Andrea Rizzolini, uno dei più giovani illusionisti italiani che nel 2017, a soli 17 anni, è diventato Campione Italiano di Mentalismo, forma di illusionismo basato sull’uso delle parole è pronto ad… illuderci!
Dopo aver registrato il tutto esaurito con 11 repliche al Teatro Franco Parenti di Milano, “INCANTI” andrà in scena il 16 e il 17 maggio al Teatro Sala Umberto di Roma con un nuovo allestimento, per proseguire in autunno con una nuova tournée.
Lo spettacolo, che unisce teatro e illusionismo, vede salire sul palco insieme ad Andrea altri 5 tra i più premiati illusionisti italiani Under 30. Attraverso una serie di performance di diversa natura, ma sempre basate sulle illusioni e sulle apparenze, gli spettatori sono chiamati a risvegliare la propria capacità di provare meraviglia.
Andrea, da dove nasce la passione per questa particolare forma d’arte?
È incominciato tutto quando a 10 anni ho visto una videocassetta contenente uno speciale televisivo su David Copperfield che mio nonno aveva registrato nel 1994: quando vidi la sua performance in cui volava sul palcoscenico così come io sognavo di fare nei miei sogni ho provato qualcosa che mi ha cambiato nel profondo e ho deciso che anche io volevo far sì che le persone si sentissero in quel modo. Nel corso degli anni, poi, la mia passione per l’illusionismo si è evoluta, avvicinandosi ai miei altri interessi per il teatro, la letteratura e, soprattutto, per la filosofia, e così sono finito per specializzarmi nell’ambito del mentalismo, una branca dell’illusionismo dove lo strumento prediletto per creare illusioni sono le parole.
Sul palco con te ci saranno Dario Adiletta, Francesco Della Bona, Niccolò Fontana, Filiberto Selvi e Piero Venesia. Quando vi siete conosciuti e a chi è venuta in mente l’idea di creare una compagnia?
Siamo tutti amici da moltissimo tempo, alcuni di loro li conosco sin da quando ho mosso i miei primi passi nel mondo dell’illusionismo. È stata mia l’idea di metterci assieme per creare uno spettacolo capace di portare in scena il nostro particolare modo di fare illusionismo: ho scritto il testo di INCANTI pensando a ciascuno di noi, alle peculiarità delle performance che portiamo in scena, e ho cercato di mostrare quanto siano vicine le tematiche che cerchiamo di indagare con i temi delle grandi opere della storia del teatro.
La magia degli incanti arriva a teatro, un luogo particolare dove è poco comune parlare di magia e teatro insieme. Qual è l’intento di questo spettacolo?
L’intento dello spettacolo è proprio quello di colmare il divario che storicamente sussiste tra l’illusionismo e altre forme d’arte ritenute più degne di parlare della nostra umanità, come la prosa, la danza, la musica. Durante il corso dello spettacolo, ogni performance è introdotta da monologhi tratti da Shakespeare, Pirandello, Goethe, etc. La cosa incredibile è che, pur essendo i monologhi e le performance stati scritti e creati indipendentemente gli uni delle altre, in qualche modo si completano tra loro, perché di fatto cercando di mettere in scena, in modi diversi, gli stessi temi, le stesse domande che ci accomunano tutti in quanto esseri umani.
A chi ti sei ispirato per scrivere “Incanti”?
Mi sono ispirato in parte ai miei compagni, al loro lavoro, alla loro particolare visione artistica di cui le loro performance sono una diretta testimonianza, e in parte ai drammaturghi e ai registi che ammiro, molti dei quali, pur non essendo citati direttamente nel testo, sono presenti tra le righe: Giorgio Strehler, Eduardo De Filippo, Stefano Massini, Alessandro Baricco…
Undici date sold out al Teatro Franco Parenti di Milano, ora due date a Roma. Quali sono i progetti futuri per “Incanti”?
L’anno prossimo stiamo cercando di portare INCANTI in giro per tutta l’Italia e vorremmo fare approdare lo spettacolo anche all’estero, in Francia, in Inghilterra, negli Stati Uniti… ad oggi non considero ancora lo spettacolo “finito”, ci sono ancora molte cose de migliorare e alcuni nuove soprese a cui stiamo lavorando, ma per scoprire di che cosa si tratta dovrete venire a teatro!