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Miccichè: “Io ex Lotta Continua? No, ma assurdo carcere per fatti di 50 anni fa”

Miccichè: "Io ex Lotta Continua? No, ma assurdo carcere per fatti di 50 anni fa"

“Se devo essere sincero, non è facile dire da che parte stare, ma stiamo parlando di persone che oggi hanno 80 anni e che dovrebbero andare in carcere per fatti avvenuti quando avevano 30 anni. E se penso che assassini come l’ex pentito Avola sono liberi e Pietrostefani potrebbe finire in carcere, mi metto a gridare…”. A parlare, in una intervista all’Adnkronos, è il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, che commenta gli arresti degli ex terroristi italiani a Parigi. Lui, da giovane, quel mondo lo ha vissuto da vicino. Anche se specifica: “Io non ero di Lotta Continua, ma ero nel gruppo di simpatizzanti palermitani, insomma una minchiata…”. Ribadisce più volte di “non volere giustificare nessuno” ma sottolinea: “sono accusati di fatti avvenuti 50 anni fa, in un momento storico oggettivamente pazzesco, un momento in cui tanti di noi, se non altro per un livello di educazione, eravamo interessati al mondo Lotta Continua. Ma posso dire certamente che non era un fatto di delinquenza, ma di ideali”.  

E poi fa un paragone: “Ho visto la trasmissione di Mentana in cui Michele Santoro cercava di giustificare l’ex pentito Maurizio Avola, e diceva che loro si consideravano ‘l’Antistato’, e che Avola aveva un ideale. Incredibile, non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando della mafia. Se questo era il pensiero che deve passare sulla mafia, allora sul terrorismo?”. “Io ovviamente non giustifico niente e nessuno, ma è gente che ha 80 anni e che ha vissuto in un mondo che io ho conosciuto – dice – Lo so che non si trattava di delinquenti. Ho conosciuto Franco Piperno, ad esempio, o Lanfranco Pace e altri. Sono stato a Parigi con loro, siamo stati giorni interi insieme, e posso garantire che erano tutto tranne che delinquenti. Piperno, che insegnava in una università francese, aveva come cruccio il fatto che nel linguaggio che usava all’università di Parigi, non conoscendo la lingua alla perfezione, alcune sfumature potevano non essere colte dagli studenti. Era questo il tipo di persone. Mentre qui si tenta di giustificare dei mafiosi che hanno ucciso 81 persone. Se uno come Avola deve stare fuori e Pietrostefani in carcere mi metto a gridare”. Anche se ribadisce di non avere “mai conosciuto” Giorgio Pietrostefani. 

Poi, Gianfranco Miccichè ricorda di avere invece conosciuto “bene” Adriano Sofri. “Lo andavo a trovare in carcere quando venne arrestato”, racconta. “Io non ero di Lotta continua, ma un giovane che in quel periodo era molto attento, con altri, alle vicende extraparlamentari. Vivevo in quel mondo insieme con Giuseppe Barbera, Maurizio Barbato, mio fratello Gabriele, il mondo era questo. C’era pure Emilio Arcuri, che era più parlamentarista e si vede perché poi diventò assessore di Leoluca Orlando. Fu un periodo che abbiamo vissuto allegramente, non disperatamente che hanno poi portato i terroristi a fare quello che hanno fatto. Noi passavamo le sere parlando della differenza che c’era tra Curcio e le nuove Brigate Rosse, perché Curcio era quello che non voleva la lotta armata, mentre gli altri erano quello che sparavano. Eravamo più ascoltatori che protagonisti. Ai tempi eravamo ragazzini, belli e aitanti. Fu un mondo vissuto con impegno rispetto a quello qualunquista come consideravamo i democristiani. Ma non eravamo protagonisti”.  

“Ripeto, oggi non mi viene facile dire di stare da una parte o dall’altra, rispetto agli arresti di Parigi. Certo, sentire Santoro che tenta di dare una motivazione ideale al pentito di mafia dicendo che era l’Antistato, mi chiedo cosa fosse meglio rispetto alle dichiarazioni di Santoro. Ma, in realtà, hanno sbagliato e io ho sbagliato a pensare che ci fosse motivo di credere a loro e ai loro ideali. L’errore più grosso è stato passare alla lotta armata, finché restava una lotta ideale, anche di protesta, andava bene, ma poi l’errore è stato passare alla lotta armata. Quella è stata la fine…”. (di Elvira Terranova) 

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