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Monica Setta: “Racconto l’economia in modo Pop”

Monica Setta: "Racconto l'economia in modo Pop"

Monica Setta torna in libreria con il suo dodicesimo libro: “Quadrare i conti – Manuale di economia per le famiglie” (Rai Libri).

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In questo volume, la giornalista spiega come risparmiare nell’Italia del Covid-19 mettendo da parte anche qualcosa da investire. Il libro affronta anche come difendersi dalle truffe e come evitare lo shopping compulsivo o risparmiare sui saldi.

Libro che esce in un momento “magico” per Monica Setta: oltre al successo televisivo con Uno Mattina in famiglia, dallo scorso weekend è tornata protagonista in radio sulle frequenze di Isoradio.

Com’è nata l’idea di questo libro?

L’idea di questo libro nasce all’interno della rubrica “Quadrare i conti” dentro Unomattina in Famiglia. È una rubrica di economia, di servizio, uno spazio che io conduco tutte le settimane sul “fatto del giorno” dell’economia. Poi però questo libro esce da Unomattina in Famiglia ed entra nella vita dei tanti telespettatori che hanno scritto sui miei social personali, oppure mi hanno mandato delle lettere, in redazione a via Teulada, chiedendomi consiglio. A questo punto incontro queste persone ed ogni storia dà lo spunto ad un capitolo: parliamo di fisco, di pensioni; parliamo di welfare state, parliamo di telemarketing selvaggio; parliamo di lavoro, e dunque di smartworking; di tutele, di shopping, di economia domestica; di risparmi e di investimenti.
È un libro che è in gestazione da parecchio tempo, che volevo fare da cinque anni ma che ha preso corpo negli ultimi dodici mesi proprio in pieno periodo pandemico, perché mi sono resa conto che l’economia, con la crisi del Covid e dunque con la crisi economica legata al virus, ha assunto un ruolo sempre più centrale nella vita delle famiglie italiane.

Come ogni opera che si rispetti, hai vissuto le intense fasi di azione, stesura e correzione. Che emozione hai provato nel vedere completata questa nuova opera?

Un’emozione fortissima anche se si tratta del mio dodicesimo libro, perché il primo libro è uscito nel 1994: era un libro politico, “Berlusconi sul sofà”, un libro anche profetico. Aveva la prefazione di Indro Montanelli, un grande maestro del giornalismo che però di prefazioni non ne aveva scritte mai. Quindi insomma, a distanza di parecchi anni dal primo libro (e all’interno di questi anni ce ne sono stati altri undici, di libri), torno in libreria e sulle piattaforme digitali con un prodotto che mi sta molto a cuore perché ripercorre anche gli inizi della mia carriera. Quindi una grande emozione. Abbiamo vissuto insieme con l’editor il momento in cui finalmente abbiamo licenziato il pdf e abbiamo visto l’opera cartacea e beh, è stata ancora più forte delle volte precedenti.

Come sei riuscita a coinciliare questa creazione con i tuoi impegni professionali?

Al prezzo di grandi sacrifici. Sono stata aiutata dalla seconda ondata di lockdown che ci ha chiusi in casa, forzosamente. Per cui, stando a casa, sono stata sempre al computer. Ho passato tante nottate su questo libro. Poi ogni capitolo ha anche degli spunti bibliografici, ovviamente tutti citati come gli autori, quindi ho cercato di raccontare anche in forma saggistica l’economia. Non è stato assolutamente semplice, la materia è ostica, ci ho messo molte notti rubate al sonno, al riposo [ride]. Anche perché poi il sabato e la domenica io ho la sveglia molto presto, quindi la settimana si consuma anche studiando la puntata del weekend successivo. Insomma, tanta tanta fatica.
Poi, in mezzo, tanti libri, perché sono un’avida lettrice e non ho mai smesso, anche nel momento cruciale in cui veramente scrivevo quasi otto ore al giorno.

Come si quadrano i conti in un momento difficile come questo? 

Seguendo un po’ il vecchio adagio della nonna: facendo il passo mai più lungo della gamba. E cercando di recuperare, come dico io, nelle pieghe delle azioni e delle spese quotidiane tanti di quei soldini (ovviamente non parlo di miliardi, parlo appunto di euri) che noi inconsapevolmente buttiamo perché magari sbagliamo a fare la spesa, sbagliamo a non controllare le nostre utenze, sbagliamo magari a fare delle spese che non sono, diciamo, il “necessario”, troppo superflue. Oppure sbagliamo anche negli investimenti.
Questa è una guida che aiuta a capire come si deve essere molto razionali e rigorosi nell’approccio con l’economia. Io lo dico sempre che bisogna seguire la regola di un multimiliardario quale Warren Buffet, che dice: “Prima di comprare, pensateci, pensateci e pensateci bene”.

Come usciremo da questa pandemia? 

Il dibattito è aperto: c’è chi dice: “ne usciremo migliori”, chi: “ne usciremo peggiori”.
Io sono sempre ottimista, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, quindi sono sicura che ne usciremo migliori.

Intanto ne usciremo sicuramente, come si dice, “maggiorenni e vaccinati”: perché saremo quasi tutti alla fine di questa campagna effettivamente vaccinati, quindi riusciremo, col vaccino, a sconfiggere il virus.

E poi, ne usciremo maggiorenni dal punto di vista dell’economia, perché per la prima volta noi abbiamo la possibilità di utilizzare i soldi del recovery fund.

Quindi se riusciremo, come io credo che sarà possibile fare con un governo guidato da Mario Draghi (un grande banchiere, ex leader della BCE, ex governatore della Banca d’Italia, già direttore generale del Tesoro, il padre della legge sulle privatizzazioni, appunto legge Draghi), a fare quelle riforme economiche, in primis quella fiscale che il paese attende, beh, a questo punto usciremo da questa pandemia forse anche con un economia che ripartirà.

Tre buoni motivi per acquistarlo e leggerlo…

Intanto, come primo motivo, per capire un po’ di più d’economia. Noi ci occupiamo tanto di bellezza, ci occupiamo tanto di moda, ci occupiamo tanto di tempo libero come anche di politica, ma ci occupiamo poco degli affari nostri, cioè degli affari vostri che sono appunto i soldi.

E allora per recuperare una dimensione, come dire, più “giusta” nel rapporto con i nostri soldi, che poi sono la base essenziale della nostra vita, io consiglio di leggere “Quadrare i conti”, perché l’economia viene raccontata in modo assolutamente pop, in modo assolutamente attraente, in modo assolutamente comprensibile attraverso delle storie.

Un altro motivo è perché siamo in una situazione difficile, di crisi, per cui sentiamo ogni giorno pronunciare delle parole di cui non tutti conoscono il significato, a partire dallo spread, tanto per dirne una.

Che cos’è il differenziale tra i titoli di Stato italiano e i bund tedeschi?

Ecco, spiegare che cos’è lo spread e perché quando è basso è un indicatore di un’economia buona e invece quando è alto ci fa preoccupare, ecco, questo è un altro motivo per comprare il libro.

Terzo motivo: ci sono delle storie bellissime, delle storie molto affascinanti che consentiranno una lettura anche un po’ “romanzata”, al di là del saggio e al di là del manuale. Delle storie, per esempio, sulle truffe amorose, sulle scam.

Truffe di tutti i generi, ma per quanto riguarda quelle amorose c’è ad esempio una storia molto intensa di una donna che è stata truffata per amore e racconta tutti i gradini della sua sofferenza. Quindi c’è anche una lettura più intima, più romanzata.

Le nuove generazioni spesso trascorrono più tempo con lo smartphone che sui libri. Lo consiglieresti a loro? 

Assolutamente sì, anche perché è un libro scaricabile su tutte le piattaforme, ha una forma assolutamente digitale, quindi certo che lo consiglierei.

È anche un “glossario”, è uno strumento di utilità per le nuove generazioni che magari non sanno come regolarsi: hanno la prima carta di credito, il primo conto corrente, vanno a fare un bonifico, non sanno che si può contrattare con la banca… Insomma, è un mondo molto molto vasto quello dell’economia.

Ovviamente non c’è l’ambizione di essere esaustivi, perché non basterebbe un libro, ma una bella infarinatura alle nuove generazioni questo libro potrebbe darla.

Questa nuova opera è l’ultima di tante altre scritte da te. Escludendo l’ultimo libro, a quale degli altri sei maggiormente legata? 

Sono molto legata ai cinque libri che ho pubblicato sempre con Rai Eri (adesso Rai Libri, ndr) in join venture con Giunti, perché sono dei libri dedicati ai ragazzi, sono storie di ragazzi.

Dei libri a me molto cari perché sono il prodotto cartaceo di una trasmissione di grande successo che io ho condotto per quattro edizioni su Rai Gulp, la rete di Rai Ragazzi, che ha avuto il premio del Moige come miglior trasmissione nella fascia compresa tra gli 8 e i 16 anni.

Allora, fare ascolto è facile, ma fare un prodotto crossmediale, cartaceo, web e televisione, che possa essere giudicato “giusto” per i ragazzi in una fascia cruciale come l’adolescenza, beh, è un orgoglio particolare. Io ne vado particolarmente fiera.

Il presente di Monica Setta è costellato da tanti successi: oltre al libro, ricordiamo l’appuntamento del weekend su Rai1 con Uno Mattina in famiglia. Come stai vivendo questa seconda edizione che sta riscontrando grandi consensi? 

Molto bene. Era praticamente quasi impossibile, dico scherzosamente, fare meglio dell’anno scorso, perché l’edizione dell’anno scorso era stata veramente da incorniciare, eppure… cresciamo anche quest’anno.

Merito di un lavoro di squadra e di una grande capacità del timoniere, che è Michele Guardì, che nel 1989 ha pensato questo programma.

Un programma che ha resistito e resiste a tutto, perché ha in sé la forza della tradizione e l’impeto, l’energia della contemporaneità.

Quindi è un grande onore per me fare parte della grande famiglia di Michele Guardì e soprattutto della grande famiglia della Rai.

Non solo tv: nell’ultimo weekend il tuo debutto a Isoradio. Com’è stato per te tornare a fare radio? 

Beh, è stato sicuramente molto emozionante perché la radio ha attraversato una buona parte della mia vita.

Io ho iniziato nel 2000 con la Mezzanotte di Radio 2, da via Asiago. Andavo in onda di notte ed è stata veramente un’esperienza molto bella.

Da lì poi sono stata per tanti anni a Radio24 a raccontare le donne, con un programma che si chiamava “Una, Nessuna, Centomila”, titolo inequivocabilmente pirandelliano.

Poi la radio nel 2016 è tornata la mia vita insieme a Rita dalla Chiesa e Loredana Lecciso per due cicli di una trasmissione ancora al femminile “Le donne lo sanno”.

Pochi sanno che la radio per me ha conosciuto una dimensione ancora più locale, più territoriale, perché io, per un po’ di tempo, prendevo il treno da Roma e andavo a Verona, perché lavoravo anche a Radio Adige, dove avevo un programma di opinione sulla politica, l’economia e i fatti del giorno, che si chiamava “Monica la pensa così”.

Era una striscia quotidiana. Mi ricordo con grande affetto questo treno preso per andare a Verona, questa Verona bellissima, questa Radio che era veramente il cuore pulsante del nord-est industriale ed economico.

Era un’esperienza molto bella e lo è tuttora fare la radio, perché c’è un rapporto interattivo con gli ascoltatori che ti scrivono, ti dicono se vai bene, se vai male, ti fanno le critiche, ti fanno i complimenti…

Insomma, il debutto di questa trasmissione su Isoradio è andato molto bene.

L’appuntamento ai miei ascoltatori è in diretta dalle 16 ( in onda in diretta anche la domenica) su Isoradio, per questo programma che si chiama “Parla con lei: quando le donne fanno la differenza”, donne a confronto che raccontano la propria sfida quotidiana alla pandemia.

Per concludere, hai già in mente un prossimo libro? 

Mah, diciamo che in questo momento mi godo l’uscita del libro di economia.

Un libro indubbiamente difficile, l’abbiamo detto, ma un libro che spero vada bene.

Quindi sono concentrata su questo.

Mi piacerebbe nel futuro (parliamo comunque di parecchi mesi avanti. Non è adesso, non è domani) esplorare ancora i meandri economici raccontando magari quella che è l’opera di Mario Draghi.

Mi piacerebbe raccontare la sua persona, la sua opera, la centralità di questo premier nella politica economica italiana.

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