In una serata che promette scintille, l’Europa League si veste dei colori più prestigiosi, trasformandosi in un palcoscenico degno della Champions. Lazio e Porto si ritrovano faccia a faccia in una sfida che va ben oltre il semplice format della competizione, evocando ricordi di grandi notti europee e riscrivendo nuove pagine di storia. Il pensiero corre veloce a quel lontano aprile 2003, quando Mancini e un giovane Mourinho si sfidarono in una doppia semifinale di Coppa UEFA che vide il portoghese trionfare dopo un rocambolesco 4-1 al Das Antas e uno stoico 0-0 all’Olimpico.
L’aria che si respira oggi è diversa, ma non meno elettrizzante. La Lazio di Baroni si presenta a questo appuntamento come una vera big europea, forte di numeri che raccontano una metamorfosi sorprendente: nove punti in tre partite, nove gol realizzati e la porta violata una sola volta. Una cavalcata perfetta che la vede in vetta al girone insieme a Tottenham e Anderlecht, ma con una differenza reti che la fa sorridere ancora di più.
Il Porto che si presenta all’Olimpico non è più quello di Sergio Conceiçao, ma la nuova creatura di Vìtor Bruno non ha perso lo smalto dei dragões. I numeri parlano chiaro: ventisette gol in dieci partite di campionato, un secondo posto in Liga Portugal che profuma di ambizione e sette reti già realizzate in Europa League. Il giovane Omorodion si è rivelato una vera e propria macchina da gol in coppa, con una media realizzativa di un gol ogni sessantaquattro minuti, cifre che lo pongono nell’élite degli attaccanti europei insieme a Castellanos e Brennan Johnson del Tottenham.
La Lazio che si appresta ad affrontare questa sfida è una squadra trasformata, che ha riscoperto il piacere del bel gioco e l’ebbrezza della vittoria. Le statistiche raccontano di una squadra che domina: in vantaggio per l’ottanta percento del tempo giocato in coppa, seconda solo al Galatasaray per occasioni create, con la particolarità di aver colpito cinque pali, record che mischia sfortuna e propensione offensiva. È l’unica squadra a poter vantare tre marcatori con almeno due reti ciascuno – Castellanos, Dia e Pedro – un segno di pericolosità diffusa che fa tremare le difese avversarie.
L’aspetto economico aggiunge ulteriore pepe alla sfida. La Lazio ha già incassato un milione e trecentocinquantamila euro per le tre vittorie, ma il piatto può diventare ancora più ricco. Le prime otto classificate si garantiranno seicentomila euro, con bonus aggiuntivi basati sulla posizione finale che potrebbero portare nelle casse biancocelesti fino a 3,3 milioni di euro. Un tesoro che Lotito già pregusta, mentre Baroni pensa solo a infrangere il tabù Porto, mai battuto nei quattro precedenti confronti.
La serata dell’Olimpico si preannuncia come uno spartiacque della stagione. La Lazio cerca il poker di vittorie consecutive in Europa, impresa che mancava dai tempi di Inzaghi, ma soprattutto vuole dimostrare di essere definitivamente matura per i grandi palcoscenici internazionali. È una squadra che non corre più al risparmio, che ha ritrovato il gusto di dominare e che ora vuole prendersi anche lo scettro europeo.
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