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Oncologi: ‘sfondato di 464 mln tetto per farmaci innovativi, servono più risorse’

Gli oncologi lanciano l’allarme sul Fondo per i farmaci oncologici innovativi. “Per la prima volta dalla sua istituzione nel 2017, il Fondo si rivela incapiente, con conseguenze preoccupanti per i pazienti che rischiano di non poter più accedere in tempi brevi ai trattamenti anti-cancro innovativi. Dal monitoraggio della spesa farmaceutica dell’Agenzia italiana del farmaco del 2020 si evince che il tetto di 500 milioni di euro, fissato per il Fondo per i farmaci oncologici innovativi, è stato sfondato di ben 464,2 milioni. La spesa totale ha infatti raggiunto 964,2 milioni di euro. Nel triennio 2017-2019, non si erano mai verificati sfondamenti”. E’ quanto sottolineano gli esperti intervenuti al webinar, organizzato dal Centro studi americani, ‘I fondi per i farmaci innovativi: una best practice italiana che può essere migliorata’. Dall’altro lato, nel 2020 si è registrato un avanzo di 193 milioni di euro nel secondo Fondo, quello per i farmaci innovativi non oncologici, che ha una dotazione identica, pari a 500 milioni.  

“La dotazione dei due Fondi, stabilita con la Legge di Bilancio 2017, deve tener conto dei progressi scientifici realizzati soprattutto in ambito oncologico negli ultimi anni con le conseguenti nuove possibilità terapeutiche per i nostri pazienti – ha affermato Carmine Pinto, presidente Ficog (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) – Per questo va incrementato il tetto fissato a 500 milioni di euro del Fondo per i farmaci oncologici innovativi, che in questi anni ha risposto a due specifiche esigenze. Innanzitutto, consentire ai pazienti l’accesso alle nuove terapie, in particolare, nel periodo in cui è stato istituito, all’immunoterapia che si affacciava alla pratica clinica e che ha poi cambiato la storia di neoplasie in fase avanzata come il melanoma, il tumore del polmone e del rene, raddoppiando o triplicando la sopravvivenza”.  

“La dotazione del Fondo sanitario nazionale infatti in quegli anni non era in grado di coprire i costi di queste nuove terapie. In secondo luogo, grazie alla ‘fast track approval’ garantita dal Fondo per i farmaci oncologici con riconoscimento dell’innovatività, veniva garantito ai pazienti l’immediato accesso a questi farmaci dopo l’approvazione a livello centrale da parte di Aifa”. Questo risultato è stato raggiunto, se si considera che i pazienti oncologici del nostro Paese, nel periodo 2016-2019, hanno avuto accesso a un numero maggiore di nuovi farmaci anticancro (33) rispetto alla media europea (24). “Al momento della sua istituzione, nel 2017, il Fondo doveva rappresentare una misura emergenziale –ha continuato Pinto – Oggi serve una riprogrammazione di tutta la spesa farmaceutica. Va considerato non solo il costo del farmaco, ma va definito l’intero costo assistenziale per il Sistema Sanitario Nazionale della singola patologia neoplastica”.  

“In attesa di una riforma strutturale, va aumentato il tetto di 500 milioni di euro per i farmaci oncologici – ha suggerito il presidente della Ficog – Una volta assicurata la capienza del Fondo, la definizione di innovatività e quindi il criterio di permanenza di un farmaco nel Fondo vanno garantiti oltre gli attuali 36 mesi, fino a quando cioè quel singolo farmaco non viene sostituito nella pratica clinica da un altro nuovo farmaco innovativo, allineandone così la durata con gli outcome clinici”. Oggi invece, dopo tre anni, ne è prevista l’uscita perché decade in modo automatico il requisito dell’innovatività, che è temporaneo. Alla scadenza dei 36 mesi, il finanziamento di queste terapie ritorna a carico delle risorse ordinarie, che già vedono ripetuti scostamenti per la spesa farmaceutica per acquisti diretti da parte delle aziende sanitarie.  

“Nel 2020, in Italia, sono stati stimati 377mila nuovi casi di cancro e 3,6 milioni di cittadini vivono dopo la diagnosi – ha spiegato Francesco Cognetti, presidente Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi) – Quando sono veramente efficaci e necessari, i nuovi farmaci non vanno visti come voce di spesa, ma rappresentano un investimento, perché consentono di migliorare la sopravvivenza contribuendo alla riduzione complessiva delle uscite per l’assistenza oncologica. L’Italia infatti è l’unico Paese europeo nel quale nel periodo 2008-2018, a fronte di un incremento del costo diretto legato ai farmaci anti cancro, la spesa complessiva per l’assistenza ai pazienti è diminuita. Il Fondo – ha ricordato – ha consentito di accedere in tempi rapidi a terapie davvero rivoluzionarie, che hanno favorito risparmi al sistema sanitario in altre voci. Ha quindi contribuito a garantire la sostenibilità. E non possiamo più tornare indietro. È quindi opportuno estendere il periodo di permanenza nel Fondo dei farmaci oncologici innovativi oltre i 36 mesi”.  

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