29 Giugno 2020

Le Iene presentano: com’è morto Marco Pantani

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Le Iene presentano: com'è morto Marco Pantani

Stasera alle 21.15 su Italia1 andrà in onda, in replica, “Le Iene presentano: com’è morto Marco Pantani“.

Uno speciale dedicato al ciclista Marco Pantani e alla tragica vicenda della sua morte su cui sembra non si sia ancora fatta luce.

Lo speciale de Le Iene su Marco Pantani

Il corpo di Marco Pantani viene ritrovato senza vita il 14 febbraio 2004, nella sua stanza d’hotel al residence Le Rose di Rimini. Il campionissimo, vincitore del Giro d’Italia e del Tour de France nel 1998, era stato fermato per livelli di ematocrito troppo alti rilevati nelle analisi di Madonna di Campiglio il 5 giugno 1999. Per la giustizia si è trattato di overdose da cocaina: il decesso sarebbe la conseguenza di comportamenti ossessivi di Pantani, che dopo aver esagerato con la droga avrebbe sfasciato tutta la stanza facendosi del male da solo e poi sarebbe morto per un arresto cardiaco causato da un cocktail di cocaina e farmaci.

Alessandro De Giuseppe si è più volte occupato della scomparsa dell’atleta. In questo speciale, la Iena affronta con approfondimenti e testimonianze le incongruenze e i punti oscuri emersi dalla ricostruzione ufficiale della sua morte.

In particolare, si assisterà all’incontro esclusivo tra la mamma del ciclista, la signora Tonina, e Fabio Miradossa, lo spacciatore che riforniva Pantani di cocaina e che a Le Iene ha dichiarato con fermezza: “Marco (Pantani ndr.) è stato ucciso”.

Ascoltato anche dalla Commissione Antimafia – Miradossa ha continuato: “Non si vuole la verità”. “Marco è stato ucciso, l’ho conosciuto 5-6 mesi prima che morisse e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato. Qualcosa stava facendo per arrivare alla verità, quest’ultima è però una mia convinzione”. L’uomo, che dopo essere uscito dal carcere non ha mai parlato con nessuno, ha raccontato all’inviato una storia completamente diversa quella ufficiale.

“Marco non è morto per cocaina. Marco è stato ucciso. Magari chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è stato ucciso. Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati a fondo. Hanno detto che Marco era in preda del delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco quando è stato ucciso, quando è stato ucciso, era lucido. Marco è stato al Touring, ha consumato lì e quando è ritornato allo Chalet (il Residence Le Rose, ndr.) Marco era lucido”.

“L’ho sempre detto al Pm: “cercate i soldi” – ha ribadito anche alla commissione Antimafia – accusando: “Sono stato “costretto” al patteggiamento dalla procura: la verità non la volevano, hanno beccato me ma io già 16 anni fa dicevo che Marco è stato ucciso, non è morto per droga. Lui ne usava quantità esagerate e quella volta ha ricevuto una quantità minima di cocaina rispetto a quello a cui era abituato e l’ha avuta 5 giorni prima della morte. Qualsiasi drogato usa subito la droga”. Per poi aggiungere: “Sono qui per aiutarvi, mi sembra che mi state accusando. Se io non avessi voluto la verità, dopo 16 anni perché dovevo andare in tv?”.

La Commissione ha ascoltato anche la madre del campione, Tonina, ma la sua audizione è stata secretata su sua richiesta.

Dopo le dichiarazioni dello spacciatore, il legale della famiglia di Marco Pantani, Antonio De Rensis, chiede che la Procura lo ascolti, con questo appello: “Il ministro della Giustizia mandi gli ispettori”. “A Rimini tutti dicono che Pantani è stato ammazzato, lo dicono perché Rimini è un ambiente molto piccolo e si sanno le debolezze e le virtù di tutti. In un paese normale mi aspetto che la Procura convochi Miradossa e gli chieda spiegazioni. Se io fossi il Ministro di Grazie e Giustizia, manderei gli ispettori”.

Sempre De Rensis continua con questa importante dichiarazione: “Quando Miradossa, napoletano che all’epoca aveva legami con la malavita a Napoli ed era uno dei più grossi spacciatori di Rimini, dice di avere patteggiato perché si è reso conto che il procuratore non voleva la verità e che Pantani è stato ucciso, dice una balla o forse sa tutto? In un paese normale mi aspetto che la Procura lo chiami e gli chieda spiegazioni. Ma se questo non accade non è un problema solo per la famiglia Pantani, bensì per tutti noi che abbiamo diritto di pretendere dai magistrati che venga fatto l’impossibile per cercare la verità”.

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