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Umberto I Roma, primo paziente trattato con monoclonali

Umberto I Roma, primo paziente trattato con monoclonali

Al via questa mattina, al Policlinico Umberto I di Roma, la prima somministrazione di terapie con anticorpi monoclonali su pazienti Covid che non hanno ancora manifestato sintomi evidenti della malattia. Il primo paziente, un uomo di 59 anni con patologie cardiovascolari e ipertensione, ha ricevuto la dose presso il ‘Centro somministrazione monoclonali Covid’ del reparto di Malattie infettive del Policlinico romano, diretto da Claudio Mastroianni, e ha reagito positivamente. 

“Il trattamento – spiega Mastroianni – come per questo paziente, deve avvenire secondo le indicazioni dell’Aifa preferibilmente entro le 72 ore, e comunque non oltre 10 giorni dalla comparsa dei sintomi della malattia”. Per accedere al Centro – ricorda una nota dell’ospedale romano – è necessaria la prescrizione del medico di famiglia, di quella della Uscar o dal medico di Pronto soccorso che potrà accedere al numero di telefono e alla mail dedicati ai medici messi a disposizione dall’ospedale.  

Secondo l’Aifa, sottolinea Mastroianni, “la popolazione candidabile al trattamento è rappresentata unicamente da soggetti di età superiore ai 12 anni, positivi per Sars-CoV-2, non ospedalizzati, non in ossigenoterapia per Covid-19, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza, preferibilmente entro 72 ore (e comunque da non oltre 10 giorni dalla diagnosi) e presenza di almeno uno dei fattori di rischio (o almeno 2 se uno di essi è l’età superiore ai 65 anni)”. 

“Il Policlinico Umberto I – dichiara il direttore generale Fabrizio d’Alba – è uno dei primi presidi regionali ad aver attivato questo servizio. L’avvio del Centro di somministrazione monoclonali va ad implementare le altre attività messe in campo in questo secondo anno di pandemia. Attività che, come la somministrazione del vaccino ai circa 10.000 pazienti estremamente vulnerabili seguiti dall’ospedale, l’ampliamento di ulteriori 18 posti letto di terapia intensiva Covid con percorsi di umanizzazione, confermano la volontà del nostro ospedale di una presa in carico dei pazienti a 360 gradi”.  

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