24 Febbraio 2020

Coronavirus e paure: come comportarsi. Il parere dell’esperta

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Flaminia Bolzan
Flaminia Bolzan

Coronavirus e paure: come comportarsi? Abbiamo chiesto il parere ad un’esperta: la dottoressa Flaminia Bolzan.

Psicologa e Criminologa, è anche un volto noto della tv italiana essendo ospite di trasmissioni televisive come Uno Mattina, La Vita in diretta.

Collabora con la cattedra di Diritto Penale della LUISS Guido Carli, insegna in numerosi master e seminari a indirizzo criminologico ed è consulente tecnico in alcuni tra i casi di cronaca nera più rilevanti nel panorama nazionale.

Dr. ssa Bolzan, in relazione al coronavirus stiamo assistendo ad un allarme generale, ma di preciso, che tipo di paura stanno sperimentando le persone?

Uno dei timori che molte persone riportano è legato a credenze fuorvianti rispetto ai possibili esiti di un contagio, ma andiamo per ordine. Il coronavirus, nell’incertezza rispetto all’idoneità delle azioni che si stanno mettendo in campo per arginare la “proliferazione” di casi di positività, attiene proprio la possibilità di una contaminazione.

Le persone che corrono preventivamente ai ripari, magari limitando in maniera estrema la vita sociale, laddove non vi sono specifiche indicazioni da parte delle autorità preposte, infatti, temono che loro o qualcuno a loro vicino entri in contatto con persone o luoghi che ritiene “pericolosi”.

Quando ciò accade la persona sperimenta un’ansia elevata.

Quali sono i fattori scatenanti di questa paura?

Uno dei fattori che a mio avviso contribuiscono a determinare la costruzione sociale di questa fobia collettiva è da ricondurre alle modalità con cui i cittadini hanno la possibilità di “processare” le informazioni.

È fondamentale comunicare nella maniera il più chiara possibile non solo quelli che sono i fatti oggettivi, ad esempio il numero dei contagiati e la localizzazione geografica dei focolai, ma quando si parla di decessi, anche chiarire che la causa della morte non è sempre direttamente ascrivibile al contagio.

Il virus infatti, seppur presente nell’organismo, non è detto che abbia un ruolo primario nella morte.

Come ci si può comportare per arginare la paura?

Anzitutto accedendo ad una buona informazione, che tenga conto dell’attendibilità e dell’autorevolezza delle fonti e che non si basi sul “passaparola” da bar.

Moltissimi medici hanno spiegato l’importanza di “isolare” i casi ed è esattamente così che si stanno muovendo, a tal proposito la comunicazione diffusa dalle autorità pubbliche (con le relative indicazioni di cautela e prevenzione previste) è quella alla quale sarebbe opportuno affidarsi.

La professione psicologica, inoltre, tramite il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, ha mostrato grande disponibilità e volontà di collaborazione proprio perché il problema oggettivo può diventare un problema soggettivo e collettivo ben più complesso in relazione alle emozioni che il tema suscita in ognuno di noi.

Le persone che dovessero trovarsi a sperimentare in questo momento la necessità di confrontarsi con gli aspetti di problematicità inerenti questa tematica possono pertanto accedere ad un aiuto professionale perché il timore è normale, mentre il panico o l’angoscia risultano controproducenti.

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