8 Luglio 2021

La rinascita dell’Italia con Mancini

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La Nazionale Italiana - Credits: Getty for Figc
La Nazionale Italiana - Credits: Getty for Figc

Dal punto più basso della storia della Nazionale Italiana alla costruzione di un gruppo che per identità e unità di intenti ha poco da invidiare a tutte le altre selezioni nazionali in giro per il mondo: un vero e proprio capolavoro sportivo. Per fare questa considerazione si può anche provare a non parlare del risultato finale dell’Italia negli Europei itineranti, perché la valutazione sul progetto tecnico italiano targato Roberto Mancini merita di essere analizzato e di essere celebrato a prescindere da come si è concluso questo torneo.

Roberto Mancini ha costruito un’Italia, nel giro di tre anni, capace di tornare sulle vette del calcio europeo e mondiale. Lo dimostrano anche le quote delle scommesse sulla finale: dopo la vittoria contro il Belgio nei quarti di finale, anche i più scettici hanno cominciato a considerare l’Italia come la principale accreditata per la vittoria dell’Europeo, e la nostra Nazionale arriva con tantissime speranze anche in vista del Mondiale del 2022 in Qatar.

La sconfitta contro la Svezia nel 2017, arrivata in una fredda serata di novembre a San Siro, segnava la prima esclusione italiana dai Mondiali dopo ben sessant’anni: un autentico dramma sportivo, che ha segnato la fine del nefasto progetto tecnico costruito dal mai dimenticato Gian Piero Ventura. Indiscutibilmente il punto più triste per una gloriosa Nazionale, che nel corso della sua storia ha vinto ben quattro Coppe del Mondo.

Da lì, la rinascita, tutta merito di Roberto Mancini: nonostante un passato da allenatore di club che non l’ha mai visto prediligere una grande identità e qualità di gioco, preferendo piuttosto la sostanza in mezzo al campo e le grandi individualità nel reparto offensivo, nella ricostruzione della Nazionale Italiana il tecnico jesino ha sapientemente plasmato un contesto di gioco dall’alto tasso qualitativo, fortemente adatto ai giocatori a sua disposizione. Insomma, tutto ciò che deve fare un selezionatore.

Un gioco che, come si è visto nel corso di questo Europeo ma anche in tutti i mesi di avvicinamento, ha favorito i grandi palleggiatori a centrocampo come Jorginho, Verratti e Locatelli, le incursioni verticali di Spinazzola, Barella e Chiesa, le invenzioni sulla trequarti e il gioco associativo di Insigne, la solida impostazione da dietro di Bonucci e Bastoni. Senza dimenticare di avere un fenomeno in porta, pronto a salvare la squadra in qualsiasi occasione: Gianluigi Donnarumma, appena trasferitosi al Paris Saint-Germain.

Dietro il solido nucleo di giocatori presente in questo Europeo, in vista del Qatar Mancini darà ancor più spazio ai tanti giovani di qualità che il calcio italiano sta, nuovamente e finalmente, mettendo in evidenza: Bastoni, Raspadori, Esposito, Kean, Castrovilli, Tonali, Lovato e compagnia. Roberto Mancini ha svolto un lavoro splendido in questi tre anni, partendo dalle ceneri di un progetto arenatosi e ridando nuovo entusiasmo non solo ai calciatori, ma anche a tutti i tifosi della Nazionale in giro per l’Italia. Lo testimoniano le scene di giubilo nel corso di questo Europeo: ci sono tantissime aspettative (per lo più soddisfatte) nei confronti di questa Italia, del suo gioco assai piacevole grazie a un progetto tecnico che resterà nelle menti e nei cuori azzurri per diversi anni.

Da non perdere!

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