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Italia resta bianca, Speranza: “Primo venerdì che non firmo ordinanze”

Italia resta bianca, Speranza: "Primo venerdì che non firmo ordinanze"

L’Italia resta tutta bianca. E per la prima volta da ottobre il ministro della Salute non firmerà ordinanze per il cambio di colore delle Regioni. Lo sottolinea lo stesso Roberto Speranza. “Questo è un venerdì particolare. Per me il venerdì è sempre stato un giorno molto complicato, quello delle ordinanze, perché si riunisce la Cabina di regia, poi il Cts e io nel pomeriggio firmo le ordinanze con cui ho un po’ alla volta, dall’autunno dell’anno scorso, cambiato i colori delle Regioni. Ma oggi è il primo venerdì, dall’autunno scorso, in cui non sarò chiamato a firmare ordinanze”, ha detto intervenendo all’incontro ‘Ripartiamo, Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città’, in corso a Roma.  

“Come sapete – ha aggiunto – l’Italia da lunedì è tutta in zona bianca. Non sono intercorse ragioni per una modifica dello status quo. E quindi, per la prima volta da ottobre, non avrò la necessità di firmare ordinanze. Questa è una notizia positiva quindi è una bella giornata per tutti noi”, ha detto Speranza che, alla fine del suo intervento, ha ricevuto in dono una penna dalle mani di Enzo Bianco, presidente Consiglio nazionale Anci e presidente C14+, che ha scherzato sul fatto che non servirà a firmare ordinanze simili a quelle dei mesi scorsi.  

Speranza sottolinea che “i numeri di oggi della Cabina di regia sono molto incoraggianti”. “Il tasso di incidenza in 7 giorni su 100mila abitanti – ha detto, commentando i dati di oggi – è di 9. Abbiamo un Rt a 0,63. Un numero molto positivo rispetto a quelli che abbiamo visto in passato. E c’è stata nelle ultime settimane una riduzione molto significativa non solo del numero dei contagiati, ma anche dell’occupazione dei posti letto. Sia in terapia intensiva, dove eravamo a circa 3.800 posti occupati e ora siamo a 229, quindi con una riduzione di oltre il 90%. E la stessa cosa vale per l’area medica: dove eravamo arrivati quasi a 30mila, ora siamo poco sopra i 1.500. E’ la fotografia di un Paese che presenta oggettivamente un quadro epidemiologico molto migliorato – ha osservato il ministro – Questa è la conseguenza prioritaria della campagna di vaccinazione, anche delle misure che abbiamo tenuto. Ma la campagna di vaccinazione resta l’arma fondamentale per provare a metterci alle spalle una stagione così difficile”.  

“Detto ciò – ha proseguito Speranza – continuo a chiedere massima attenzione e massima prudenza, grande gradualità. Quando abbiamo deciso le riaperture, a partire dal 26 aprile, abbiamo scelto un percorso di gradualità. E i numeri stanno dicendo che la strada della gradualità era la strada giusta. E credo che lo resti. Sarebbe un errore gravissimo immaginare che abbiamo vinto definitivamente questa battaglia. Ci siamo ancora dentro”.  

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