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Pasqua, Via Crucis col Papa da piazza S.Pietro deserta

Pasqua, Via Crucis col Papa da piazza S.Pietro deserta

Le meditazioni affidate a bambini e ragazzi che parlano della solitudine nella pandemia Papa Francesco, questa sera, per il secondo anno consecutivo presiederà la Via Crucis del Venerdì Santo sul sagrato di una piazza San Pietro ancora deserta, e non al Colosseo,  a causa dell’emergenza pandemica. Con lui ci saranno anche i bambini e i ragazzi ai quali ha affidato le meditazioni. L’evento sarà trasmesso in mondovisione. 

Le quattordici stazioni che ripercorrono la Passione di Cristo saranno collocate attorno all’obelisco e lungo il percorso che conduce al sagrato. Le torce che tracciano il percorso a terra formeranno una grande croce luminosa che si distende sulla piazza vuota. La Croce verrà portata da un gruppo di ragazzi ed educatori ai quali sono state affidate le meditazioni lette dagli stessi autori. Ad ogni meditazione un disegno che, come fanno sapere i media vaticani, sarà mostrato nella diretta televisiva.  

Il Covid e la solitudine dei più piccoli, la ci lontananza a causa della didattica a distanza, tra i temi affrontati nelle meditazioni della Via Crucis . “La tristezza della solitudine a volte diventa insopportabile – ha scritto una bambina-, ci sentiamo ’abbandonati’ da tutti, incapaci di sorridere ancora. Come Gesù ci troviamo accasciati al suolo”. I più piccoli riflettono poi sui coetanei che “non hanno da mangiare, non hanno istruzione, sono sfruttati e costretti a fare la guerra. Tu, Gesù, ci sei sempre vicino e non ci abbandoni mai, aiutaci ogni giorno a portare le nostre croci come Tu hai portato la tua”. Alla dodicesima stazione, Gesù muore in croce. L’esempio di Gesù che perdona il male ricevuto ha fatto riflettere i bambini sul male presente nel mondo, ad esempio sulle mafie. Come è possibile perdonare situazioni simili? Hanno scritto  i bambini: “Gesù, morendo sulla croce, ha donato a tutti la salvezza. Non è venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori che hanno l’umiltà e il coraggio di convertirsi”. Alla XIII stazione, il dolore per la perdita dei nonni a causa del Covid: “Dall’ambulanza sono scesi uomini che somigliavano ad astronauti, coperti da tute, guanti, mascherine e visiera, hanno portato via il nonno che da qualche giorno faticava a respirare. E stata l’ultima volta che l’ho visto. Ho pregato per lui ogni giorno, così ho potuto accompagnarlo in questo suo ultimo viaggio terreno”. 

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