8 Settembre 2021

A Firenze al via Festival dell’Economia Civile

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A Firenze al via Festival dell'Economia Civile

Al via la terza edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in programma a Firenze nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio dal 24 al 26 settembre. ‘Alla ricerca di senso. Persone, lavoro, relazioni’ è il tema che verrà affrontato in tutte le sue sfaccettature: dalla centralità della persona, all’economia verde e alla creazione di posti di lavoro di qualità. 

Nato da un’idea di Federcasse (l’Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) che lo promuove insieme a Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia Per Tutti) e Sec (Scuola di Economia Civile) e con il contributo di Fondosviluppo, il Festival Nazionale dell’Economia Civile si è ormai accreditato come un evento di interesse nazionale e internazionale sullo sviluppo sostenibile, la rigenerazione dei territori e della comunità e la valorizzazione delle buone pratiche imprenditoriali, amministrative e formative. 

La presentazione, avvenuta in maniera telematica sulle piattaforme social Facebook e YouTube del Festival, ha visto come ospite d’eccezione il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, che ha dialogato assieme al Direttore del Festival e cofondatore di NeXt (Nuova Economia X Tutti) Leonardo Becchetti su opportunità da cogliere e rischi da evitare, nell’ottica di uno sviluppo inclusivo e realmente sostenibile sfruttando, in Italia ed in Europa, il Pnrr.  

“C’è un prima ed un dopo il Covid. Con l’esplosione di questa crisi, l’Europa si è resa conto che gli strumenti che aveva a disposizione non era abbastanza forti per contrastare situazioni come questa. Tutti gli strumenti messi in campo dalla pandemia in poi sono aumentati di qualità e di spessore: dall’aumentato piano di acquisti di titoli di debito pubblico della Bce, al finanziamento comune di alcuni interventi (Pnrr e Sure) , al sostegno agli investimenti da parte degli Stati per far ripartire l’economia sotto rigorosi criteri di condizionalità che li rendono ‘debito buono’. Tutte cose che, dieci anni fa, erano sotto aspro dibattito e di difficile realizzazione” ha dichiarato Sassoli. 

“La crisi – ha precisato Sassoli – ci ha aiutato ad avere un occhio sulla nostra contemporaneità e lo abbiamo fatto lavorando per tutti e 27 i paesi dell’Unione Europea. Il paradosso della crisi è che mai abbiamo avuto a disposizione così tante risorse come in questo periodo così difficile grazie al cambio di prospettiva europea. Da questo possiamo dedurre che la crisi ci ha fatto crescere in solidarietà, rafforzando il progetto e la visione di un’Europa nuova”.  

“Ma soprattutto – ha aggiunti Sassoli – sul tavolo della discussione c’è il fatto che questi strumenti possano diventare permanenti; per far sì che questo accada, però, tutti i Parlamenti nazionali dovranno dare la loro disponibilità e collaborazione per costruire il motore di una ripresa europea. Non possiamo prevedere il futuro ma quello che possiamo osservare è la convinzione che le misure poste in atto hanno funzionato, sono state convenienti per tutti ed efficaci”.  

Penso che la permanenza di questa nuova stagione possa essere alla portata dell’UE, ma abbiamo bisogno che i piani di ripresa nazionale abbiano successo. Per questo la stabilità dei Governi nazionali è finalizzata ad un uso intelligente di queste risorse, ma anche al rafforzamento complessivo dell’Europa. Il Covid ci ha fatto capire che il grado di interdipendenza tra gli stati membri dell’UE è più forte di quello che pensavamo”. 

“L’antieuropeismo – ha invece dichiarato Becchetti – prima del Covid era molto forte, visto che si accusava l’Europa di non compiere a pieno il proprio ruolo, di non essere all’altezza del proprio enorme potenziale. Ora, con la tragedia, tale fenomeno è totalmente crollato. Il successo del Pnrr in Italia potrebbe dare una spinta importante per evitare un ritorno al passato che sarebbe tra l’altro economicamente insostenibile”. 

La transizione ecologica equa, ha sottolineato Becchetti, “è possibile concretizzarla. La transizione ecologica non è un dispetto, ma un favore per le aziende: le aiutiamo ad andare nella direzione giusta per il futuro, l’unica che le consentirà di essere ancora competitive domani”.  

 

 

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