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Crisanti: “Con aperture 500-600 morti al giorno”

Crisanti: "Con aperture 500-600 morti al giorno"

Covid e riaperture, “aumenteranno i morti, possono arrivare anche a 500- 600 al giorno”. Lo ha detto ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio1 il virologo Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia dell’università di Padova. “Se noi continuassimo a stare nella situazione attuale, da qui ad un mese potremo arrivare a poche decine di decessi” spiega. “Il rischio – ha sottolineato Crisanti – sono le persone che muoiono e posso assicurare che la maggior parte non muore in terapia intensiva, muore vigile e in condizioni di asfissia, che è una morte orribile. Quindi – ha concluso – parliamo anche di queste cose perché il rischio non è soltanto sociale, ma anche della singola persona a cui facciamo correre questo rischio”. 

“Da lunedì non andrò al ristorante, perché sono convinto che è sbagliato, voglio dare il buon esempio”. “Come aiutare queste attività? Penso che ai ristoratori bisognerebbe dare esattamente quello che hanno dichiarato nelle tasse – afferma il virologo -, lira per lira, anzi euro per euro”. Quanto allo spostamento del coprifuoco dalle 22 alle 23 “è ininfluente, diciamo che l’unica differenza è che alle 23 i ristoranti possono fare due turni quindi più incassi”. 

“Le zone gialle certamente torneranno arancioni o rosse, basta guardare la Sardegna che da bianca è diventata rossa. E non facciamoci illusioni sull’aiuto del clima: il Brasile ha una temperatura media di 26 gradi e l’anno scorso Israele è andato in lockdown a metà agosto, quindi…”. “Quello che si può imparare su quella transizione dalla Sardegna – ha sottolineato Crisanti – è che quando si tolgono le restrizioni le misure di controllo non sono più sufficienti, quindi è chiaro che si sbilancia tutta la dinamica dell’epidemia a favore del virus”. E anche “la zona gialla da sola non funziona, guardiamo il caso del Veneto nella seconda ondata – ha evidenziato – è rimasta zona gialla per tutto il tempo ed è stata la regione che, in proporzione rispetto al numero di abitanti, ha avuto il maggior numero di casi e decessi”. 

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