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Piazza San Carlo, Appendino “fu negligente e frettolosa”: le motivazioni della condanna

Piazza San Carlo, Appendino "fu negligente e frettolosa": le motivazioni della condanna

Il suo è stato “un approccio frettoloso, imprudente e negligente”. E’ uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 27 gennaio la sindaca di Torino Chiara Appendino è stata condannata a un anno e 6 mesi di reclusione per i fatti accaduti la sera del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo quando, durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, un’ondata di panico collettivo ha causato il fuggi fuggi della folla radunata davanti al maxischermo che causò la morte di due persone e il ferimento di altre 1500. Appendino, ”decidendo di proiettare in piazza San Carlo la finale di Champions League ha chiesto all’amministrazione e all’organizzazione di operare in condizioni la cui criticità era evidente, disinteressandosi poi di tutti gli aspetti operativi”, si legge ancora.  

”Ella – si legge poi – ha pertanto commissionato a terzi la gestione dell’evento, operando a monte delle scelte che non lasciavano congruo margine di discrezionalità a chi doveva operare in concreto per assicurare la sicurezza dell’evento. E tali scelte sono state frutto di un approccio frettoloso, imprudente (perché non ha tenuto conto dei rischi connessi) e negligente (perché non ha vigilato in alcun modo sulla concreta attuazione di tali scelte, trascurando di assicurare il dovuto rilievo anche nella fase di formazione della decisione agli aspetti connessi alla sicurezza”. 

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