Gudmundsson
Lisa Guglielmi / IPA Sport / IPA

Gudmundsson infiamma il Franchi: la Fiorentina risorge contro una Lazio sprecona

di 23 Settembre 2024

In un mezzogiorno di calcio vibrante e imprevedibile, la Fiorentina ha trovato la sua prima vittoria casalinga della stagione, superando una Lazio che, nonostante una prestazione offensiva di alto livello, è uscita dal Franchi con le ossa rotte. Il protagonista indiscusso della giornata è stato Albert Gudmundsson, faro luminoso di una squadra viola che ha saputo reinventarsi in corsa.

La metamorfosi tattica di Palladino

Il tecnico viola Raffaele Palladino ha dimostrato grande acume tattico, operando cambiamenti decisivi nell’intervallo. La Fiorentina è passata da un iniziale 3-4-2-1, che l’aveva vista in difficoltà nel primo tempo, a un più efficace 4-2-3-1:

  • DodoComuzzoRanieri e Gosens in difesa
  • Cataldi e Bove come mediani
  • ColpaniGudmundsson e Kouamé a supporto di Kean

Questa nuova disposizione ha rivitalizzato la squadra, permettendole di esprimere un gioco più fluido e incisivo.

L’impatto di Gudmundsson

Il numero 10 islandese si è rivelato l’uomo della provvidenza per i viola. La sua classe cristallina si è manifestata in ogni azione offensiva della Fiorentina:

  1. Ha guadagnato e trasformato il rigore del pareggio dopo soli 2 minuti nella ripresa
  2. Ha orchestrato la manovra offensiva con tocchi di classe e visione di gioco
  3. Ha segnato il rigore decisivo al 90′, completando la rimonta

La sua presenza in campo ha dato spavalderia e coraggio a tutta la squadra, dimostrando come un giocatore di qualità possa cambiare le sorti di una partita.

La Lazio e i rimpianti

Marco Baroni
Domenico Cippitelli/IPA Sport

Nonostante la sconfitta, la squadra di Marco Baroni esce dal Franchi con la consapevolezza di aver giocato una partita di alto livello, soprattutto nel primo tempo. Le statistiche parlano chiaro:

  • 20 tiri totali (6 nello specchio)
  • 10 calci d’angolo
  • Dominio territoriale per larghi tratti

I protagonisti biancocelesti

  • Gila: autore del suo primo gol in Serie A su un preciso assist di Tavares
  • Isaksen e Lazzari: coppia devastante sulla fascia destra nel primo tempo
  • Guendouzi: sfortunato protagonista di una traversa nel finale che avrebbe potuto cambiare le sorti del match

La decisione di Baroni di sostituire alcuni dei suoi uomini migliori (Isaksen, Lazzari e Dia) tra il 61′ e il 68′ minuto ha finito per devitalizzare la squadra, aprendo la strada alla rimonta viola.

Il fattore arbitrale

La partita è stata segnata da alcune decisioni arbitrali controverse:

  1. Due rigori assegnati alla Fiorentina per “step on foot” in area
  2. Episodi dubbi non sanzionati a sfavore della Lazio (pestone di Dodo su Patric e presunto tocco di mano dello stesso Dodo in area)

L’intervento del VAR si è rivelato decisivo, soprattutto nel segnalare il secondo rigore per la Fiorentina, causato da Tavares su Dodo sulla linea di fondo.

Una partita senza esclusione di colpi

Il match si è caratterizzato per un ritmo frenetico e continui capovolgimenti di fronte:

  • 34 tiri totali (20 Lazio, 14 Fiorentina)
  • 13 calci d’angolo
  • 7 cartellini gialli

Questi numeri testimoniano l’intensità di una sfida che ha tenuto gli spettatori con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto.

Momenti chiave

  • Gol di Gila su punizione di Tavares
  • Pareggio di Gudmundsson su rigore a inizio ripresa
  • Traversa di Guendouzi all’86’
  • Rigore decisivo di Gudmundsson al 90′

Le scelte iniziali dei tecnici

Palladino aveva optato per un assetto più prudente, con:

  • M.Quarta, Comuzzo e Biraghi in difesa
  • Cataldi e Mandragora a centrocampo
  • Colpani e Bove tra le linee dietro a Kean

Baroni aveva invece puntato su:

  • Castrovilli come mediano (fischiato al cambio dai suoi ex tifosi)
  • Noslin come centravanti al posto di Castellanos

La svolta tattica

Il cambio di modulo della Fiorentina nel secondo tempo ha completamente ribaltato l’inerzia della partita:

  • Maggiore spinta sulle fasce
  • Gioco più pulito e costruzione dal basso più efficace
  • Aumento della pericolosità offensiva

La Lazio, dal canto suo, ha pagato la stanchezza e alcune scelte di formazione discutibili nel finale, non riuscendo a mantenere l’intensità mostrata nel primo tempo.

In conclusione, questa partita ha dimostrato come nel calcio moderno la capacità di adattarsi tatticamente in corso d’opera possa fare la differenza. La Fiorentina di Palladino ha trovato in Gudmundsson il suo faro, mentre la Lazio di Baroni esce dal Franchi con l’amaro in bocca per un’occasione sprecata.

Redazione

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