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Rider, Toscana vara legge: è la prima in Italia

Rider, Toscana vara legge: è la prima in Italia

La sicurezza, la formazione, il controllo e la rappresentanza sindacale per i rider. La Toscana apre ai diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali, con la prima legge in Italia che è stata approvata dal Consiglio regionale nella seduta odierna a larga maggioranza, con il voto di astensione del gruppo della Lega. 

Proposta dal presidente del Consiglio, Antonio Mazzeo, primo firmatario del testo a cui si è aggiunta la firma anche di Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), la norma prevede la redazione di un documento tecnico di valutazione dei rischi, che la Giunta approva con apposita delibera, come base per impostare le forme di tutela necessarie. Tra queste anche la formazione obbligatoria, a carico del datore di lavoro, con particolare attenzione al Codice della strada e al mezzo di trasporto utilizzato. Le imprese dovranno inoltre fornire dispositivi di sicurezza, abbigliamento consono allo svolgimento delle prestazioni tenendo conto di turni notturni e condizioni atmosferiche avverse. 

Si dovrà inoltre promuovere l’istituzione del rappresentante per la sicurezza dei lavoratori a prescindere dalla tipologia del contratto sottoscritto. Il monitoraggio e il controllo, anche ai fini della prevenzione, saranno svolti dai servizi prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro (Pisll) e delle aziende unità sanitarie locali. 

“Sono felice e anche emozionato. È un risultato che non era scontato. Da quando sono diventato presidente del Consiglio regionale mi sono posto sempre l’obiettivo di dare voce a chi ha meno voce. Oggi un fattorino o un rider viene visto come un algoritmo, ma in realtà è una persona, un lavoratore, e come ogni lavoratore noi dobbiamo offrirgli più diritti, a partire da quelli basilari che oggi in questo settore mancano come quello della salute e della sicurezza”, ha commentato Mazzeo subito dopo l’approvazione . “Sono orgoglioso – ha aggiunto Mazzeo – perché la Toscana è la prima Regione d’Italia ad aver approvato una legge di questo tipo, che spero possa essere esportata anche in tutte le altre Regioni, per garantire maggiore controllo, maggiore sicurezza e offrire tutele a queste ragazzi e questi ragazzi che ci accompagnano nella nostra vita. Ecco, oggi il Consiglio regionale ha fatto quello che è chiamato a fare: dare diritti a chi diritti non ne ha”. 

1. La Giunta regionale con deliberazione approva un progetto di analisi e valutazione dei rischi, da svilupparsi con i servizi prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro (Pisll) delle aziende unità sanitarie locali (Usl), ad integrazione delle linee di indirizzo per l’attività di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro di competenza della Regione e dei dipartimenti delle aziende Usl, relativo alle specificità emergenti nel contesto dell’economia digitale dei lavoratori organizzati mediante piattaforme digitali, che porti alla elaborazione di un documento tecnico di riferimento regionale, il Documento tecnico di valutazione dei rischi dei lavoratori organizzati mediante piattaforme digitali, di seguito denominato Documento tecnico. 

2. Il progetto di cui al comma 1, che si configura come modello territoriale partecipativo con le parti sociali, sindacali e datoriali ha l’obiettivo di prevedere l’attività di vigilanza da parte dei servizi PISLL, nel contesto del territorio regionale ove operano i lavoratori, per un monitoraggio costante del rispetto delle disposizioni normative in materia di sicurezza, ivi compresa l’applicazione del Documento tecnico. 

3. Il documento tecnico nell’analisi dei rischi e nella progettazione delle azioni di contrasto, tiene conto, in particolare, dei seguenti obiettivi ai sensi del d.lgs. 81/2008: valutare i rischi lavorativi tradizionali, nonché quelli specifici per la peculiare attività che svolgono i lavoratori organizzati mediante piattaforme digitali, a prescindere dalla tipologia di rapporto di lavoro, quali lo stress lavorativo intrinsecamente connesso ai tempi di consegna, l’assegnazione dei turni, la distribuzione delle occasioni di lavoro e dei luoghi di svolgimento dell’attività; definire le modalità di mitigazione dei rischi e individuare i dispositivi di protezione individuale più idonei per lo svolgimento dell’attività; definire e proporre i contenuti di dettaglio della formazione specifica e obbligatoria a carico delle imprese di cui all’articolo 37 del d.lgs. 81/2008, in conformità agli accordi richiamati dallo stesso articolo, con particolare attenzione al Codice della strada e al mezzo di trasporto utilizzato per la prestazione di lavoro, per impedire che i lavoratori possano correre rischi a causa della loro scarsa conoscenza dei rischi stessi e delle regole da osservare nonché a maggior tutela della collettività; prevedere a carico delle imprese la dotazione di abbigliamento tecnico consono allo svolgimento della prestazione di lavoro, considerati anche i turni di notte e le condizioni atmosferiche avverse, nonché la dotazione dei dispositivi di sicurezza; promuovere l’istituzione del rappresentante per la sicurezza dei lavoratori organizzati mediante piattaforme digitali a prescindere dalla tipologia del contratto di lavoro sottoscritto; definire le modalità di vigilanza da parte dei servizi Pisll delle aziende Usl. 

I servizi Pisll delle aziende Usl predispongono azioni di controllo specifico del rispetto della normativa in materia di sicurezza, in applicazione del Documento tecnico, svolgendo anche un’azione di prevenzione e monitoraggio al fine di individuare comportamenti elusivi delle prescrizioni in materia di sicurezza o pratiche pericolose, per la loro correzione o eliminazione. 

Come ha spiegato Enrico Sostegni (Pd) illustrandola all’aula, la proposta di legge “detta disposizioni precise a carico delle imprese, e si è giunti a questa formulazione nel pieno rispetto delle competenze regionali, grazie anche al lavoro prezioso sul fronte normativo svolto dagli uffici legislativi del Consiglio regionale e della Giunta”. Il punto di riferimento, ha spiegato, è l’ex decreto legislativo 81 del 2008, che detta le linee guida in materia di tutela e sicurezza sui luoghi di lavoro e le sentenze della Corte di Cassazione che assimilano i lavoratori delle piattaforme digitali ai lavoratori subordinati delle altre categorie. “Il riconoscimento dei diritti – ha concluso Sostegni – è un piccolo passo avanti, ma è un passo importante quando si va a incidere sulla qualità del lavoro, soprattutto in una fase come questa, nella quale si parla troppo spesso di incidenti sul lavoro”. 

Andrea Ulmi (Lega) ha dato atto alla commissione Sanità di aver svolto un lavoro estremamente positivo per giungere al testo finale della legge, “ma è tuttavia un testo poco convincente – ha spiegato – perché il riferimento normativo principale resta quello per i lavoratori subordinati”. Secondo Ulmi, si è voluti essere più realisti del re e si corre il rischio di ingessare la flessibilità, che è alla base di questa tipologia di lavoro”. Per questo ha annunciato il voto di astensione del suo gruppo. 

Voto positivo, invece, è stato dichiarato dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli, che ha detto: “Con questo atto la Toscana fa un passo avanti per incrementare la sicurezza sul luogo di lavoro in un settore dove l’autorganizzazione dei lavoratori spesso è fonte di molti rischi”. E ha aggiunto che si tratta di “un passo da percorrere senza indugi, visto che si sta parlando della sicurezza e della vita di esseri umani”. Torselli ha voluto ringraziare il collega Diego Petrucci, che ha sottoscritto la proposta di legge definendolo “una svolta di civiltà a favore di giovani lavoratori senza alcuna tutela”. 

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