7 Giugno 2021

Gsk, contro Bpco mix farmaco-dispositivo garantisce migliore efficacia

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Gsk, contro Bpco mix farmaco-dispositivo garantisce migliore efficacia

Quando decidiamo di assumere un farmaco per proteggere la nostra salute vogliamo solo che sia efficace e che funzioni nel tempo. Ma in seguito ci accorgiamo che non basta perché, soprattutto nei trattamenti cronici, bisogna fare i conti con la vita di tutti i giorni, ricordandosi di prendere la terapia nei tempi giusti o di portarla con se’. Così il farmaco migliore diventa quello che assomiglia al nostro vestito preferito, che preleviamo dall’armadio e indossiamo a occhi chiusi. Nel trattamento delle malattie respiratorie, come la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) accade qualcosa di simile. 

Per una
terapia ‘su misura’ – si legge in una nota di Gsk – occorre che il ‘vestito’, cioè i farmaci scelti dal medico siano quelli ottimali per le condizioni del paziente. Ma è anche fondamentale che la ‘vestibilità e comodità’, ovvero il dispositivo che permette di inalarli e di offrire la quantità di principi attivi necessari direttamente dove servono, sia preferito dal paziente e che in questo caso significa soprattutto che sia semplice da usare. Così si creano le condizioni per assicurare l’aderenza terapeutica, che rappresenta la sfida principale nel trattamento della Bpco nella vita di ogni giorno. Se il paziente segue correttamente la terapia indicata, i risultati in termini di controllo dei sintomi e di riduzione del rischio di riacutizzazioni e di ricovero sono migliori, insieme ad una prognosi a breve e lungo termine più favorevole. 

In questo senso vanno letti i risultati dello studio ‘Intrepid’ (INvestigation of TRelegy Effectiveness: usual PractIce Design: a single- versus multiple-inhaler triple therapy for COPD in usual clinical practice), condotto per verificare nella vita reale se la triplice terapia (fluticasone furoato/umeclidinio/vilanterolo) erogata mediante il dispositivo Ellipta, sia più efficace nel migliorare lo stato di salute rispetto alle triplici terapie aperte somministrate con diversi erogatori. Lo studio dimostra che in una popolazione di pazienti con Bpco rappresentativi della realtà quotidiana degli ambulatori medici, l’associazione dei tre farmaci somministrati con Ellipta ha migliorato in misura significativa lo stato di salute e la funzione polmonare rispetto ad altre triplici terapie assunte in aperto. Nello studio sono stati seguiti oltre 3000 pazienti in cinque Paesi europei. 

“La ricerca è di grande interesse per chi segue i pazienti con Bpco che necessitano di una ‘triplice terapia’ – spiega Giovanna Elisiana Carpagnano, direttore Uoc di Malattie dell’apparato respiratorio presso il Policlinico di Bari -. I risultati a 24 settimane dimostrano che la percentuale di pazienti ‘responder’ al Cat (criterio di valutazione specifico per la Bpco) è stata significativamente maggiore (47%) nel gruppo trattato con l’associazione dei tre farmaci somministrati con Ellipta rispetto al 40% osservato negli altri, e che i pazienti del primo gruppo hanno una probabilità del 31% superiore rispetto ai soggetti trattati con triplici in aperto, erogate attraverso dispositivi multipli, di ottenere un miglioramento clinico rilevante dello stato di salute”. 

“I risultati di questo studio sono molto interessanti considerando l’importanza di una corretta adesione del paziente alle indicazioni del medico”, afferma Angelo Corsico, direttore Uoc Pneumologia, Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia. “L’aderenza alla terapia rappresenta ancora una delle sfide principali che dobbiamo affrontare come specialisti e sul territorio: abbiamo a disposizione farmaci efficaci ma è fondamentale che il paziente li assuma regolarmente per ottenere il controllo dei sintomi e limitare il rischio di riacutizzazioni della Bpco. Dallo studio Intrepid emerge l’importanza di considerare non solo i farmaci impiegati in combinazione ma anche l’erogatore, che deve essere il più possibile ‘patient-friendly’ per agevolare il paziente, spesso anziano, e favorire l’ottimale aderenza alle cure”.  

Secondo recenti dati del Comitato italiano per l’aderenza alla terapia (Ciat) – ricorda la nota Gsk – la regolare assunzione dei farmaci si osserva in meno di 2 pazienti su 10 con sindromi ostruttive delle vie respiratorie come appunto la Bpco. Queste regole sono fondamentali anche e soprattutto in tempi di Covid-19: le persone con Bpco sono per ovvi motivi a rischio in caso di infezione da virus Sars-CoV-2 e a maggior ragione un trattamento correttamente seguito consente di migliorare la capacità respiratoria dei pazienti. Purtroppo sul fronte assistenziale – secondo una recente indagine Iqvia- da gennaio a dicembre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, si sono registrate 84mila diagnosi in meno di Bpco (-25%), un calo di 65mila nuovi trattamenti (-23%), di 154mila visite dallo pneumologo (-38%) e di 136mila richieste di spirometrie (-46%).  

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