Il silenzio avvolge il Fulvio Bernardini come non era mai accaduto prima. Ivan Juric ha voluto così, chiudendo per la prima volta le porte del centro sportivo a chiunque non fosse strettamente necessario alla preparazione della partita. Niente fotografi, niente telecamere, solo lui, il suo staff e la squadra. Una decisione che racconta molto del momento delicato che sta vivendo la Roma, e ancora di più della meticolosità con cui il tecnico sta preparando la sfida contro il Torino.
Un puzzle da completare
Mai come questa volta Juric sta sfruttando ogni minuto a disposizione per definire l’undici titolare. La rifinitura di ieri è stata un continuo alternarsi di prove e soluzioni, con il tecnico intento a valutare non solo la condizione atletica ma anche quella mentale dei suoi uomini. Nel mosaico giallorosso, alcuni tasselli sono già al loro posto: Svilar difenderà i pali, N’Dicka guiderà la difesa, Koné sarà il faro del centrocampo e Dybala il riferimento offensivo. Ma è tutto il resto a tenere Juric in apprensione.
L’infermeria detta i tempi
Il tecnico si trova a dover fare i conti con due situazioni particolarmente delicate. Artem Dovbyk ha fatto scattare il primo campanello d’allarme nell’allenamento di martedì, quando un problema fisico lo ha costretto a interrompere il lavoro con i compagni. L’ucraino, autore di 5 reti stagionali, rappresenta una pedina fondamentale nello scacchiere giallorosso, soprattutto considerando il momento non brillante della squadra in fase realizzativa.
Non meno preoccupante è la situazione di Lorenzo Pellegrini. Il capitano sta stringendo i denti da giorni, convivendo con un problema al piede che lo ha condizionato già nella sfida contro la Fiorentina. La sua presenza dal primo minuto resta in dubbio, con una decisione che verrà presa solo questa mattina dopo l’ultimo test.
Le alternative studiate
Juric non si è fatto trovare impreparato di fronte a questi imprevisti. Nel corso della rifinitura ha provato diverse soluzioni, disegnando una Roma che potrebbe cambiare volto in base alle disponibilità. L’eventuale assenza di Dovbyk potrebbe spingere Dybala in posizione più avanzata, con Baldanzi a supporto sulla trequarti. Un assetto che modificherebbe sostanzialmente la natura offensiva della squadra, ma che potrebbe garantire maggiore imprevedibilità.
A centrocampo, il giovane Pisilli si tiene pronto nel caso Pellegrini dovesse alzare bandiera bianca. Una soluzione che vedrebbe il centrocampista della Primavera inserirsi in una mediana già collaudata con Koné ed Enzo Le Fée, quest’ultimo pronto alla sua seconda apparizione da titolare dopo il rientro dall’infortunio.
La difesa e le scelte obbligate
Il reparto arretrato sembra quello destinato a meno sorprese, con Mancini che, dopo il chiarimento con Juric, è pronto a riprendere il suo posto al fianco di N’Dicka e Angeliño. Sulle fasce, nonostante le critiche ricevute dopo la prestazione del Franchi, Celik dovrebbe essere confermato a destra, mentre Zalewski presidierà la corsia mancina.
Una serata decisiva
La sfida contro il Torino assume i contorni di un crocevia fondamentale per la stagione giallorossa. Dopo il tracollo di Firenze, Juric cerca una reazione d’orgoglio dai suoi uomini, un segnale forte che possa indicare la via della rinascita. La Roma ha bisogno di ritrovare solidità difensiva e concretezza offensiva, ma soprattutto deve dimostrare di essere ancora una squadra unita e determinata.
Il tecnico lo sa bene, e forse è proprio per questo che ha voluto isolare il gruppo nel silenzio del Fulvio Bernardini. Questa mattina scioglierà gli ultimi dubbi, consapevole che le sue scelte potrebbero essere decisive non solo per il risultato della serata, ma per il prosieguo dell’intera stagione.
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