12 Dicembre 2021

Esplosione Ravanusa, almeno 5 palazzi crollati

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Esplosione Ravanusa, almeno 5 palazzi crollati

Sono almeno cinque le palazzine crollate la notte scorsa dopo l’esplosione avvenuta a Ravanusa (Agrigento). Due di queste, come dicono i Vigili del Fuoro sono “polverizzate”, altre palazzine sono state fortemente danneggiate. L’onda d’urto ha raggiunto ameno i 100 metri di distanza, danneggiando anche vetri e suppellettili di palazzine lontane dal luogo del disastro. Due finora i superstiti (due anziane sorelle), quattro le vittime accertate. Tra coloro che mancano all’appello non ci sono bambini, come invece ipotizzato in un primo momento. 

“L’esplosione avvenuta ieri sera ha coinvolto un raggio di almeno 10.000 metri quadri”, ha detto all’Adnkronos, Luca Cari, capo dell’ufficio comunicazione dei Vigili del Fuoco arrivato sul luogo del disastro. “Man mano che ci si allontana dal ‘cratere’ i danni sono minori. Resti di vetri e suppellettili si trovano anche a distanza di oltre 100 metri”, ha aggiunto. “È ancora prematuro poter conoscere le cause dell’esplosione”, ha spiegato ancora, aggiungendo: “La nostra preoccupazione primaria è bloccare la conduttura del gas. Non sappiamo se c’era una perdita”. Le squadre dei Vigili del Fuoco impegnate sul luogo della tragedia sono altamente specializzate. “La squadre concentrate nella ricerca dei sei dispersi sono addestrate per la ricerca nelle macerie: è un lavoro molto complesso”. 

Secondo lo scenario delineato all’Adnkronos da Vittorio Stingo, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento che ieri sera è giunto tra i primi a Ravanusa, le palazzine rase al suolo potrebbero essere addirittura sette: “La scena che si è presentata ai soccorritori è stata quella di un post terremoto. Un sisma del massimo grado della scala Mercalli che non ha lasciato scampo. Un’esplosione sotterranea ha ingoiato sette palazzi, che sono stati completamente rasi al suolo”, ha spiegato il colonnello. 

“La macchina dei soccorsi si è attivata immediatamente”, racconta ancora. Sul posto i vigili del fuoco, i carabinieri con i rinforzi arrivati da Licata e i volontari della Protezione civile e della Croce Rossa. “Lo scenario che si è presentato davanti ai nostri occhi era drammatico – spiega il colonnello Stingo -. Al di là dell’esplosione, violentissima, si era sviluppato un vasto incendio difficile da domare a causa del metano che continuava a fuoriuscire. Grazie alle attrezzature in dotazione ai vigili del fuoco si è riusciti a intervenire subito e a estrarre la prima persona viva. Questa immensa gioia, però, è stata subito dopo vanificata dall’estrazione dei primi corpi senza vita”. 

Nelle prime fasi le ricerche sono state facilitate dalle voci. “Le sentivamo provenire da sotto le macerie. Una volta chiuso il gas è stato possibile scavare togliendo pietra per pietra e salvare i primi superstiti”. Sul posto anche i cani molecolari, il cui intervento è reso difficoltoso dall’odore “acre e forte di gas e di bruciato che si avverte in tutta l’area”. Una zona vasta, quella coinvolta dall’esplosione e dai crolli, in pieno centro. “Non tutti gli appartamenti in quel momento erano abitati – prosegue il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento – e qualcuno potrebbe essere dentro una ‘cellula’ che lo ha protetto. La speranza di trovare ancora qualcuno in vita non ci abbandona. Non molliamo. Continuiamo a scavare”. Sul posto sono circa un centinaio i vigili del fuoco impegnati con oltre 30 mezzi e altrettanti i carabinieri arrivati da tutta la Sicilia.  

(di Rossana Lo Castro) 

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