5 Maggio 2022

Continua il successo di Castigata, romanzo d’esordio di Elisabetta Aldrovandi

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Continua il successo di Castigata, romanzo d'esordio di Elisabetta Aldrovandi


È uscito alla fine del 2021 il primo romanzo di Elisabetta Aldrovandi, Castigata. (https://amzn.to/3sfVykN). E continua a far parlare critici e lettori.

Continua il successo di Castigata, romanzo d'esordio di Elisabetta Aldrovandi

La fatica letteraria dell’avvocato modenese impegnata nel sociale, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, infatti, raccoglie buone vendite su Amazon: le buone recensioni pubblicate sulla piattaforma di e-commerce e soprattutto il passaparola sono sempre più determinanti per il successo del libro.

In comune, con la protagonista del romanzo, la Aldrovandi ha ben poco. Se ovviamente si escludono il grande amore per gli animali e una grande capacità di analisi e introspezione.

Castigata non racconta una storia autobiografica. «Ho deciso il titolo ancora prima di scrivere il romanzo. Avevo in mente di scrivere la storia di una donna adulta inizialmente irrisolta che intraprendeva un percorso di auto consapevolezza» racconta l’autrice.

«All’inizio non sapevo come avrei sviluppato la trama. La parola “castigata” mi è piaciuta subito però, perché ha un duplice significato, di “pudica” e “punita”. Come tanti aspetti e vicissitudini della vita, che spesso assumono un senso diverso, a seconda dell’angolazione da cui li si guarda».

Tra un’udienza in tribunale e un intervento nelle varie trasmissioni televisive che la ospitano su vari canali nazionali, Rai e Mediaset, quando ha trovato il tempo di scrivere il romanzo?

«Devo fare una premessa: ho sempre amato scrivere, fin da bambina. Fu mio nonno a insegnarmi a leggere e ben presto mi sono appassionata tanto alla lettura quanto alla scrittura. Le prime storielle le scrivevo in sala da pranzo, ancora prima di cominciare le scuole elementari. Pnel tempo quella passione l’ho messa da parte, sfruttandola per i temi, a scuola. E successivamente per la professione di avvocato, fino a che, un paio d’anni fa, complice il primo lockdown che ha costretto tutti in casa, ho avuto il tempo e la spinta per riaprire quel cassetto in cui quel sogno giaceva, in attesa di essere risvegliato e realizzato. Così, nei mesi successivi, ho intrapreso qual cammino che mi ha portato a scrivere, e ultimare, la storia di Ludovica, la protagonista».

Quindi quando era una bambina pensava che da grande avrebbe fatto la scrittrice?

«Quando ero piccola, come tutti i bambini, ho cambiato spesso desideri per il mio futuro da adulta. Crescendo, già ai tempi delle superiori, mi immaginavo avvocato. Era ed è ciò che ho desiderato fare nella vita. Tuttavia, sono una persona eclettica, mi annoio facilmente e sento dentro di me il forte impulso di lanciarmi in esperienze e sfide nuove. Il senso di giustizia e l’empatia verso chi soffre mi ha spinto a intraprendere battaglie per le vittime di reati violenti, attraverso un’associazione che ho contribuito a fondare e di cui sono la Presidente, così come la passione per la criminologia mi ha donato la possibilità di insegnare questa materia così affascinante presso l’istituto Limec-SSML di Milano. E l’amore per la scrittura mi ha portato, nel tempo, a dare corpo e vita a un sogno che pensavo fosse irrealizzabile».

Tornando al romanzo: quanto c’è di suo nella protagonista, Ludovica?

«Ci sono alcuni aspetti di lei che mi rappresentano, pur essendo un personaggio di fantasia. Le ho trasmesso l’amore per il buon cibo, per gli animali e l’esuberanza del carattere. A differenza sua io non sono affatto impulsiva: il suo istinto la guida sempre, ma spesso la conduce a conclusioni affrettate e deduzioni sbagliate. Di lei mi ‘piace la capacità di mettersi in gioco: Ludovica sa affrontare con ironia e sano spirito di autoconservazione prove molto difficili, capitate per caso o provocate direttamente da lei».

Il suo è un libro al femminile che piace anche agli uomini non solo perché permette di immedesimarsi nell’emotività della protagonista, ma perché racconta una donna moderna che deve fare i conti con una società in cui i sentimenti spesso vengono messi in secondo piano a favore della carriera.

«Noi donne siamo costantemente sfidate a essere come e più degli uomini. Questo è, secondo me, il grande inganno in cui è caduto il femminismo “classico”. Ossia, di spingere le donne a essere uguali agli uomini, a comportarsi come gli uomini, dimenticando che sono proprio le nostre caratteristiche, così uniche e irripetibili, a renderci diverse e per questo meritevoli delle stesse opportunità».
Ludovica, infatti, manifesta una certa libertà sentimentale, almeno all’inizio della sua storia.
«Quella libertà mai nascosta, in particolare a se stessa rispecchia il desiderio di avere quello che vuole senza il timore di essere giudicata. Esattamente come accade a un uomo».

Nel romanzo affronta il più grave dei tradimenti, da parte di un’altra donna. Le è mai capitato di vivere una situazione simile?

«Certo, ho subito il tradimento da parte di donne di cui mi fidavo. In alcune occasioni si è trattato di comportamenti dettati da superficialità ed egoismo, in altri casi in veri e propri piani architettati per cercare di danneggiarmi. È accaduto soprattutto in ambito professionale. Nella vita privata mantengo le amicizie di quando ero ragazzina, e quelle che ho intrapreso successivamente e che considero tali sono davvero poche. Sono molto selettiva quando si tratta di condividere la mia vita privata».
Ludovica quello sgarro, compiuto intenzionalmente, riesce a perdonarlo. Lei come si sarebbe comportata al suo posto?

«Io tendo a dimenticare. A perdonare, non lo so in realtà. In ogni caso, proprio perché tendo a pensare che gli altri si comportano con me come io faccio con il prossimo, le cattiverie e i tradimenti li trovo difficili da digerire, ma sono portata a non lasciarmi influenzare. Continuo ad avere fiducia nel prossimo, non sono certo alcuni incidenti di percorso che possono farmi desistere dal convincimento che l’animo umano è capace di grandi slanci positivi».

Esiste una morale nel libro che ha scritto?

«Più che una morale, credo di aver lanciato diversi spunti di riflessione, tra i quali spicca, su tutti, la necessità di vivere per ciò che si è, e non per come vogliono gli altri. Anche se la condizione principale per esprimere se stessi è capirsi e accettarsi. Ed è questo, il percorso più importante e complicato».
Castigata avrà un seguito?

«Sono in molti a chiedermi le evoluzioni della storia di Ludovica: sono orgogliosa di sapere che c’è chi si affezionato a lei. Dunque non lo escludo, ma non nell’immediato. Perché sto lavorando ad un nuovo progetto editoriale, decisamente più affine alla mia professione: sto scrivendo un altro romanzo, il cui genere è completamente diverso da Castigata e che mi sta appassionando tantissimo. Spero che piacerà anche ai lettori».

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