25 Novembre 2021

Gibelli (Asstra): “Serve legge quadro per idrogeno blu da biometano”

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Gibelli (Asstra): "Serve legge quadro per idrogeno blu da biometano"

“Se vogliamo restare nel drappello dei Paesi di punta in Europa attivi sull’idrogeno serve però una legge quadro sull’idrogeno, semplificazioni e una regolazione snella sulla produzione dei treni, come in Germania e in Francia”. Così Andrea Gibelli, presidente di Asstra, associazione nazionale del trasporto pubblico locale, in occasione del Convegno ‘La rivoluzione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario’ tenutosi a Milano nell’ambito delle iniziative relative all”Anno Europeo delle Ferrovie’.  

“Asstra – spiega – sta intensamente lavorando in questa direzione con i ministeri competenti per eliminare il paradosso giuridico che vieta di finanziare vettori energetici come l’idrogeno blu da biometano anche quando vengono utilizzate tecnologie innovative di Eni e Snam che consentono la cattura e lo stoccaggio della CO2 con saldo negativo, a fronte del semplice saldo zero dell’idrogeno verde, viceversa finanziabile. C’è quindi spazio nella transizione per il blu che è più verde del verde, aldilà dei colori, rispettando il risultato atteso contenuto nella Direttiva Europa. Siamo nei tempi per costruire un arcipelago di filiere industriali a beneficio delle economie dei territori, ma bisogna semplificare e adeguare la normativa a tecnologie che evolvono con grande rapidità”. 

“Il Pnrr è una eccezionale occasione per guidare la modernizzazione del Paese in cui il sistema del trasporto gioca un ruolo chiave. Dobbiamo dimostrare con senso di responsabilità per sfruttare bene questo secondo Piano Marshall – prosegue – Oggi come Asstra presentiamo una serie di progetti dei nostri associati importanti per qualità e scala, ben distribuiti sul territorio nazionale per centrare questa sfida: si tratta di Fnm, delle Ferrovie Appulo Lucane, della sarda Arst e delle Ferrovie della Calabria. Ciò avviene in un eccezionale contesto istituzionale: non è un caso che questo governo ha istituito con coraggio un ministero ‘ad hoc’ costruito prendendo la responsabilità di parti di altri ministeri, accanto alle linee guida (regolazione, semplificazioni e risorse) definite dal ministero dei Trasporti per cogliere appieno le straordinarie opportunità che la transizione energetica propone”.  

“Il progetto sperimentale della ‘Hydrogen Valley Lombarda’ di Fnm si colloca in questo quadro, ma non intende sostituire semplicemente il gasolio con l’idrogeno bensì ha l’ambizione di assolvere alla precondizione di coinvolgere tutta la comunità nella transizione energetica del territorio: Brescia, il lago di Iseo, la media valle del Serino e una parte importante della Valcamonica. L’idrogeno come vettore energetico in questa logica innesca il cambiamento dell’economia locale in senso ampio riguardando anche altri due ambiti. Quello dell’industria che punta ad un ecosistema di elettrolizzatori che intercettano anche la mobilità delle merci e guarda agli insediamenti industriali energivori in sede fissa (es. cementifici). Quello del cittadino, del patrimonio culturale riconosciuto dall’Unesco e delle attese dell’uomo (presente in quest’area da oltre 10.000 anni) a vivere nel proprio territorio e spendere lì la propria conoscenza. Questa è la sfida nella sfida: creare spazi economici, sociali, geografici, ambientali attrattivi per i giovani, ben aldilà dei 14 treni e 40 autobus che sono previsti dal progetto”.  

“Si è voluto progettare un distretto industriale che attragga ‘start-up’ (e i brevetti da queste sviluppati, come quello per stabilizzare il trasporto dell’idrogeno nei metanodotti), creare incubatori e avviare economie di scala attorno al vettore idrogeno domestico, industriale e non solo della mobilità – conclude – Il progetto contiene soluzioni scalabili ed economicamente sostenibili anche in altri territori che presentino condizioni abilitanti simili o confrontabili: proprietà pubblica delle linee e dei terreni a servizio, filiera fisica brevissima (es. centrali idroelettriche vicine alla linea ferrata), ulteriore infrastrutturazione non necessaria. E’ appunto questo il caso dei progetti in Puglia, in Calabria, in Campania e in Sardegna dove operano i nostri associati”. 

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