(Adnkronos) – “Attualmente, sono stati segnalati alcuni casi di vaiolo delle scimmie in Portogallo, Spagna, Regno Unito e Italia, finora maggiormente in giovani maschi che fanno sesso con maschi. L’Ecdc”, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, “ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’Istituto superiore di sanitĂ . Inoltre, l’Iss ha costituito una task force composta da esperti del settore e ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”. Lo sottolinea l’Istituto superiore di sanitĂ in una nota. Â
Le raccomandazioni prevedono “di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee – proseguono gli esperti dell’Iss – Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner. Questo comportamento è utile a prevenire non solo il ‘monkeypox’, ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse”. Â
L’Iss ricorda che “la malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario”. Â
“Si tratta di un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo, ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusivitĂ e gravitĂ – spiega l’Iss – E’ diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva e altri fluidi dell’animale, o il contatto diretto con l’animale. Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso ‘droplets’, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee”. Â
E’ possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) “siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi”, sottolineano gli specialisti dell’Iss. Â
L’infezione è relativamente infrequente nell’uomo e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici e anche un’epidemia in Usa nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario.Â