“Nessun accanimento, chiedo solo verità e giustizia. Sull’estradizione deciderà la magistratura e confido in una decisione equa”. A dirlo all’Adnkronos Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio ucciso il 16 febbraio 1979 a Santa Maria di Sala (Venezia) dai membri del gruppo Proletari Armati per il Comunismo, all’indomani della prima udienza alla Corte d’Appello di Parigi per i nove ex terroristi rossi che hanno tutti rifiutato l’estradizione. Tra loro anche Luigi Bergamin.
Adriano Sabbadin interviene poi sulle dichiarazioni dell’ex brigatista Marina Petrella – a giudizio della quale “le vittime per le quali siamo stati condannati sono state largamente risarcite da tutti i compagni che hanno fatto ergastoli” (riporta il ‘Corriere della Sera’) – e dice: “Se questo sarebbe il risarcimento, mi spiace, ma non paga. Credo che scappare dalla realtà non sia umano; ognuno deve espiare le proprie colpe con dignità e onore e non scappare in altri Paesi nascondendosi sotto altre identità. Aspetto che qualcuno veramente prenda una decisione di coscienza, altrimenti penso e credo solo a una giustizia divina. Solo Dio ci giudica”.