29 Giugno 2021

Cashback, scontro nella maggioranza ma Draghi tira dritto

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Cashback, scontro nella maggioranza ma Draghi tira dritto

Cashback sospeso, è scontro nella maggioranza. L’incidente diplomatico vero e proprio arriva dopo 12 ore di silenzio. “La sospensione del cashback è un errore”, dice Stefano Patuanelli, ministro dell’Agricoltura e capodelegazione del M5S al governo, a margine del Consiglio europeo in Lussemburgo. La delusione, dichiarata senza giri di parole, arriva a dodici ore dalla cabina di regia che, alle prese con licenziamenti e cartelle esattoriali, ha decretato a sorpresa una sospensione di sei mesi del meccanismo di premi e rimborsi per chi utilizza i pagamenti elettronici. Con un chiaro obiettivo anti-evasione messo in piedi dal governo di Giuseppe Conte, che aveva finanziato il progetto con cinque miliardi fino al giugno del 2022. E messo in stand-by da Draghi con un anno di anticipo, con l’obiettivo – illustrato nel vertice di ieri – di rodare la norma.  

Lo stop del presidente del Consiglio arriva, per giunta, proprio mentre il suo predecessore è alle prese con un estenuante braccio di ferro con Beppe Grillo, per assumere la guida del Movimento. Patuanelli auspica “si possa tornare indietro su questa decisione” e spiega di averlo “detto e ripetuto ieri in cabina di regia”. “Un errore la sospensione del cashback che come strumento di incentivo all’utilizzo di pagamenti elettronici e lotta all’evasione è stato perfetto. Chiederemo in Consiglio dei Ministri i motivi di questa decisione”, rincara la dose la ministra grillina Fabiana Dadone, seguita a stretto giro dai deputati del M5S in Commissione Finanze alla Camera. Ma sia fonti di governo che del Mef assicurano che Draghi sarebbe “deciso a tirare dritto”, “resta la sua linea” e nuovi vertici “non sono in programma, dubito ce ne saranno”. 

Ma intanto continua il tam tam dei grillini, che snocciolano anche i numeri del cashback: “Fino ad oggi, sono 8,9 milioni i cittadini che hanno aderito con un totale di 784,4 milioni di transazioni e 16,4 milioni di strumenti di pagamento attivati. Di fatto, si sceglie inopinatamente di tornare al passato, invece di sostenere un programma anti-evasione che sta funzionando”, scrivono i deputati della commissione Finanze.  

Dall’America Latina, dove è in viaggio per scrivere alcuni reportage, si fa sentire anche Alessandro Di Battista: “Il Movimento – lamenta – continua a non toccar palla (cosa ampiamente prevedibile e prevista da chi non aveva altri interessi). Gongola la Lega, partito che non ha mai fatto della lotta all’evasione la sua ragion di vita e gongolano tutti quelli che mesi fa hanno attaccato questa semplice misura di buon senso a sostegno, soprattutto, della classe media. Il tutto mentre più o meno tutti i dirigenti del Movimento giurano amore eterno a Mario Draghi”. 

“La sua sospensione è un errore e un pessimo messaggio”, twitta l’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Mentre per Carla Ruocco, presidente M5s della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, “eliminarlo è folle”, visto che “ha obbligato i negozianti furbetti a mettere il Pos, ha aiutato gli anziani ad attivare lo Spid e una carta alla Posta. Ha sostenuto i nostri giovani.  

E intanto si solleva timida la protesta anche dalle file del Pd, nonché di Sinistra italiana. “Non condivido la scelta di sospendere il cashback per il prossimo semestre – dice Michele Bordo, deputato e responsabile Pd per la Coesione e il Mezzogiorno – Una cosa è correggere ciò che non ha funzionato del meccanismo, altra cosa è sospenderlo. Il cashback ha consentito in questi mesi un maggiore utilizzo della moneta elettronica, un migliore tracciamento dei pagamenti, la riduzione del nero e dell’evasione fiscale. Per tutte queste ragioni, è un errore tornare indietro. Spero che ci sia spazio per rivedere la decisione assunta ieri dalla cabina di regia riunitasi a Palazzo Chigi”.  

Mentre Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) rimarca: “Dovevano bloccare i licenziamenti e invece hanno bloccato il cashback. Dovevano ascoltare le organizzazioni sindacali dei lavoratori e finora li hanno ignorati. In sostanza, al di là degli slogan il governo dei migliori ha finora eseguito il diktat di Confindustria”.  

Ma la maggioranza di governo appare di fatto spaccata. Perché mentre il M5S alza la voce, Pd e Si lamentano la scelta compiuta, esulta Forza Italia, con la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini che definisce quella di Draghi come “una decisione di buonsenso che farà risparmiare più di mezzo miliardo alle casse dello Stato, e il nostro auspicio è che si tratti di uno stop definitivo, perché si tratta di una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici”. Nelle scorse settimane, l’unico partito a puntare il dito chiedendo esplicitamente l’abolizione del cashback era stato Fratelli d’Italia, con una mozione ad hoc presentata al Senato ma respinta da Palazzo Madama. Che aveva invece dato disco verde a una mozione della maggioranza che prevedeva un “monitoraggio” del programma per adottare “provvedimenti correttivi”. Poi la decisione di Draghi. 

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