29 Aprile 2022

Ucraina, ministro Ambiente: “Ad oggi 150 ecocidi commessi da Russia, Italia ci aiuti”

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Ucraina, ministro Ambiente: "Ad oggi 150 ecocidi commessi da Russia, Italia ci aiuti"

(Adnkronos) – (di Roberta Lanzara) – Proiettili, missili e bombe inquinano l’aria, l’acqua, il terreno mettendo in crisi l’ecosistema. Qual’è stato ad oggi l’impatto ambientale della guerra in Ucraina? A tracciare un primo bilancio all’Adnkronos è il ministro dell’Ambiente dell’Ucraina, Ruslan Strilets che comunica “ad oggi abbiamo contato 150 ecocidi commessi da parte dell’esercito russo”. “Abbiamo bisogno di aiuto: stiamo elaborando una serie di azioni da compiere per rendere l’Ucraina parte del Fondo Europeo Life e accedere alle risorse per risanare l’ambiente. Chiedo all’Italia il suo sostegno per accedere a questo tipo di finanziamenti nonché rendere il prima possibile l’Ucraina un eco-candidato Ue”. 

Strilets parte dall’aria: “Premesso che è difficile fare un calcolo dell’impatto ambientale della guerra, dato che il conflitto è ancora in corso, possiamo dare una prima stima delle emissioni nocive in più accumulate nell’aria in questi due mesi: sono paragonabili ad un anno di esalazioni provenienti da un grande stabilimento ucraino ed equivalenti a 220mila tonnellate in più”. Quindi il ministro annuncia: “entro due settimane forniremo alla popolazione accesso on line 7 giorni su 7, 24 ore su 24, ad una piattaforma dedicata alla misurazione della qualità dell’aria e del livello di radiazioni nel paese attraverso l’indice Iqa, di rilevazione dell’inquinamento atmosferico raccolto in punti di osservazione attivati in Ucraina pochi giorni dopo l’inizio delle ostilità”.  

Per quanto riguarda il suolo, “la nostra agenzia ha già eseguito almeno 50 misurazioni della qualità del terreno nei posti più colpiti dai missili per stabilire il livello dei metalli pesanti e delle particelle di petrolio rilasciate. Non avendo però idea dei materiali con cui sono fabbricati i razzi, è molto difficile farlo in modo preciso”, precisa. In corso anche misurazioni di qualità delle risorse idriche: “in Ucraina ci sono 4 laboratori funzionanti in grado di effettuare analisi complesse di questo tipo. Ci risulta che nella maggior parte del Paese la qualità dell’acqua è nella norma. Ma peggiora nei luoghi di combattimento o nelle zone limitrofe”.  

E l’acqua irrigua? “Questa domanda resta un punto interrogativo – risponde il Ministro – In regioni aride come quelle di Mikolaiv e Kherson i russi hanno fatto esplodere una diga per fare arrivare l’acqua in Crimea ed i campi agricoli sono occupati dall’esercito russo; quando li libereremo dovremo ripristinare il sistema di irrigazione di quelle zone. Per quanto riguarda la qualità dell’acqua irrigua, noi non vediamo rischi gravi, anche perché la fonte di approvigionamento è il fiume Dnepr nelle cui acque non sono stati registrati mutamenti. In questo momento – rimarca – il nostro timore sul fronte agricolo non è tanto la paura della contaminazione delle acque, quanto l’impossibilità tecnica di irrigare i campi per i danni al sistema irriguo nei territori occupati”. 

Tra le zone più in pericolo, la parte orientale dell’Ucraina, dove si contano centinaia di impianti chimici ad alto rischio e di siti in cui vengono usati materiali radioattivi, tanto che si è parlato di una zona esposta ai medesimi rischi di Chernobyl e aree limitrofe: “lì è impossibile valutare i danni a causa dei combattimenti in corso”, commenta Strilets. “L’est dell’Ucraina è una zona industriale ad alta concentrazione di stabilimenti che usano elementi chimici e radioattivi, con numerosi impianti di lavorazione del petrolio. La situazione era complicata già prima della guerra. La abbiamo ricevuta in eredità dai sovietici. Oggi valutare le acque del sottosuolo e l’allagamento delle miniere è impossibile. Possiamo solo immaginare. Confidiamo di soppesare i danni arrecatici dalla Russia anche con l’aiuto dei colleghi italiani”.  

Preoccupanti i danni alla flora “anche in parte dovuti agli incendi delle foreste, ma per ripristinare i boschi ci vorranno almeno dieci anni di tempo”; ed alla fauna dell’Ucraina nelle zone sotto il fuoco nemico. “Sono irrimediabili nelle aree riservate protette, soprattutto nel territorio di Chernobyl, che adesso è stato liberato dai russi, e dove sono in corso drammatiche rilevazioni”, racconta all’Adnkronos il ministro dell’Ambiente che avvisa: “il 15% dei parchi del Paese sono in mano ai russi. Non sappiamo nulla di questi territori. Aspetto con terrore il momento in cui andremo a verificare la barbarie dell’esercito nemico”. 

“Non sappiamo quale sia il destino delle riserve naturali protette nella regione di Kherson e di Askania-Nova (riconosciuta dall’Unesco – ndr) con le sue specie di animali rari, tra cui i cavalli di Przewalski (di cui la riserva ospita il più numeroso gruppo in cattività del mondo – ndr) – continua – di steppe preziose, incontaminate e boschi. Ci sono poi le sabbie di Oleshky”, con la foresta piantumata limitrofa e “l’isola di Biryuchy nel mare di Azov – ricorda – che ospita cavalli selvatici e piante uniche”. Ed un lungo elenco di riserve occupate dai russi fornito dal ministero dell’Ambiente dell’Ucraina: parco nazionale naturale “Biloberezhzhia Sviatoslava” parzialmente occupato; parco nazionale naturale “Velykyi Luh”; parco nazionale naturale Pryasovskyy; parco nazionale naturale “Dvorichanskyy”; parco nazionale naturale “Meotyda”; parco nazionale naturale “Sviati hory” parzialmente occupato; parco nazionale naturale “Kamianska Sich”; parco nazionale naturale “Oleshkivski pisky”; parco nazionale naturale “Dzherylhatskyy”; parco nazionale naturale “Nyzhniodniprovskyy”. 

Ciliegina sulla torta l’emergenza geologica nel Donbass ricco di tunnel, giacimenti di carbone e miniere, una delle quali ospitò negli anni ’70 anche esperimenti nucleari, dove le azioni belliche potrebbero avere determinato dei fenomeni di abbassamento del terreno e di dispersioni radioattive. “Potremmo valutare il tutto in quell’area alla fine della guerra. Ciò che temiamo nel frattempo è il crollo delle miniere che su vasta scala potrebbe innescare crolli anche nei centri abitati, con danni all’ambiente e alla vita delle persone”, informa il Ministro.  

Infine una buona notizia: le zone di Kharkiv e Kiev, dove due discariche di rifiuti radioattivi sono state colpite dai missili russi, “non sono state danneggiate dalla dispersione di particelle radioattive. Non abbiamo notato alcuna anomalia”.  

(di Roberta Lanzara) 

 

 

 

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