3 Ottobre 2022

Future age – non siamo consulenti, ma mentor

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Future age – non siamo consulenti, ma mentor -
Future age – non siamo consulenti, ma mentor -

(Adnkronos) –
Coniugare lo sviluppo delle Pmi con la necessità di un approccio umanista: mettere le persone al centro per una trasformazione digitale di successo.
 

Brescia, 3/10/2022 – Organizzazione manageriale specializzata in Change Management e innovazione digitale, Future Age nasce nel 2015 su intuizione ed iniziativa di Paolo Borghetti, imprenditore seriale e rivoluzionario con precedenti esperienze nel mercato della gestione dei rischi delle aziende industriali produttive.  

Da sempre grande appassionato di umanesimo e filosofia, Borghetti ha posto al centro della propria attività e approccio gli aspetti sociali e umani dell’universo azienda. “Quando parliamo di tecnologia e innovazione pensiamo a software e macchine, ma sono le persone i veri protagonisti delle trasformazioni aziendali” spiega l’imprenditore. “L’integrazione fra mondo reale e mondo digitale non deve quindi mai perdere di vista l’essere umano, a cui la tecnologia deve offrire l’opportunità di ridurre lo stress, aumentare la sicurezza, preservare l’ambiente in cui vive e, soprattutto, raggiungere la felicità. In parole povere, vivere una vita migliore” prosegue Borghetti. 

“Per questo mi piace definire Future Age come un’azienda sociale, che si occupa del benessere dei propri dipendenti, con svariate iniziative. Cerchiamo di portare questa cultura anche presso i nostri clienti, con la convinzione che l’umanesimo debba essere il principale protagonista del Change Management digitale”.  

Le organizzazioni devono dunque strutturarsi in modo tale da porre le persone al centro di tutti i progetti della trasformazione digitale. Per raggiungere i diversi obiettivi della Digital Transformation, non bastano le migliori tecnologie: il successo è in mano agli esseri umani.  

SETTEMBRE 2022: NASCE OFFICINA FILOSOFICA
 

“Ed è proprio riflettendo sul concetto fondamentale del “mettere l’uomo al centro” e partendo dalla mia definizione preferita di filosofia che è quella di “studio critico sistematico”, che è nata Officina Filosofica, un pensatoio filosofico per imprenditori e manager con un preciso obiettivo: fare avvicinare la filosofia al mondo industriale” racconta Borghetti. “Nel primo incontro di Officina Filosofica, in programma il 14 ottobre 2022, sarà ospite lo psichiatra, scrittore e sociologo Paolo Crepet, con cui rifletteremo sull’apatia lavorativa delle nuove generazioni. Questo sarà l’appuntamento inaugurale di una serie di incontri che vogliono essere fortemente disruptive, mirati a portare gli imprenditori e manager a riflettere su temi che troppo spesso restano al di fuori delle dinamiche aziendali”.  

Future Age è diventata ormai un vero e proprio “polo d’attrazione” per i più importanti manager a livello nazionale che credono nel cambiamento portato avanti dal suo modello imprenditoriale. In questi anni Paolo Borghetti, da amministratore delegato di Future Age, ha creato diversi strumenti di lean digitale, fra cui spicca la “Future Business Intelligence”, un modello di business intelligence accessibile alle PMI grazie all’introduzione della figura professionale del data steward. 

IL DIGITAL MENTOR
 

Nel 2020, anno segnato dalla pausa forzata per l’emergenza Covid, Borghetti ha ideato la metodologia Digital Mentoring con cui si distanzia completamente dal mondo della consulenza. 

Future Age ha ormai un gruppo composto da manager ed imprenditori che comprendono i problemi delle aziende perché li hanno vissuti in prima persona, condividono il rischio di impresa con l’imprenditore mettendo gran parte del proprio compenso in mano a risultati concreti e misurabili. Future Age non porta in azienda slide accademiche e fogli Excel, ma un Mentor, manager poliedrico che abbina competenze umanistiche, organizzative e informatiche, che trova soluzioni e accompagna l’imprenditore all’azione. Il mentoring è infatti un processo di formazione bidirezionale, uno scambio di competenze tra il Mentor, appunto e l’imprenditore.  

Il mentoring si basa sul coinvolgimento emotivo ed empatico dei due protagonisti, tra i quali si instaura una sinergia e un rapporto di fiducia di grande valore, oltre che per il miglioramento delle performance, anche per il miglioramento della motivazione. Per questo il Digital Mentor entra a far parte della cultura aziendale migliorando il clima aziendale e motivando le persone; sa bene che entrare in una cultura aziendale nuova è complesso, perciò è colui che in punta di piedi si fa convalidare dall’organizzazione e poi tramite la determinazione e il carisma riesce ad essere dirompente: il Mentor porta l’umanesimo in azienda. 

L’attività del Mentor parte dal comprendere i reali bisogni dell’azienda, trovare soluzioni sino ad accompagnare l’imprenditore (immediatamente e coscientemente) all’azione. 

“Il Digital Mentor” entra a far parte della cultura dell’azienda migliorandone il clima e motivando le risorse, trasferendo all’imprenditore la capacità di guidare la propria squadra con la giusta leadership verso soluzioni concrete e azioni tangibili.  

Il Mentor Future Age è un manager che indirizza l’imprenditore verso il proprio pensiero critico e partecipe; conosce bene le difficoltà di entrare in una cultura aziendale consolidata da anni da comportamenti standardizzati.  

Gli imprenditori devono trasformarsi in leader e cambiare il proprio atteggiamento nei confronti dei dipendenti e collaboratori, cercando di creare empatia e un sentimento di condivisione, perché il change management non può essere portato avanti dal singolo individuo, ma servono il lavoro e la forza di tutto il team. 

IL CHANGE MANAGEMENT
 

Per garantire continuità operativa alle PMI italiane nei prossimi dieci anni il change management sarà dunque uno strumento fondamentale e con questa convinzione è stato ideato il Digital Mentor Program, lo specifico modello di change management per le PMI italiane. 

Il Change management nelle PMI è un processo dinamico che si compone di cinque step: 

1. MOTIVAZIONE: Per iniziare è fondamentale lavorare sul “perché” è arrivato il momento di cambiare; spesso le cause sono da ricercare nei cambi generazionali, nella competitività sul mercato, nell’efficienza organizzativa. La cosa importante è che queste cause siano condivise con l’intera organizzazione aziendale, perché le persone fanno parte dell’azienda e devono essere attivamente coinvolte nel processo di cambiamento. Devono capire perché è importante farlo, cosa serve, quale dovrà essere il loro contributo e cosa otterranno. 

2. CREAZIONE DELLA STRATEGIA: dopo aver valutato il punto di partenza e di arrivo, è il momento di capire in che modo raggiungere il risultato, quali strumenti servono, quali modalità, quali sono i passi da seguire. Le persone temono l’ignoto: avere una strategia può aiutare a ridurre se non eliminare questa paura. Definire in anticipo uno standard per il cambiamento e mantenere la coerenza può contribuire a creare un ambiente di lavoro più adattabile e innovativo e ad abbattere le resistenze. 

3. PREPARAZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE: i processi aziendali devono essere rivisti periodicamente, sia da un punto di vista tecnico che culturale, per introdurre le modifiche che permettano l’evoluzione positiva del business. 

4. IMPLEMENTAZIONE DEL CAMBIAMENTO: una volta che le persone e l’organizzazione sono stati preparati arriva il momento di mettere in atto le strategie pianificate. L’importanza di un’adeguata pianificazione e di un piano d’azione chiaro e graduale è fondamentale durante la fase di implementazione del cambiamento. 

5. MONITORING: ogni passaggio dell’iniziativa di cambiamento deve essere valutato e sotto controllo. Solo così sapremo cosa sta funzionando e cosa deve essere migliorato o riallineato. 

DALL’AZIENDA ACCENTRATA ALL’AZIENDA DIGITALE
 

Il passaggio dall’azienda accentrata all’azienda digitale è complesso e necessita di un ingrediente fondamentale, il Change Management, ossia un approccio strutturato al cambiamento che parta dalle persone e che renda possibile la transizione verso il futuro assetto desiderato. Il percorso è particolarmente articolato e complesso, in quanto ha un forte impatto sulle abitudini delle risorse, che per loro natura mostrano sempre una certa resistenza al cambiamento. 

Gestire l’aspetto umano, accompagnando le persone verso nuovi obiettivi e consuetudini risulta la fase più delicata. È necessario trovare nuovi modi di lavorare, puntando sullo sviluppo manageriale unitamente a quello digitale affiancando agli imprenditori non consulenti, ma veri e propri Mentor capaci.  

L’obiettivo è accompagnare le aziende italiane ad una Trasformazione Digitale Sostenibile, che esalti l’integrazione fra persone, processi e tecnologie, per renderle più competitive sui mercati internazionali. 

Per le aziende la digital transformation è ormai un percorso obbligato; tuttavia, meno del 20% delle aziende italiane possiedono la figura dell’IT manager interno e i processi decisionali in questo ambito sono spesso demandati al fornitore in outsourcing, solitamente le software house. 

Il rischio è che si generi una forte asimmetria informativa tra l’imprenditore, che raramente possiede skill in ambito IT e il fornitore. 

Future Age da tempo affianca i propri clienti con la figura del Broker IT, che nasce proprio come “facilitatore-traduttore” per l‘imprenditore del linguaggio informatico con l’obiettivo di accompagnarlo in una trasformazione digitale sostenibile. È una figura indipendente che possiede elevatissime competenze sia in ambito IT che nei processi industriali, capace di adattare il singolo strumento tecnologico ai processi e alle risorse umane dell’azienda. Molte imprese credono infatti che lo strumento tecnologico (il software) possa drasticamente migliorare le performance aziendali, dimenticandosi che le tecnologie devono supportare i processi, non guidarli, e devono essere a servizio delle persone in modo da massimizzarne il valore e il talento. 

Contatti 

E-mail: e.veschini@lucavitaleassociati.it
 

Web: www.lucavitaleassociati.it
 

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