4 Giugno 2021

Recovery, Dominici (Fpa): “Nuove assunzioni nella Pa? Era ora ma non abbiamo bisogno dei soliti amministrativisti”

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Recovery, Dominici (Fpa): "Nuove assunzioni nella Pa? Era ora ma non abbiamo bisogno dei soliti amministrativisti"

“E’ evidente che nella Pa c’è bisogno di nuove assunzioni, anche perché c’è un complessivo medio deficit di personale. Era ora dunque e l’importante è che non ci si fermi”. Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Gianni Dominici, direttore generale Fpa. “La cosa fondamentale – spiega – è capire che figure andiamo ad assumere e per quale Pa e per quale ruolo. Tutto il tema legato all’analisi dei fabbisogni interni. Non è che si assume perché ci sono le persone che vanno in pensione e che devono essere sostituite. Noi abbiamo bisogno di una Pa che gestisca questa fase storica del nostro Paese. Abbiamo bisogno di ingegneri gestionali, di data scientist di project manager o come al solito di amministrativisti che pensano solo agli adempimenti?”. 

“Abbiamo bisogno – avverte – di una Pa che gestisca i processi complessi, di psicologi di sociologi fondamentali in questo particolare periodo che stiamo attraversando”.  

“Nella Pa – precisa – assumiamo i bravi, assumiamoli bene ma cerchiamo di non demotivarli dopo 4 mesi. Il futuro della Pa è strategico e fondamentale perché questo Paese ha bisogno di una Pa che funzioni, che sia efficace, trasparente e veloce. Non facciamo entrare questi ragazzi in un’amministrazione vecchia”. “Promuovere le donne nella Pa? Il discorso non è garantire la quota femminile, ma incentivare a livello educativo la formazione delle ragazze nelle discipline Stem. Non è che una donna deve fare scienze umanistiche e un ragazzo deve diventare ingegnere. Questo un processo culturale che non si può imporre”.  

“Nelle assunzioni nella Pa – sottolinea Dominici – non si deve usare la quota massima di valutazione dei titoli perché i titoli rischiano anche di essere un po’ classisti. Non tutti hanno la possibilità di far studiare i ragazzi nelle migliori università e poi mandarli a frequentare i master all’estero e conseguire titoli”. 

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