Esattamente sessant’anni fa, nel 1964, partì l’attività della De Tomaso. L’avventura del costruttore italoargentino iniziò con la De Tomaso Vallelunga, prodotta in soli 53 esemplari. Nel 1967 fu sostituita dalla Mangusta che, invece, fu prodotta in 400 unità. Tuttavia, la supercar più rappresentativa è la De Tomaso Pantera, introdotta nel 1970. Fu proposta poi nelle configurazioni GTS del 1971, GT4 del 1972, L del 1973, GT5 del 1980 e GT5-S del 1984. L’ultima evoluzione risale al 1990, ovvero la Pantera Si con il motore a benzina 5.0 V8 da 250 CV di potenza, prodotta in soli 37 esemplari con la carrozzeria coupé e 4 unità come Targa.
Nella storia del costruttore italoargentino figura anche la berlina De Tomaso Deauville del 1971, più la sportiva Longchamp del 1973 e disponibile anche nelle declinazioni GTS e GTS-E, nonché nelle varianti Cabriolet e Spyder. Nel 1994, invece, debuttò l’ultimo modello De Tomaso Guarà con il propulsore a benzina 4.6 V8 da 305 CV di potenza, prodotta nelle configurazioni Coupé, Barchetta e Spyder rispettivamente in 36 esemplari, 10 unità e 4 esemplari. Non sono mancate le concept car, ovvero la Pampero del 1966, la Zonda del 1971, la Bigua del 1998 – poi commercializzata come Qvale Mangusta – e la Pantera 2000 del 1999.
La De Tomaso è fallita nel 2004, per poi risorgere sette anni più tardi con la crossover Deauville mai giunta in produzione. Recentemente, è stata svelata la hypercar De Tomaso P72, prodotta nel 2019 in soli 72 esemplari. Il costruttore italoargentino ha vissuto la gloria sul mercato italiano negli anni ’70, quando furono immatricolati 26 unità di Longchamp, 32 esemplari di Mangusta e 128 unità di Deauville, ma soprattutto 485 esemplari della supercar De Tomaso Pantera.