L’Olimpico danza di gioia in una notte che resterà nella storia. La Lazio di Baroni continua a scrivere pagine indimenticabili in Europa League, conquistando la vetta solitaria del girone grazie a un guizzo dell’eterno Pedro al 92′. Un gesto tecnico sublime, di quelli che solo i campioni sanno inventare: lo spagnolo ha letto in anticipo il cross perfetto di Isaksen, controllando e battendo Diogo Costa con la classe che lo contraddistingue da sempre.
La mano del maestro
È il sesto sigillo stagionale per l’ex Barcellona, il terzo in questa competizione che aveva già vinto con il Chelsea di Sarri. Ma questa Lazio sembra avere qualcosa di speciale, un’alchimia particolare creata da un Baroni che continua a stupire con le sue intuizioni tattiche. Quando il Porto sembrava aver preso il sopravvento, ha saputo ribaltare le sorti del match con cambi decisivi che hanno rivitalizzato la squadra nel momento più delicato.
Battaglia tattica e nervi tesi
La partita è stata un autentico scontro di nervi e muscoli. Gigot ha rischiato grosso in avvio per un intervento duro su Eustaquio, ma sono stati i portoghesi a picchiare di più: sei cartellini gialli complessivi e quattordici falli solo nel primo tempo raccontano l’intensità della sfida. La Lazio ha provato a sorprendere gli avversari con verticalizzazioni immediate per superare la difesa alta di Vitor Bruno, creando un paio di occasioni con Taty, prima alta sopra la traversa, poi annullata per fuorigioco.
Il Porto alza la testa
Il Porto ha saputo reagire, prendendo il controllo del gioco intorno alla mezz’ora. Fernandes e Moura hanno creato problemi sulle fasce, costringendo Zaccagni a un super lavoro difensivo. Il momento più critico è arrivato quando Fabio Vieira ha colpito l’incrocio dei pali con una conclusione deviata da Tavares, graziando il giovane portiere Mandas.
Momenti chiave e colpo di scena
Ma questa Lazio ha il cuore grande e la fortuna dei coraggiosi. Allo scadere del primo tempo, Romagnoli ha trovato il suo primo gol europeo in biancoceleste, anticipando Vecino su corner. Il vantaggio sembrava poter indirizzare la partita, ma il Porto ha trovato il pareggio nella ripresa con Eustaquio, bravo a sfruttare un’imbucata di Vieira e una fuga di Galeno.
L’apoteosi finale
Il finale è stato un crescendo di emozioni. Rovella, Dia, Gila e Isaksen hanno portato energie fresche, Vecino ha sfiorato il vantaggio, ma è stato Pedro a prendersi la scena nel momento decisivo. Un gol che vale il primato solitario con dodici punti, un cammino perfetto che sta facendo sognare i tifosi biancocelesti. L’Olimpico è diventato una bolgia di passione, in perfetta simbiosi con una squadra che sta dimostrando di poter competere ai massimi livelli europei. La Lazio di Baroni continua a stupire, e questa notte magica potrebbe essere solo l’inizio di un’avventura ancora più grande.
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