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Orietta Berti a Sanremo: “E’ stata una bella esperienza”

Orietta Berti è tornata al Festival di Sanremo 2021, 55 anni dopo il debutto e a 29 anni dall’ultima volta con il brano “Quando ti sei innamorato” per l’Etichetta Starpoint Corporation e la Produzione artistica del M° Enzo Campagnoli.

Il brano che Orietta ha portato al Festival racconta un grande e importante incontro, quello della vita. Sentimenti ed emozioni che possono nascere da ragazzini per diventare poi una vera passione di cui non si può fare a meno e che dura per tutta la vita.

Orietta Berti a Sanremo: "E' stata una bella esperienza"

D: Abbiamo il piacere di avere qui con noi un’icona della musica italiana, Orietta Berti. Come stai, innanzitutto?

R: Grazie di avermi invitata. Sto bene, sono qui davanti al mare, quindi si sta bene. Sembra già primavera inoltrata qua a Sanremo.

D: Anche qui a Monopoli c’è un bellissimo sole. Non so se conosci la nostra città.

R: Sì, sono stata tante volte dalle vostre parti e mi piace. C’è un clima delizioso e poi c’è un’alimentazione molto, molto buona [ride]

D: Allora, oggi è tempo di bilanci, di previsioni per questo Sanremo che volge ormai al termine. Che esperienza è stata?

R: Beh, è stata una bella esperienza perché io sono venuta qui per festeggiare i miei 55 anni di carriera e per promuovere quattro performance discografiche da pubblicare: è già stato fatto il 45 giri, dove ho fatto anche il duetto con Le Deva, e poi un video che ho fatto con gli Sugarkane, bellissimo. Poi sempre in questo mese esce proprio il cofanetto con 6 CD per festeggiare la mia carriera. Il sesto, l’ultimo di questi CD, è composto solo da canzoni inedite. Poi, per gli amanti della discografia, uscirà un vinile con 22 brani, visto che per alcuni brani inediti ho fatto un doppio arrangiamento. Poi, più tardi ancora, uscirà un CD con tutte le canzoni nuove. Insomma, ho tanto lavoro davanti.

Per me Sanremo è stato positivo perché ho potuto sentire affetto da parte della stampa, dei musicisti, di tutto lo staff di Sanremo. E poi, ho fatto la mia bella figura. Io non posso pretendere di più, il mio festival è già vinto [ride].

D: Infatti conosceremo il risultato finale questa sera. Comunque vada a questo punto, come hai anche già detto tu, sarà un successo, considerati anche gli apprezzamenti da parte del pubblico e della critica.

R: Sì, è vero. Per me, comunque, vince Ermal Meta. Ha molte possibilità, da quanto si vocifera qua, sai com’è? Come si fa nelle hall degli alberghi [ride]. Poi avranno un buon successo anche i Måneskin, senz’altro, visto che hanno una canzone che piace. Insomma, vedremo un po’ l’evolversi di questa manifestazione, partita un po’ in punta di piedi. E menomale che è partita, almeno ha dato da lavorare alle persone dello spettacolo per tre mesi, ecco. Perché, come tu sai, noi dello spettacolo siamo i più penalizzati. Considerano la musica sempre come l’ultima categoria, come se fosse solo un divertimento e per nessuno un lavoro. Invece è un lavoro che comporta tanti sacrifici e in più, dietro ad un solo artista, lavorano tante persone che hanno tante famiglie.

D: Che emozione è stata per te tornare su quel palco magico dell’Ariston?

R: Beh, l’Ariston è…sempre uguale [ride]. Ci sono sempre così tante scale da fare per arrivare ai camerini, così tante scale per arrivare al palco. Io sono mancata per 29 anni ma nel dietro le quinte ci sono sempre stata, come ospite oppure come opinionista nei talk show che venivano subito dopo Sanremo. Ma dico io, mettete una scala mobile, non so, un ascensore! [ride] Non è possibile fare quattro piani di scale solo per arrivare ai camerini, al giorno d’oggi. Infatti io ho chiesto se stasera posso andare sul montacarichi, che è adiacente all’ingresso. Ho visto che ieri sera l’hanno usato tanti artisti, quindi almeno uno è più sollevato, no? [ride]

L’emozione dell’Ariston è sempre quella. Quando entri e vedi queste stelline a terra (che ti indicano la tua posizione, e tu non ti puoi muovere da lì perché poi ci girano intorno le luci e le telecamere) sei già più rilassata, diciamo la verità. Ma l’emozione c’è. Non è solo una cosa tecnica. Uno è pur sempre una persona, quindi l’emozione ci deve essere per forza.

D: In un’intervista recente hai dichiarato di voler lasciare quel palco in eredità alla tua nipotina Olivia. Cosa ti ha detto dopo l’esibizione?

R: [ride] La mia nipotina ancora non parla bene, perché compie due anni il 31 di Marzo, quindi lei non sa neanche che esiste, Sanremo [ride]. Solo che quando mi vede cantare in televisione, o parlare, si arrabbia perché vorrebbe che io uscissi dalla telecamera e andassi con lei a giocare, no? Non ha ancora capito che è tutto un gioco di cose tecniche [ride]. Ancora non sappiamo se Olivia canterà…

D: Che tipo di nonna sei?

R: Guarda, io la vedo poco. Lei abita in un’altra casa, sempre nel nostro paese, però io sono sempre in giro e ci vediamo poco. A volte vado a prenderla all’asilo, quindi la vedo in quelle giornate lì ma sono rare, ecco. Infatti, ogni volta che la vedo, la vedo sempre più grandicella [ride], sempre cambiata, perché i bambini cambiano ogni quindici giorni.

D: Per concludere, così da non rubarti tanto tempo di questa giornata importante, piena di preparativi, hai accennato già a qualche progetto per il futuro: c’è anche Fedez che proprio oggi ha dichiarato che il suo sogno è quello di collaborare, magari di fare un duetto, con te. Cosa ne pensi a riguardo?

R: [sorride] Beh, sono lusingata. Dovrò fare attenzione a dire il suo nome, perché mi sono sbagliata a dire Måneskin e ho detto “naziskin”, e con loro ci ho duettato [ride].

D: Infatti sei già finita tra i trend topic di Twitter!

R: Sì, ma loro mi hanno anche ringraziata. Hanno detto che in un baleno hanno sbancato sul web [ride]. E anche Ermal Meta, siccome l’ho chiamato Ermal Metal, mi ha detto: “Guarda che vado subito a cambiarmi il cognome, vado ad aggiungere una L” [ride].

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