Ultimo torna in gara al Festival di Sanremo 2023 con il brano Alba.
Che effetto fa a Sanremo dove tutto è cominciato?
L’effetto è di grande responsabilità. A differenza di un concerto, dove avevo sensazione diversa seppur di grande responsabilità perché il pubblico aveva scelto di essere in quel contesto. Qui sei ospite di un palco, ogni cosa ha mille riflettori. Il fatto di tornare qui è di mostrare un’apertura e rispetto nei confronti di questo palco. Per me, la cosa importante è far capire quanto questo palco mi ha dato. Sono partito qui dal 2018 con Il ballo delle incertezze, poi con I tuoi particolari. Alba è la canzone giusta con cui tornare e avere un ricordo di Sanremo diverso.
Alba è diversa dalle altre che hai creato. Come è nata?
Per me è una canzone diversa perché ha, secondo me, qualcosa di astratto anche in termini di scrittura e produzione. Anche qui c’è stato un lavoro diverso, con una ritmica che è come il battito del cuore. Volevo metterci del cuore dentro, che un passaggio fondamentale. La musica è soggettiva: ho difficoltà nello spiegare le canzoni, a me ha dato questa sensazione di essere diversa dalle altre.
A Sanremo un duetto di grande prestigio con Eros Ramazzotti…
Con Eros abbiamo un rapporto bello e semplice, diretto. I tre pezzi che facciamo sono quelli che ho sempre avuto nella testa, con cui sono cresciuto. Sentivo sempre un suo album, Nove, con Un’emozione per sempre che è la mia preferita in assoluto. Tre canzoni tra cui questa, la cui partenza col piano mi dà una sensazione particolare.Eros ti va di fare questa cosa? E mi ha detto di sì nel modo più naturale.
Affinità artistica con lui?
Collego le canzoni di Eros a dei momenti di infanzia pura. Sentivo quella canzone ovunque, quando parte mi dà una sensazione di freschezza. C’è un collegamento di anima.
Si era parlato di un possibile duetto con Venditti…
Ero a casa sua, gli è piaciuto il brano e gli avevo comunicato la mia intenzione di voler andare a Sanremo. Sul duetto abbiamo parlato in modo astratto, non c’è mai stato qualcosa di concreto. Abbiamo duettato in tante occasioni e spero ce ne siano altre. Venditti è un padre per me.
Come è cambiato il modo di interpretare il live da quando sei arrivato a Sanremo?
Penso che ci sono delle canzoni che hanno una predisposizione a crescere con un’orchestra simile a quella di Sanremo. E poi ci sono canzoni da studio, con suoni meno organici. Credo di avere un’orchestra ricca di elementi penso mi aiuta a crescere, si crea una sorta di magia. Il testo si sposa bene con tutti gli archi. Credo sia una canzone nata per essere nata in un contesto come questo.
Sui pronostici che ti danno per favorito?
La sto vivendo con un senso di leggerezza. Il fatto di essere favorito o meno, non è quello che mi fa svegliare la mattina ed essere convinto di aver fatto la cosa giusta. Sono qui per lanciare il messaggio di guardarsi dentro e provare a superarsi in ogni circostanza della vita.
Cosa c’è dopo Sanremo?
Domanda difficile. Lavoro per cercare di avere un percorso live molto ben definito e avere un rapporto con il pubblico quasi di sangue. Devo lavorare per avere una continuità: nella musica e nella vita arrivare è difficile, mantenere quasi impossibile. Riuscire a mantenere questi numeri non è facile. La pressione che sento è forte, sempre sentita. E’difficile avere una risposta, bisogna cercare di sentirsi completi non soltanto parlando di numeri. Fare quello che ami fare e nel migliore dei modi: i numeri sono solo la conseguenza.