10 Gennaio 2020

Riccardo Ometto tra musica e fantasia

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Riccardo Ometto
Riccardo Ometto

Riccardo Ometto, cantautore padovano, scrive e compone le sue canzoni da giovanissimo: racconti e poesie che solo in seguito, grazie al pianoforte, diventano canzoni. Approda al cantautorato dopo esser stato autore e front- man del gruppo dei Monrau. Un’esperienza formativa che gli permette oggi di scrivere brani intimi e molto diversi da quelli composti per la band. Nessun compromesso, nei suoi testi solo il suo mondo, la sua fantasia. Riccardo da bambino viveva in periferia e non aveva moltissimi amici, con la sorella amava inventare giochi usando la fantasia e collezionare figurine che conservava, come un tesoro, in un bauletto. Lui non solo ne ricordava l’immagine, ma ne memorizzava il numero. Gli amici – dice – me le regalavano di proposito per sfidarmi ed io felice le aggiungevo alla mia raccolta. Le sue canzoni sono state paragonate, dagli addetti ai lavori, alle canzoni del cantautorato che hanno fatto la storia della canzone italiana. Un complimento per Riccardo, che riconosce alla sua musica un’identità “fuori dal tempo”.

 

Con il 2020, di fatto, abbiamo archiviato un decennio. Che cosa ha rappresentato per te e la tua musica?

Questo decennio ha rappresentato molto per me e la mia crescita artistica. ho esordito come front- man di una band rock indie, i Monrau, un gruppo di amici con i quali ho condiviso i primi passi nella musica per trovare poi la mia dimensione come cantautore e il mio indirizzo artistico. Con loro sono cresciuto musicalmente e come persona, preparandomi a quello che oggi sento essere il mio percorso. A un certo punto non mi sono più sentito a mio agio in quel progetto e ho lasciato la band, non gli amici che sono rimasti tali. Sono grato ai Monrau perché mi hanno permesso di maturare e dopo una breve pausa di riflessione, di ri- partire con le mie canzoni da solo. Presto farò da testimone a uno di loro, una piacevole sorpresa e la conferma di quanto sia importante la nostra amicizia.

 

Questo 2020, quali “venti” porterà?

Sono un tipo istintivo, mi piace l’imprevedibilità e non vorrei mai pianificare troppo il futuro, lasciandolo aperto a “venti” nuovi e diversi. Sto lavorando a un progetto, per me molto importante, che riguarda un nuovo disco; questo avrà come ospite d’onore un quartetto d’archi a conferirgli un’atmosfera speciale. Canzoni, che ho scelto con cura e un po’ di fatica, tra le tante che ho scritto e che amo profondamente. Il singolo, che rappresenta il fulcro di questo lavoro, è Donna Lisa, dove immagino Leonardo nell’atto di ritrarla. Tutto parte da un ricordo molto bello, quando al Louvre con mia mamma, a soli dodici anni, ho visto la Gioconda. Subito dopo, dissi di voler uscire dal Museo, perché dopo di lei, non desideravo vedere altro. Questo ricordo, mi è tornato alla mente in occasione di una visita del Museo Leonardiano a Milano, facendo scattare in me l’esigenza di scriverne.

 

 Questo nuovo disco sarà protagonista di un tour dal vivo? 

 Si mi piacerebbe molto tornare a esibirmi dal vivo, in uno spettacolo tutto mio da portare nei piccoli teatri, nei club. Vorrei poter regalare al mio pubblico questi racconti in musica, che scrivo da tempo e raccolgo in un quaderno. Racconti e poesie, che grazie all’amore per il pianoforte, sono diventate canzoni. In un mondo dove c’è tanta fretta, si sfornano canzoni una dietro l’altra, probabilmente vado in direzione contraria ma questa è la mia musica. Ogni canzone ha bisogno del proprio tempo, del proprio respiro. Un nuovo disco è una stagione importante, una semina che non può essere frettolosa, ma deve saper attendere. Sto lavorando per far sì che il frutto di questo lavoro, possa dare il via a “un’ottima annata” da offrire al mio pubblico e a chi avrà la voglia di conoscermi da vicino.

Sei una persona molto discreta, come vivi il palco?

È una magia per me, quando sono sul palco, la musica diventa il mio “superpotere”. Un mantello che mi permette di volare, lasciando le mie timidezze, la mia insicurezza. Sono un ragazzo come tanti, che grazie alle sue canzoni, ha scoperto risorse che non sapeva di avere. Questo mi spinge ad andare avanti per crescere come uomo e come artista.

Per questo nuovo disco, cosa ti ha guidato nella scelta delle canzoni?

Donna Lisa sarà il fulcro di una narrazione che come nelle fiabe, ci condurrà per mano, in un viaggio “fantastico”. Questo sarà il tema conduttore e le canzoni che ne faranno parte sono state scelte con l’aiuto prezioso del mio produttore Nicola Albano. A lui va il merito di aver saputo ascoltare i miei brani, sentendoli davvero. Il nostro incontro è stato fondamentale, in un momento in cui, dopo aver lasciato il gruppo, ho anche seriamente pensato di lasciar perdere. Dal primo momento ho capito che era davvero in ascolto, non solo della mia musica, ma del mio mondo. Lavorare con Nicola è un vero piacere, perché sa rendere più belle le mie canzoni, senza cambiarle, riuscendo a stupire anche me.

Da non perdere!

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