29 Novembre 2021

Veronica Rudian e il suo ultimo disco Luce

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Veronica Rudian e il suo ultimo disco Luce

Veronica Rudian è una giovane compositrice che sembra arrivare dalla luna.

Eterea e apparentemente fragile, con la sua musica riesce a sintonizzarsi con chiunque, anche i più diffidenti. Impossibile non rimanerne colpiti e a sorprendere davvero, è la sua inconsapevole forza.

Uno sguardo che sembra sempre perso in un altrove dove è la musica a regnare, per una giovane donna che dice che le note, sono le sue parole. In passato la musica è stata anche la sua “condanna”, quando bullizzata e tenuta a distanza dai coetanei, trovava conforto solo nel pianoforte. I premi ed i riconoscimenti sono tanti, ma non riescono a renderle merito.

Oggi Veronica si racconta con la sua disarmante semplicità, quella che solo i grandi hanno, dimostrando come grazie alla composizione, la musica sia diventata il suo scudo, il suo mantello magico. Luce è il suo ultimo disco, dove sono contenute anche le musiche di un cortometraggio tratto dal libro A un passo dal Cuore che diventerà un film. 

Cos’è la musica?

La musica è pace e può pacificare l’anima ed i cuori. È il mio rifugio, un luogo sicuro dove ritrovarmi, dove sono certa di essere compresa. La musica è anche magia, qualsiasi nota vibrando, ha in sé del colore, sono onde energetiche e magiche. Per musica intendo lo strumento, od una voce. Ogni singola nota tocca l’anima in modo diverso. Un modo per elaborare difficoltà, ma anche i sogni, i momenti di felicità. I miei sogni sono molto vividi, sembrano film. Al risveglio cerco di elaborare quelle immagini, quello che ho vissuto e tradurlo con la musica, condividendo quello che sento. Con le parole ho davvero difficoltà ad esprimere del tutto quello che mi si agita dentro, con la musica e la composizione “decripto” ogni singola emozione, lasciandola fluire al di fuori di me. È il mio Esperanto.

In che modo arriva l’ispirazione?

È come se arrivasse sempre più forte dentro di me. Mi sento quasi rapita. Arriva in testa e solitamente, sono archi e pianoforte. A quel punto sento l’urgenza di andare al piano e provarla, completarla. L’ultima fase è la scrittura. Lavoro tantissimo sulla tastiera ad ogni più piccolo particolare, poi la registro e infine la scrivo. È un’onda, irrefrenabile, un’alta marea.

Non è stato facile per te all’inizio …

All’inizio la musica mi ha isolata dal mondo. È sempre stata una sorta di diario segreto, al quale confidare ogni sentimento. In verità non ho mai avuto un vero diario, il mio è sempre stato il piano. Imparando a gestire questo dono, crescendo, ho capito che era un mezzo potente di comunicazione e di apertura al mondo. Io scrivo per me, non per compiacere o piacere. Scrivo quello che sento. Credo che l’arte in genere sia sempre personale e nasca dal proprio io, per diventare poi per gli altri. Se così non fosse sarebbe fasulla ed io farei probabilmente un tormentone estivo.

C’è stato un momento in cui hai mollato, o avresti voluto farlo?

Avevo otto anni avevo cambiato scuola e la mia vita era molto diversa dai miei coetanei, per i quali ero “diversa”, visto il tempo che dedicavo allo studio del piano. Smisi di suonare per una settimana, nel disperato tentativo di non sembrare così “strana” ai loro occhi e mi avvicinavo furtiva, solo per schiacciare un tasto e poi allontanarmi, quasi a volerlo evitare. È durato poco perché, sarebbe stato come rinunciare a respirare, trattenendo il respiro. La musica è il mio respiro, la mia linfa vitale. Siamo una cosa unica ed è bellissimo. La musica è una luce che mi guida, è una cosa bella che in nessun modo e per nessuna ragione posso pensare come negativa. Quelle loro prese in giro mi hanno in realtà, resa più consapevole e felice di essere quel che sono

Luce è il tuo ultimo disco: una raccolta di brani inediti, molto diversi tra loro, dove è contenuta  Eyes, colonna sonora di un cortometraggio tratto da un libro. Com’è nata questa collaborazione?

Per il cortometraggio, tratto dal romanzo omonimo della scrittrice Daniela Santelli, edito da Bertoni, ho composto la colonna sonora Eyes e altri due brani. Le musiche da film mi piacciono particolarmente e ogni volta che mi viene proposto, sono felice di accompagnare, sottolineare le immagini, mettendo a disposizione la mia creatività e la mia musica. Con Giuliano Pagani abbiamo avuto già modo di collaborare e questa storia passionale, che racconta la fine di un amore, mi ha coinvolta ed ispirata. Eyes, la colonna sonora del corto, è pianoforte ed archi. Gli archi con il solo pianoforte mi emozionano, più di qualunque altra cosa e per A un passo dal Cuore, non potevo rinunciarvi. Eyes è un brano intenso, una rincorsa verso l’altro che ci sfugge. Romantico e drammatico al tempo stesso. 

Nell’occasione della presentazione del cortometraggio hai suonato finalmente dal vivo, che emozione è stata?

È stato bellissimo vedere il teatro Garden a Rende (CS) gremito, un’emozione che non so descrivere, ma potrei suonarla… L’accoglienza è stata davvero eccezionale e mi ha commossa l’ospitalità e la partecipazione. La serata è stata una festa condivisa con l’autrice Daniela Santelli, il regista ed amico Giuliano Pagani, Jean Luc Bertoni, editore del libro, Ermanno Reda produttore esecutivo e il direttore della fotografia Gianfranco Confessore. 

Quali sono i tuoi progetti?Sto lavorando a nuove composizioni e stiamo mettendo a punto il mio prossimo tour, Luce, che partirà con la data zero, a dicembre dalla mia Liguria. Il tour vero e proprio, nel corso del 2022, mi porterà in tutta Italia ed anche in Calabria dove sono stata felice di accettare l’invito proprio a seguito del mio concerto in novembre. Non vedo l’ora, davvero di condividere la mia musica alla quale affido, positività e la speranza che possa essere d’aiuto e di conforto a chi vorrà ascoltarla.

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