8 Marzo 2021

Covid Italia, Calderone: “Con sblocco licenziamenti 1 mln occupati in meno solo nelle pmi”

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Covid Italia, Calderone: "Con sblocco licenziamenti 1 mln occupati in meno solo nelle pmi"

“Secondo le stime della Fondazione studi consulenti del lavoro, con lo sblocco dei licenziamenti la riduzione del numero di occupati, rispetto ad inizio 2020, potrebbe superare il milione solo nelle piccole e medie imprese”. E’ la stima che, intervistata da Adnkronos/Labitalia, dà Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro. “Senza contare che già lo scorso anno questa misura -continua Calderone- ha disincentivato nuovi ingressi nel mercato del lavoro senza fermare l’emorragia dell’occupazione a tempo determinato e indipendente, o quella delle categorie più deboli sul mercato del lavoro come le donne”.  

La strada da seguire per i consulenti del lavoro è solo una: “Per questo -spiega Calderone- si deve investire subito sulla riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori in bilico attraverso, ad esempio, il Fondo nuove competenze, che incentiva le imprese che avviano percorsi di formazione e ricollocazione dei lavoratori. Senza dimenticare che ci sono aziende che non hanno usufruito di ammortizzatori sociali e che quindi andrebbero subito liberate dal divieto di licenziamento”. Alcuni interventi, per Calderone, sono già pronti, vanno solo utilizzati. “Si potrebbe partire -spiega- anche da misure già operative, come l’assegno di ricollocazione, che dovrebbe essere rifinanziato e reso obbligatorio, e il reddito di cittadinanza, ridisegnandone gli scaglioni e il meccanismo di funzionamento”.  

E ancora, secondo la leader dei consulenti del lavoro, “si dovrebbe, poi, sostenere la piena operatività di Garanzia Giovani, ripensare il rapporto con le Regioni e il sistema dei servizi per il lavoro nell’ottica di una maggiore e migliore integrazione con i privati. Ma tutto questo è il rovescio della medaglia delle politiche passive, per le quali occorre subito impostare una seria riforma”, aggiunge.  

E per Calderone quella dei vaccini anti Covid-19 ai lavoratori “è una delle questioni sulla quale occorre agire immediatamente. Senza una previsione normativa specifica, si è lasciato il passo a teorie e interpretazioni che hanno provocato confusione e dubbi fra datori di lavoro e lavoratori. Oltre all’interrogativo sulla legittimità del licenziamento per rifiuto di vaccinarsi, la previsione di assimilare all’infortunio sul lavoro qualsiasi contagio avvenuto sul luogo di lavoro espone il datore di lavoro alla potenziale responsabilità da infortunio, con conseguenze anche penali”.  

Per Calderone, che è anche presidente del Comitato unitario delle professioni, “la certezza del diritto impone che un obbligo debba essere previsto da una specifica norma”.  

“E anche se venisse introdotta una previsione di questo tipo, bisognerebbe risolvere il problema dei ritardi e delle lacune del piano vaccinale, che al momento non riesce a garantire a tutti i lavoratori la possibilità di rispettare un eventuale obbligo di vaccinazione”, sottolinea.  

E fra le emergenza del momento, secondo Calderone, ci sono gli ammortizzatori sociali. “Il Covid ha messo in luce quanto sia farraginoso e complesso il sistema degli ammortizzatori sociali, rendendo ancor più urgente la realizzazione di un ammortizzatore sociale unico emergenziale”, rimarca Calderone.  

E i consulenti del lavoro sono pronti a fare la loro parte in questa ‘partita’. “Per realizzare una riforma di questa portata, i consulenti del lavoro sono pronti a dare il proprio contributo grazie al know-how e all’esperienza acquisiti negli anni come professionisti di riferimento del mercato del lavoro”, aggiunge ancora Calderone.  

Altro nodo da sciogliete nel più breve tempo possibile per i consulenti le lavoro è quello del fisco. “Anche sul versante fiscale, sono tante le criticità da risolvere. Una riforma strutturale -spiega Calderone- deve avere come obiettivi la razionalizzazione di imposte e aliquote ma anche la definizione di tempistiche coerenti con l’impegno degli intermediari, che si trovano oggi a dover far fronte ad una mole di adempimenti e versamenti concentrati in pochi giorni. E’ fondamentale ridurre tutte quelle forme di tassazione che disincentivano la circolazione del denaro, degli investimenti e dei consumi. Un fisco più semplice favorirebbe peraltro l’emersione del nero”, aggiunge ancora.  

Per Calderone, “altrettanto necessario è intervenire sul sistema sanzionatorio tributario, penalizzando gli evasori abituali e distinguendoli da chi non riesce a rispettare le scadenze fiscali a causa della crisi”. “Questa, infatti, va considerata come parametro di flessibilità”, aggiunge ancora.  

“Proprio per questo, ad esempio, abbiamo chiesto una moratoria sulle eventuali sanzioni fiscali a carico dei professionisti contagiati che non riescano a rispettare le scadenze e la non applicazione degli Isa per il periodo d’imposta 2020”.  

E un ruolo centrale in queste importanti partite, secondo Calderone, non può che essere dei professionisti. “Abbiamo presentato un documento al ministro del Lavoro Orlando per sintetizzare tutte le proposte dei consulenti del lavoro per la ripartenza del paese. Fra queste, ovviamente, c’è l’equo compenso, che è un principio di civiltà a salvaguardia della libertà negoziale e dell’indipendenza dei professionisti chiamati a un importante ruolo di terzietà”, sottolinea. 

“Chiediamo che tale principio -continua Calderone- valga in tutti i rapporti, pubblici e privati, senza distinzioni o limiti. Ma ci sono altri interventi necessari: dalla normazione della responsabilità professionale in caso di malattia ad un sostegno economico strutturale e trasversale per i tanti professionisti colpiti dalla crisi, che superi i requisiti limitati e stringenti dell’Iscro, senza dimenticare prestazioni complementari di tipo previdenziale e socio-sanitario per coloro che abbiano subito una significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o che siano stati colpiti da gravi patologie”, aggiunge ancora.  

Centrali nel percorso di ripartenza del Paese, secondo i consulenti del lavoro, dovranno essere le risorse europee del Recovery plan. “Valorizzazione del lavoro femminile e contrasto alle discriminazioni di genere, accrescimento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani, riequilibrio territoriale e crescita del Mezzogiorno, sviluppo tecnologico sostenibile per far dialogare costantemente e in modo univoco Enti, imprese, cittadini e professionisti intermediari, ai quali è riconosciuta la funzione di sussidiarietà e terzietà”, spiega Calderone.  

“Gli strumenti a disposizione ci sono, ma vanno -sottolinea Calderone- potenziati: penso alle misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e alla regolamentazione dello smart working per favorire l’occupazione delle donne o all’apprendistato come strumento di ingresso prioritario nel mercato del lavoro. E, ancora, alla realizzazione di infrastrutture tecnologiche avanzate che creino l’impalcatura necessaria a rendere appetibili gli investimenti nelle aree più svantaggiate del Sud Italia”, aggiunge ancora.  

“In tutti questi ambiti, i consulenti del lavoro potrebbero svolgere una funzione centrale”, aggiunge ancora Calderone.  

Certo, in questo percorso, chiarisce Calderone, nessuna risorsa dovrà andare sprecata. “Bisogna investire subito -sottolinea- sulle pmi e sul lavoro autonomo, sulle politiche attive del lavoro e sulla semplificazione. Obiettivi per i quali abbiamo a disposizione risorse europee straordinarie. Le micro, piccole e medie imprese rappresentano gran parte del tessuto produttivo italiano ed è a questa parte essenziale che dobbiamo guardare con misure che aiutino a superare la crisi e incentivino competitività e internazionalizzazione”.  

“Questo significa, d’altra parte, salvaguardare -sottolinea- centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ma anche autonomi e professionisti, fra i più colpiti dalla crisi, meritano finalmente la dovuta attenzione, con nuove forme di tutela, non solo economiche ma anche socio-sanitarie”.  

“In contemporanea, è necessario velocizzare l’approvvigionamento dei vaccini, ma anche rimuovere gli ostacoli burocratici alla loro somministrazione: sono passi fondamentali per raggiungere livelli di salvaguardia della salute di lavoratori e cittadini tali da consentire all’economia di ripartire”.  

E a far ben sperare i consulenti del lavoro sono le prime del governo Draghi. “Sono condivisibili molti degli obiettivi -chiarisce Calderone- su cui il premier Draghi si è soffermato nelle sue dichiarazioni programmatiche al Parlamento, così come la volontà di guardare oltre la pandemia per trasformare la crisi in un’occasione di ripresa. A partire dalla necessità di vincere la sfida della ripresa, della trasformazione digitale e della transizione ecologica per garantire che il nostro mercato del lavoro sia competitivo, sostenibile, inclusivo”. 

“Così come -continua- la necessità di facilitare il passaggio dalle scuole e dalle università alle imprese e agli uffici, adeguando il sistema formativo alle esigenze di quello produttivo. E, ancora, l’attenzione alla parità di genere, al Sud, alle infrastrutture”.  

“Tutte necessità che la categoria ha evidenziato da tempo e che auspichiamo possano trasformarsi il prima possibile da indicazioni programmatiche a progetti operativi”, conclude la leader dei consulenti del lavoro 

(di Fabio Paluccio) 

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