18 Febbraio 2021

Antonio Desiderio: “Organizzo produzioni in tutto il mondo, servono aiuti veri, non mendicanze travestite”

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Antonio Desiderio: “Organizzo produzioni in tutto il mondo, servono aiuti veri, non mendicanze travestite”

Antonio Desiderio è uno dei più importanti manager dello spettacolo italiano per quanto riguarda l’Opera e il Balletto. Da anni collabora con i teatri più importanti italiani ed internazionali come La Scala di Milano, l’Opera di Roma, il San Carlo di Napoli e il Bolshoi di Mosca. Antonio Desiderio è laureato in Giurisprudenza ed accanto alla professione di manager, da Gennaio è Docente presso l’Istituto di Alta Formazione Coreutica sotto il MIUR a Genova diretto da Irina Kashkova. In attesa di riprendere ad organizzare eventi in Italia e nel mondo, in progetto una serata di Gala in Spagna con il Conservatorio de Danca Mariemma di Madrid e le coreografie di Kristian Cellini, Antonio Desiderio è spessp presente come giurato alla maggiori compatizioni di balletto internazionali, partecipa anche in qualità di ospite e opinionista a programmi di divulgazione culturale e spettacolo come accaduto recentemente per Il Caffè degli Artisti TV su Odeon dove ha riscosso molto successo con il suo appello alle istituzioni per i lavoratori dello spettacolo. Noi lo abbiamo intervistato.

Antonio Desiderio, ci parli della sua formazione professionale.

“Sono laureato in Giurisprudenza con una tesi sui profili pubblicistici degli enti lirici. Conseguentemente ho preso un master in management artistico musicale. Questo mi ha permesso, accanto alla mia attività di manager artistico, di essere invitato all’estero come Docente ospite all’Università Menendez Pelayo di Santander (Spagna) per due anni accademici consecutivi”.

Come mai la scelta di lavorare nello spettacolo?

“Sono vissuto a pane e teatro. Mio padre era un dipendente del Teatro dell’Opera di Roma e fin da bambino sono stato abituato alla lirica, al sinfonico e al balletto. Per tal motivo a da molto piccolo sentito la necessità di studiare uno strumento, il pianoforte con il quale ho lavorato durante gli anni dell’università come pianista accompagnatore di danza in importanti centri di danza di Roma, la mia città”. 

Di tanti settori hai scelto quella che viene definita da molti l’arte alta con opera e balletto, come mai?

“Ne sono affascinato da sempre perché ho sempre pensato che il canto e la danza siano le forme artistiche che attraverso udito e vista arrivano dirette al cuore dello spettatore. Le emozioni, le sensazioni e cio queste arti possono dare sono sempre un infinito benessere per chi le riceve e di cui poi non se ne può piu fare a meno, almeno nel mio caso!”

La tua più grande soddisfazione professionale?

“Tante, devo dire che ne ho collezionate diverse. Sicuramente tra queste la tournee in Cina do una mia produzione di Lago dei Cigni con un corpo di ballo italiano selezionato ad hoc per questo progetto e le preziose coreografie di Maria Grazia Garofoli, già Direttore della Fondazione Arena di Verona. Abbiamo fatto spettacolo nelle maggiori citta cinesi con oltre 25 recite in due mesi! È stato davvero indimenticabile e non appena l’emergenza sarà finita saremo pronti a tornare come gia avevamo in programma”. 

Quanto lavoro per preparare un tuo spettacolo?

“Mesi sicuramente. C’e da dire che sono molto perfezionista ed attento ad ogni singolo particolare e conoscendomi parto sempre con un anticipo incredibile in fase progettuale. Inoltre lavoro sempre con una costante nel cervello: la qualità alta che per me ripaga sempre e a lungo”. 

Come cambia il tuo lavoro dalla gestione di un intero spettacolo a quella dei singoli artisti?

“Sono due cose molto diverse. Se devo creare un evento, uno spettacolo completamente nelle mie mani, il coinvolgimento è totale e i tempi più lunghi. Se invece sono chiamato come intermediario tra un artista che rappresento e un teatro, i tempi sono molto piu celeri, dando sempre il massimo al Teatro con cui vado a collaborare in termini di qualità, tecnica ed idonea scelta dell’artista che propongo per il ruolo che dovrà interpretare”. 

Sei docente di legislazione dello spettacolo, come vivi l’emergenza covid?

“Il lavoro di questi ultimi mesi ha dovuto subire sostanziali assestamenti da parte di tutti noi. Il settore spettacolo dal vivo essendo bloccato da quasi un anno ha comportato anche da parte mia una rivisitazione e quindi, continuando a progettare per i mesi futuri in cui tutti auspichiamo nella riapertura dei teatri, ho deciso di mettere a frutto la mia esperienza e conoscenza giuridica per i giovani. Sto insegnando Legislazione dello spettacolo all’Istituto di Alta Formazione Coreutica di Genova diretto da Irina Kashkova e devo dire che sto scoprendo in me una nuova veste di “prof” come mi chiamano i ragazzi molto interessante!”

Pensi che siano corrette le scelte istituzionali su questo settore?

“Assolutamente no. Il nostro Paese dimentica troppo spesso quanto la nostra Arte sia amata e sopratutto rispettata all’estero ma l’Italia non si comporta nello stesso modo. Il trattamento indifferente riservato al comparto spettacolo durante il periodo Covid ne è stata l’eclatante dimostrazione”. 

Ti aspettavi maggiori aiuti?

“Mi aspettavo che così’ come l’Italia guarda l’estero sulle scelte prese per uniformarsi ad esse,  guardasse anche l’enorme aiuto che i lavoratori dello spettacolo  negli altri paesi hanno ricevuto durante la pandemia. Aiuti veri e mensili, no “mendicanze travestite” senza tempistiche di arrivo precise”. 

Quando pensi si potrà tornare alla normalità?

“Mi auguro il primo possibile ma la ripresa è inutile dire che non sarà veloce. Penso che a fine 2022 cominceremo a riassaporare il gusto di una vita normale. Prima sarà tutto di guadagnato ed inaspettato”.

Se dovessi paragonare questo periodo ad un’opera quale sceglieresti?

“Sicuramente al “Nabucco” di Giuseppe Verdi pensando alla scena del coro che intona il celeberrimo “Va’ Pensiero, sull’ali dorate” come inno di speranza e augurio per tutti noi che tutto questo finisca al più presto”.

Stai già lavorando per il futuro? Pensi che gli eventi in streaming possano essere una risorsa?

“Sicuramente si perché possono abbracciare un pubblico esponenzialmente molto più ampio ma rappresenta per me una risorsa di sicuro aggiuntiva, a supporto dello spettacolo dal vivo che rimarrà sempre e comunque l’unica forma di spettacolo capace dello scambio di emozioni tra artisti e pubblico i primi con la loro arte e i secondi con i loro applausi”. 

Hai un sogno nel cassetto?

“Diversi ma i sogni credo si realizzino con il duro lavoro, con la tenacia e quel pizzico di magia e fortuna che non devono mai mancare”.

photo credit Barbara Gallozzi

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