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Sono circa 16 milioni i pensionati italiani

Sono circa 16 milioni i pensionati italiani

I pensionati italiani al 31 dicembre 2020 sono pari a circa 16 milioni, di cui 7.7 uomini e 8.3 donne. E’ quanto emerge dal secondo capitolo del Rapporto annuale Inps, presentato oggi alla Camera dei Deputati dal presidente dell’Istituto Pasquale Tridico, e che descrive l’andamento dello stock e dei flussi delle pensioni nel 2019 e 2020, in aggregato, per genere e per gestione.  

In rapporto al contesto macroeconomico la dinamica della spesa pensionistica evidenzia un rallentamento della crescita a partire dal 2014. Tuttavia, il rapporto tra il numero di pensionati e occupati si mantiene su un livello che è tra i più elevati nel quadro europeo. Inoltre, il rapporto tra l’importo complessivo delle pensioni (in termini nominali) e il numero di occupati è cresciuto del 70% tra il 2001 e il 2020.  

La proposta di consentire il pensionamento anticipato con 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età, arriva ad impegnare fino allo 0,4% del prodotto interno lordo. Considerato che Quota 100 ha natura sperimentale e vi possono aderire solo i lavoratori che maturano i requisiti nel triennio 2019-2021, il Rapporto approfondisce tre proposte di revisione del sistema pensionistico, dal punto di vista degli effetti economici sulla spesa pensionistica nel breve e lungo periodo.  

E la proposta del pensionamento anticipato con 41 anni di contribuzione, secondo Inps, è anche la più costosa rispetto all’opzione al calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di contributi e all’opzione di anticipo della sola quota contributiva della pensione. 

La seconda, più equa in termini intergenerazionali, produce risparmi già poco prima del 2035 per effetto della minor quota di pensione dovuta all’anticipo ma soprattutto ai risparmi generati dal calcolo contributivo. Nell’ultima proposta analizzata si garantisce flessibilità solo per la componente contributiva dell’assegno pensionistico con costi molto più bassi per il sistema. Nel lungo periodo tutte e tre le proposte portano a una riduzione della spesa pensionistica rispetto alla normativa vigente, secondo Inps. 

Rispetto agli impatti occupazionali di Quota 100, l’analisi condotta su dati di impresa non mostra evidenza chiara di uno stimolo alle maggiori assunzioni da parte dell’anticipo pensionistico.
 

“Il dibattito pubblico sulle pensioni rimane eccessivamente concentrato sulla flessibilità e sulla possibilità di uscita dal mercato del lavoro. Io penso che dovremmo, visti anche i dati di questo rapporto, concentrarci sulle prospettive che riguardano in particolare gli assegni delle nuove generazioni. Come sul reddito di cittadinanza, ritengo che il dibattito sulla previdenza vada liberato da approcci pretestuosi, rimanendo sul merito delle questioni”. Lo ha detto, intervenendo alla presentazione del rapporto annuale Inps a Montecitorio, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.  

“Ho attivato come da previsioni di legge -ha sottolineato Orlando- la commissione sui lavori gravosi, sulla separazione tra previdenza e assistenza, proprio per approfondire e per individuare misure in grado di introdurre elementi di equità e flessibilità nel sistema previdenziale. Su questo, una volta ‘chiuso’ sulla riforma degli ammortizzatori sociali, si avvierà un confronto con le parti sociali. Stiamo mettendo in piedi un processo di riforma complessivo di importanti strumenti di welfare”, ha concluso. 

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