chiude così”. A suo avviso, una materia curriculare dedicata all’educazione sentimentale potrebbe non essere il miglior approccio per affrontare tematiche complesse come le relazioni affettive e il benessere emotivo dei giovani.
Sottolineando il suo desiderio di contribuire alla discussione senza alcuna influenza politica, Crepet ha ribadito la propria indipendenza: “Io sono un uomo libero e continuo ad esserlo”. Con queste parole, ha voluto evidenziare il proprio impegno per il bene dei giovani, senza essere legato a ideologie o orientamenti politici.
L’arte come strumento per l’educazione sentimentale
Nel corso dell’intervista, Crepet ha condiviso una proposta interessante per stimolare una riflessione più profonda tra i giovani su temi di natura affettiva. Secondo lo psichiatra, un approccio efficace potrebbe essere quello di utilizzare l’arte come catalizzatore di discussioni e pensieri. A tal proposito, ha suggerito di proiettare nelle scuole il film di Stanley Kubrick, “Lolita”, un’opera che tratta di temi complessi legati all’amore e alle relazioni, favorendo così una discussione attiva e coinvolgente tra gli studenti.
“Una delle mie proposte è quella di far vedere il film di Stanley Kubrick ‘Lolita’ nelle scuole”, ha dichiarato Crepet. Secondo lui, l’arte ha da sempre il ruolo di provocare e stimolare riflessioni significative: “E voi? Siete lontani da quel mondo o lo avete replicato? L’arte serve a provocare, è sempre stato così nella storia dell’umanità”. Crepet vede quindi l’arte come un mezzo per generare un dialogo sincero e stimolare una consapevolezza maggiore tra i giovani riguardo alle dinamiche affettive e alle loro implicazioni.
Un impegno costante per il disagio giovanile
Verso la fine dell’intervista, Crepet ha ribadito il proprio impegno verso il miglioramento del benessere giovanile, un tema centrale del suo lavoro da anni. Ha evidenziato la necessità di affrontare il disagio giovanile e i fenomeni di criminalità giovanile, sottolineando la sua volontà di contribuire concretamente non appena ci sarà una proposta scritta su cui lavorare. “Quando ci saranno le carte le leggerò. Su questo tema sono pronto a capire cosa si potrebbe fare”, ha concluso Crepet, lasciando aperta la possibilità di un coinvolgimento futuro su progetti formali che mirino a supportare i giovani e a offrire loro strumenti adeguati per affrontare le sfide emotive della vita.