5 Ottobre 2021

Riapertura discoteche Italia, ok del Cts ma con un terzo della capienza al chiuso

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Riapertura discoteche Italia, ok del Cts ma con un terzo della capienza al chiuso

Una graduale riapertura delle discoteche in zona bianca è possibile. È il parere del Cts che nella seduta di oggi ha analizzato la richiesta sulle attività che hanno luogo in sale da ballo, discoteche e locali similari. Il Cts sottolinea “come tali attività si configurano tra quelle che presentano i rischi più elevati per la diffusione del virus”. 

“Nello specifico – si legge nella nota – fermo restando che gli accessi a queste attività debbano avvenire esclusivamente attraverso un meccanismo di registrazione che consenta un eventuale tracciamento e solo in presenza di green pass valido, si ritiene che se ne possa considerare l’apertura con una progressiva gradualità anche tenendo conto della necessità di valutare l’impatto delle misure già adottate”. 

Il Cts inoltre ritiene che “queste attività possano essere consentite in zona bianca garantendo: una presenza, compreso il personale dipendente, pari al 35% della capienza massima al chiuso e al 50% all’aperto; la presenza di impianti di aereazione senza ricircolo d’aria e rispondenti ai requisiti qualitativi specificati nei documenti di indirizzo Iss; l’uso obbligatorio dei bicchieri monouso; la garanzia della possibilità di frequente igienizzazione delle mani oltre che la pulizia e la sanificazione dei locali; l’utilizzo della mascherina chirurgica nei vari momenti ad eccezione di quello del ballo, paragonabile alle attività fisiche al chiuso”. 

SINDACATO LOCALI DA BALLO – “Negli stadi e nei cinema aumentano la capienza per le discoteche il 35% è una capienza talmente ridotta. E’ inaccettabile” dice all’Adnkronos Maurizio Pasca, presidente del Silb, Sindacato italiano dei locali da ballo. “E’ importante aprire ma non possiamo mantenere quella capienza, i costi di gestione sono ingenti e certamente non riusciremmo a coprirli”.  

“Una discoteca che ha una capienza di 1000 persone ha almeno 50-60 persone che lavorano, allora significa che potrebbero entrare solo in 200. E’ ridicolo, solo il Cts poteva pensarlo. Ci dicano che vogliono tenere le discoteche chiuse, sarebbe più onesto, e ci diano ristori sostanziali”, sottolinea. 

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