4 Marzo 2021

8 marzo, Manageritalia: nel terziario oltre metà donne ha almeno un figlio

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8 marzo, Manageritalia: nel terziario oltre metà donne ha almeno un figlio

Contro stereotipi e difficoltà vere, contro quel dire e sentire comune secondo cui per fare carriera la donna debba rinunciare a figli e a volte anche alla famiglia, le oltre 5mila dirigenti del terziario sono nel 61% dei casi coniugate e nel 55% hanno almeno un figlio. Emerge dal rapporto donne Manageritalia 2020 che attesta che le donne dirigenti nel settore privato crescono di un +49% dal 2008 al 2019 (ultimo dato Inps disponibile) e sono oggi il 18% del totale, mentre i dirigenti sono diminuiti del 3% e gli uomini del 10%. Nel terziario le donne dirigenti, negli ultimi dieci anni, sono aumentate del 50% (uomini +10%) e sono oggi il 20,2% del totale (erano il 15% nel 2010). E qui anche i dati del 2020, l’anno della pandemia, parlano rosa in tutti i sensi: +5% le donne, +1,5% gli uomini e +2% il totale.  

Detto che se le donne sono oggi solo il 18% di tutti i dirigenti privati, è anche vero che sono il 32% tra gli under 35. A confermare che questa crescita delle donne non è solo frutto di un ricambio generazionale tra coorti e generazioni diverse c’è, last but not least, che negli ultimi dieci anni tra i nuovi e giovani dirigenti che sono entrati nel contratto terziario ogni anno le donne sono passate dal 17% del 2010 al 25% (36% nelle fasce under 35) del 2020. 

A livello territoriale, la predominanza della Lombardia dove stanno più donne dirigenti (10.171 donne dirigenti, 48,2% del totale nazionale) è dovuta a Milano (8.251, 39,1% del totale nazionale) così come il secondo posto del Lazio (4.312, 20,4%) a Roma (4.165, 19,7%). Qui stanno più imprese e più multinazionali, italiane ed estere, e grandi aziende dove da anni le donne trovano più spazio perché prevale la logica premiante del merito, hanno capito che la diversità di genere paga e hanno apposite politiche per favorire il work-life balance a tutto vantaggio del benessere, la produttività e la competitività di persone e aziende. 

“Insomma – dice Antonella Portalupi, vicepresidente Manageritalia – siamo solo a una mezza parità, ma noi donne puntiamo sul merito e la crescita è comunque esponenziale. Diamo una mano a tutte le donne e gli uomini scegliendo e premiando i lavoratori solo sul merito, rendiamo più possibile avere una famiglia e un lavoro, senza dover fare un doppio lavoro, quello in azienda e quello in famiglia, con nessun supporto da parte del partner e ancor più dallo Stato”.  

“In questo modo – spiega – ne vedremo delle belle. E per parlare per una volta di parità a proposito, la vera parità starà nel fatto che così facendo ci meriteremo uno sviluppo economico e culturale non più rinviabile. Manageritalia tutta, in particolare con il suo Gruppo Donne Manager diffuso in tutto il territorio, continuerà a fare la sua parte. In questo abbiamo a fianco tutta l’organizzazione, i manager nostri associati e tanti uomini convinti”. 

Negli ultimi 20 anni Manageritalia, anche grazie al suo gruppo donne manager, ha lavorato per dare anche alle donne dirigenti la maternità pagata dall’Inps (legge n. 104 del 24 febbraio 2006) e tanto altro. Vari sono i progetti e le azioni tra cui: Un fiocco in azienda, il programma per fare della maternità una normalità che ha ampio successo; il progetto Cambia il lavoro con produttività & benessere, per promuovere una svolta organizzativa e sviluppare un vero work-life balance anche attraverso l’oggi famoso smart working, a quei tempi quasi del tutto sconosciuto e ancor meno praticato. Da ultimo, il sostegno alla proposta di legge, presentata in Parlamento l’anno scorso dalla deputata Chiara Gribaudo, per la parità retributiva che ribalta le logiche in gioco proponendo un controllo attivo delle segnalazioni al posto dell’attuale disciplina che prevede blande verifiche passive sulle dichiarazioni dalle aziende. 

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