Simone Frulio con “Battito di mano” è pronto a spiccare il suo volo

Simone Frulio
Simone Frulio

Simone Frulio, giovane interprete e cantautore milanese, conosce il valore delle parole che sceglie con cura per raccontare la sua generazione, con la schiettezza di chi, certe emozioni, le vive da protagonista.

Allo stesso modo, stupisce per la grande sensibilità con cui interpreta “Sguardi”, una canzone scritta da Paolo Paltrinieri nel 1996, un anno prima che Simone nascesse e che inizialmente avrebbe dovuto incidere Alex Baroni. Nell’album “Battito di mano”, uscito lo scorso 15 novembre, Simone fa sua questa canzone bellissima che, in un passaggio ideale di testimone, Paolo ha voluto regalargli. 

Lo scorso 15 Novembre è uscito “Battito di mano”. Che cosa è successo da quel momento in poi?

“Battito di mano” è stato il mio “Sabato del villaggio”. Era pronto da tempo e ne ho aspettato l’uscita, assaporandone ogni momento. Un disco che raccoglie pagine di vita, mettendo in musica emozioni e momenti preziosi. Sono storie scritte nel corso di questi ultimi quattro anni; una vera e propria narrazione di una crescita personale e artistica; un progetto per il quale ho lavorato a lungo, prendendomi il tempo necessario per farlo. Quando è uscito, la mia più grande curiosità era che cosa ne avessero pensato le persone, gli amici e chiunque lo avesse ascoltato. Ho scoperto, con stupore che tra i brani preferiti c’erano “Sguardi”, una canzone che Paolo Paltrinieri aveva scritto per Alex Baroni e che ha voluto regalarmi e “Adesso”; tra quelli scritti da me “Realtà” e #Poesia. Inoltre, ritrovarmi nella classifica pop, tra i grandi nomi della musica italiana, mi ha davvero sorpreso e reso felice.

Oggi a cosa stai lavorando?

Oggi non vedo l’ora di poter cantare dal vivo “Battito di mano”, le mie canzoni e una serie di medley di artisti che hanno segnato il mio percorso artistico. Il 17 Gennaio a Calliano D’Asti, nella cornice unica di una Chiesa sconsacrata, ci sarà la data zero di un tour che partirà in primavera. Un’altra tappa fondamentale del mio percorso, iniziato quando, ancora dodicenne, presi parte a tre edizioni di “Io Canto” con Gerry Scotti e a X Factor con i Free Boys. Finalmente avrò la possibilità di incontrare il mio pubblico e condividere le mie emozioni.

In questo momento, ricco di emozioni e d’impegni, continui a scrivere?

Assolutamente, non potrei mai e per nessun motivo smettere di farlo. È da sempre il mio modo di guardare il mondo e raccontare me stesso e la mia generazione. Attraverso la scrittura comunico ciò che ho dentro. Da bambino scrivevo poesie, ovunque e per chiunque. In seguito, con la scoperta della musica, sono diventate canzoni e tutto questo è parte integrante di me. 

Hai cominciato come solista giovanissimo a Io canto, poi con i Free Boys a X Factor. Oggi sei cantautore. Non ti viene voglia di collaborare con qualcuno?

Mi piace ascoltare i giovani, come me, che fanno musica, siano essi rapper o dj e vorrei sperimentare con chiunque stia “viaggiando” in questo mondo. Sono molto curioso e ho voglia di mettermi alla prova con diversi generi perché sono convinto che nel confronto si possa crescere sempre.

Se Simone bambino potesse incontrarti ora, cosa pensi ti direbbe?

Simone bambino mi darebbe una pacca sulla spalla e, sul piano umano, mi farebbe i complimenti per aver lavorato su me stesso. Fino a pochi anni fa non uscivo volentieri da solo, non sentendomi a mio agio, neanche per Milano che è la mia città. Oggi sono felice e mi piace girovagare da solo apprezzando la bellezza di questa città che amo profondamente e dove ritorno volentieri alla fine di ogni viaggio. Forse mi farebbe notare che dovrei lavorare ancora sul mio essere un po’ permaloso perché riconoscerebbe che sono migliorato un pochino, ma non ancora abbastanza!

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